Bio e Natura

S’INFIAMMA LA POLEMICA INTORNO AI CIBI BIO. COLDIRETTI E CIA CONTRO, CONFAGRICOLTURA TACE

Qualcuno forse gradirebbe un ritorno al passato. In occasione del “Sana” di Bologna è stato sferrato un attacco mediatico a tambur battente. Mosso da voglia di pesticidi o da ragioni politiche occulte?

27 settembre 2003 | Franco Bonaviri

La più importante fiera del biologico si è oramai conclusa, con la soddisfazione di coloro che producono e commercializzano produzioni da agricoltura non convenzionale e con qualche moto di stizza da parte di chi invece non ne accetta i principi di fondo. In coincidenza del “Sana” di Bologna si sono infatti verificati, quasi a comando, dei ripetuti assalti mediatici nel tentativo di mettere in crisi un comparto che in qualche modo riesce a fare tendenza.
Non a caso, sono in tante le riviste e le pubblicazioni dedicate al tema, segno evidente che l’interesse da parte del consumatore sta crescendo, si va stabilizzando e si qualifica sempre di più irrobustendosi di anno in anno.

Forti ostacoli nei confronti del comparto biologico
Eppure questa tendenza non piace. Cosa è accaduto dunque di così eclatante? Nei giorni del “Sana” i grandi mezzi di comunicazione, mossi evidentemente da qualcuno in grado di gestire e far piazzare a comando le notizie, hanno mosso un attacco spropositato al comparto bio, sbandierando dati che hanno posto in luce una sensibile crisi di consumi e la conseguente disaffezione dei consumatori verso i cibi da coltivazioni biologiche.

Note polemiche da Green Planet
“Non ringrazieremo mai abbastanza Confagricoltura, che da qualche tempo sul biologico tace. Lo starnazzare di Coldiretti e Cia basta e avanza”. Questa la dichiarazione polemica, ma non astiosa, semmai amareggiata, di Duca Lamberti, nelle pagine del portale Greenplanet. “Coldiretti – incalza Lamberti - non sa nulla di agricoltura biologica. Però non riesce a trattenersi dal parlare di agricoltura biologica”.

Posizioni fuori luogo
Già, è vero. L’abitudine di parlare a sproposito è un vizio tipico italiano. Si rilasciano spesso dichiarazioni avventate, in alcuni casi però strumentali, senza avere tuttavia affrontato a sufficienza i temi di cui si discute. O forse si esprimono delle posizioni espressamente inesatte proprio nell’esclusivo tentativo di camuffare la realtà. Anche quest’ultima ipotesi è plausibile e più che ragionevole. Fatto è che in occasione del “Sana” si è messo in luce, proprio a cinque giorni dall’inizio della manifestazione, un comunicato stampa un po’ subdolo in cui si denunciava un calo nella vendita di prodotti biologici.

Strumentalizzazioni incomprensibili?
Dire che sia scontato, il sostenere che il testo emanato dalla Coldiretti sia stato puntualmente riportato dai media, è puro pleonasmo. E nemmeno si può dire che, al solito, si sia riportata la notizia senza nemmeno avviare una opportuna verifica. Così vanno le cose del mondo, purtroppo. La notizia ha peso solo quando viene lanciata dal più forte, dal più “attrezzato”, da chi sa agire meglio negli oscuri meandri del potere.



Esselunga investe, Coldiretti non ci crede
Così accade qualcosa di non casuale. Mentre il colosso Esselunga investe nel biologico con grande enfasi e partecipazione, proprio in occasione della nota fiera, la Coldiretti provvede a lanciare per contro una campagna stampa con l’intenzione di porre in crisi il settore. Bella storia, dirà qualcuno. Perché, si chiederà infine il malcapitato alieno ignaro di agricoltura, avvengono simili anomalie? Perché l’agricoltura italiana riesce puntualmente a dividersi quando non dovrebbe? Sono i misteri irrisolti della vita a cui è difficile dare risposte. Oppure le risposte sono possibili e assumono invece contorni tristi e deludenti.

"Campagne amiche" aperte ai consumatori e menti chiuse al buon senso
La questione si apre a dubbi laceranti. Se una vincente realtà imprenditoriale come l’Esselunga investe forti somme del budget pubblicitario per puntare sul biologico, vi saranno pure ragioni chiare ed evidenti di una tendenza reale e non certo aleatoria. Se le mense scolastiche che scelgono la soluzione del biologico riscuotono grandi consensi vi sarà pure una ragione. E allora perché la Coldiretti si oppone? Sarebbe utile che qualcuno di loro esprima un sollecito e puntuale chiarimento ad agricoltori e consumatori. Una risposta che risulti chiara, dettagliata, e in linea con il buon senso, non invece come al solito pasticciata, che si nutre più di politichese che di ragionamenti e idee. Non ha senso promuovere per le piazze italiane le “campagne aperte”, quando poi le menti sono completamente chiuse e obnubilate.

Una posizione equidistante e interlocutoria, non oppositiva
“Teatro Naturale” non è a favore o contro il comparto biologico, si pone in una posizione equidistante e interlocutoria. Accetta entrambe le soluzioni, agricoltura convenzionale e non, con estrema fiducia. Le due strade sono possibili, quando si muovono nell’ambito della correttezza. Ciò che si rifiuta con decisione, semmai, è la grave e colpevole complicità di chi in passato, nell’ambito dell’associazionismo agricolo, ha volutamente favorito, o assecondato con il silenzio, l’avvelenamento dei campi per mano dell’industria chimica.

Discriminate le produzioni convenzionali?
”Al mondo non c'è solo Coldiretti” tuona Duca Lamberti da Greenplanet. Già, “c'è anche la Confederazione italiana agricoltori”, ricorda. Il 15 settembre infatti il presidente regionale del Piemonte, tale Attilio Borroni, ha dichiarato che, a causa dell’invasione del biologico nelle mense scolastiche, vengono a essere discriminati i metodi di produzione tradizionali. Una divertente battuta di spirito.
A questo punto, l’unica associazione che tace è Confagricoltura. Come va letto questo silenzio?

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