La voce dell