La voce dell'agronomo 27/02/2010

Epap: tutta la verità secondo Pirrello

Pubblicate le modalità di voto e un lungo intervento, a seguito di sollecitazioni, del Presidente della Cassa. Continuiamo, intanto, a pubblicare il profilo e le intenzioni dei candidati


Votate, votate, votate.
Oggi mi rivolgo in particolare ai giovani, ai colleghi iscritti da pochi anni all’Epap, a coloro in quali stanno pensando a costruirsi un futuro professionale, magari tralasciando di interessarsi di quello previdenziale.
Grave errore, perché se l’Inps è un carrozzone pubblico, con l’Epap è possibile scegliere chi gestirà i nostri soldi e le prospettive pensionistiche.

Sul sito dell’Epap (link esterno) sono state pubblicate le modalità di voto.
Prendetene nota.

Proprio ieri, 26 febbraio, il Presidente Pirrello, sollecitato da più parti, come scrive lui stesso nella comunicazione n. 3/2010 (link esterno) , ha fornito alcune precisazioni in merito a investimenti e rendimenti.
Prima di tutto si ammette, per la prima volta pubblicamente, che la perdita nel 2008 è stata pari a 38 milioni di euro, di cui 15,7 dovuti ai titoli Lehman Brothers.
Poi nuovamente torna sull’impossibilità di confrontare i dati delle diverse Casse previdenziali professionali. Cito: “la stessa relazione del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale (la relazione completa) chiarisce a più riprese che non essendo i bilanci redatti con gli stessi criteri il confronto fra i diversi Enti previdenziali è viziato dalla disomogeneità dei dati.”
Pochi paragrafi dopo, però, si legge: “in conclusione, la crisi ha toccato l’Epap in misura del tutto simile a quella degli altri enti, ma ci sono solo stati Enti che hanno contabilizzato in maniera diversa.”
Come si fa a dire che l’Epap è stata toccata dalla crisi in misura del tutto simile agli altri Enti se i dati non sono confrontabili? Oppure lo sono?
Anche il tasso di rendimento medio quinquennale, secondo il Presidente Pirrello, non è confrontabile tra Casse in quanto ogni Cassa ha la propria “filosofia di investimento in ragione degli obiettivi che si prefigge”.
E qual è la filosofia dell’Epap? “il nostro obiettivo che, lo ricordo, non è quello di arricchire oltremisura l’Epap, ma quello di ottenere le risorse necessarie per la rivalutazione dei montanti che secondo la legge deve avvenire in base alla media degli ultimi cinque anni della variazione nominale del PIL. … E’ noto che gli obiettivi di investimento dell’Epap sono a medio-lungo termine poiché il pareggio tra le entrate contributive e le prestazioni è previsto nel 2037. Nel frattempo abbiamo il dovere di assicurare (e non è poco) la rivalutazione annuale dei montanti della variazione quinquennale della media del PIL nominale.”
Ringrazio sentitamente il Presidente Pirrello che mi garantisce il minimo di legge, “e non è poco”, (rivalutazione annuale dei montanti della variazione quinquennale della media del PIL nominale) senza sentire il minimo bisogno di incrementare il tasso di rendimento dell’Epap così da poter chiedere all’autorità di controllo, come previsto dalle disposizioni normative, di poter incrementare il tasso di rendimento per i montanti individuali.

IO VOGLIO CHE L’EPAP SI ARRICCHISCA PERCHE’ COSI’ SARA’ IN GRADO DI ARRICCHIRE LA MIA PENSIONE!

Atre domande giungono. Quali quelle rivolte da Federica Caivano, Presidente dell’Ordine di Potenza, a Italia Oggi e a diverse testate giornalistiche, arrivate anche a Teatro Naturale: “quali sono i conti economici dell'Epap nel 2009? La Cassa di previdenza di geologi, chimici, attuari, dottori agronomi e forestali ha chiuso in perdita, in attivo o in pareggio? Alla vigilia delle elezioni per il rinnovo degli organi dell'Epap era doveroso far sapere, informare, dare in mano un rendiconto degli anni di gestione da parte di questa dirigenza, per poter giudicare, per poter scegliere, per poter,coscientemente, votare. Invece, solo frammenti di verità qua e là carpiti come indiscrezioni.”

Abbiamo rivolto queste domande a Saverio Lastrucci, membro del Comitato dei Delegati (CDD) e candidato al Consiglio di indirizzo generale (CIG). “Il bilancio 2009 è in fase di pubblicazione. Siamo perfettamente nei tempi in quanto deve essere presentato entro maggio. Non posso fornire elementi perché, proprio come Comitato dei Delegati, abbiamo richiesto alcune verifiche e sollevato alcune eccezioni che devono essere riscontrate prima dell’approvazione definitiva da parte degli organi statutari.” Il 2009 resta dunque un mistero, ancora per qualche settimana. Non è invece un mistero che Lastrucci voglia un cambiamento. “All’interno del Comitato dei Delegati ne abbiamo sollecitato più volte la necessità. La nostra categoria deve fare fronte comune, senza divisioni o scissioni, creando un gruppo omogeneo che possa tutelare gli interessi dei dottori agronomi e forestali.”. Nessuna preoccupazione per la gestione? “Come CDD abbiamo fatto analisi di sostenibilità e mi sento di affermare che l’Ente ha assorbito bene il colpo della crisi finanziaria senza alcuna ripercussione sulla sostenibilità nel medio-lungo periodo.”

Non dello stesso avviso è invece Maurizio Pirazzoli, ex Presidente del Conaf, che si dice “molto arrabbiato. La gestione finanziaria è stata disastrosa. I numeri sono sotto gli occhi di tutti. Non è tollerabile che si dica che se non vi saranno soldi per pagare gli impiegati l’Epap ricorrerà alla cassa integrazione come tutte le aziende. Occorre un cambio di rotta” E aggiunge “sotto la mia presidenza è nata l’Epap e sono addolorato quando sento giovani che pensano che sarebbe stato meglio non far nascere l’Epap, meglio l’Inps o un’assicurazione volontaria.” Un invito, infine, al voto responsabile. “Non possiamo eleggere persone che non si sono dimostrate all’altezza del compito e delle responsabilità loro assegnate.”

A rivolgersi ai giovani anche Giuseppe Monaci, amministratore, assessore comunale di Grosseto, professionista. “Sono stato membro del CIG nella prima consiliatura e ho intuito che il rischio potesse essere una crescita esponenziale dei membri degli organi statutari, dando origine a assemblee pletoriche. Il regolamento va cambiato”. Negativo, anche per Monaci, il giudizio sulla gestione degli ultimi anni “anche se, essendo l’Epap una Cassa giovane, sarà più facile recuperare i danni”. Fermo il no a ordini di scuderia o a schieramenti predefiniti. “L’Epap deve gestire soldi, non fare guerre sante. Non ci possono essere maggioranze o minoranze precostituite. Queste si formeranno sulle singole idee o proposte.”

Diversa invece l’opinione di un gruppo di colleghi che hanno costituito una lista-progetto denominata Previdenza Libera. Un programma comune e diversa documentazione, tutta visibile on line link esterno Eccoli.

Marco Fabbri è il primo candidato al Consiglio di Amministrazione che presentiamo su Teatro Naturale. Professionista milanese, è stato Vicepresidente dell’Ente nella prima consigliatura; al momento è Presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Milano.
- Dott. Fabbri, qual è la sua opinione sulla gestione della Cassa nell’ultimo quinquennio?
Molte attività sono migliorate, si sono completati i principali processi tecnico-amministrativi e gestionali, probabilmente la gestione patrimoniale è ancora troppo poco dinamica. L’informazione è divenuta carente: la rivista Previdenza professionale è un coacervo di argomenti di nessun legame con l’Ente e serve come vetrina di qualcuno con la penna facile (si vedano gli obiettivi dichiarati nell’editoriale del n. 1/2004 che sono ancora validi).
- Le sue motivazioni?
Riprendere il lavoro interrotto con gli uffici, con gli iscritti e nei riguardi degli interlocutori istituzionali (ordini, enti previdenziali, governo) che era stato impostato nel primo mandato ma che oggi sembra un po’ appannato.
- Gli obiettivi?
Ridimensionare l’“apparato” degli organi, stabilito per legge su previsioni troppo sottostimate, ormai inadatto a una gestione dinamica quale dovrebbe essere (sia nei rapporti con gli iscritti che nella gestione patrimoniale). Realizzare economie di gestione anche per migliorare la gestione pensionistica e assistenziale.

Italo Blotti, candidato al CIG, è membro del CDD dove si è occupato di asset allocation patrimoniale. “L’esperienza come membro del Comitato dei delegati dei dottori agronomi suggerisce la necessità di assegnare un ruolo più incisivo al Comitato sia nel controllo sia come propulsore di azioni correttive della gestione dell’Ente.” Punta l’indice contro la comunicazione dell’Ente. “l’informazione e il contatto con gli iscritti sono carenti (sembra che non si voglia essere trasparenti)” e auspica un maggior rapporto con gli ordini ai fini della lotta contro l’elusione e l’evasione previdenziale.

Un altro membro uscente dell’Epap è Ernesto Guerrieri, candidato al CIG che, sull’operato dell’Ente, ritiene che vi siano “luci e ombre”. Tra le luci il miglioramento dell’”efficienza della comunicazione e il rapporto tra gli Organi, specie tra CDA e CIG.” Un punto critico segnalato da Guerrieri è la “scarsa incisività del CIG, nel suo complesso, sulla gestione finanziaria, per effetto di una scarsa qualificazione media e il rifiuto di prendere coscienza della necessità di assumersi certe responsabilità.” Obiettivi per un’eventuale nuova consiliatura sono: “elevare l’assegno previdenziale degli iscritti, aumentare l’efficienza e la quantità dei servizi agli iscritti.”

Diego Leva, libero professionista ed ex Presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Teramo, candidato al CIG, crede che “l’assetto dell’Ente non poteva che migliorare, sarebbe grave se non fosse così, ma oggi costa troppo e produce poco.” Occorrono scelte coraggiose, ci dice, per “trasferire sui montanti i risultati della gestione patrimoniale senza limitarsi a replicare il Pil di legge.”

Anche Rudolf von Unterrichter è membro uscente del CIG e candidato allo stesso organo. E’ anche iscritto all’Albo dei revisori dei conti e Presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Bolzano. A proposito della passata gestione dice: “L’Ente sta diventando troppo costoso, occorre una revisione della sua struttura (organi, uffici e consulenze).”. Occorre quindi una riorganizzazione complessiva. Necessaria, secondo von Unterrichter, anche una pressione sul mondo politico per una revisione dell’ordinamento, possibile solo con una maggiore collaborazione fra gli enti del 103.

di Alberto Grimelli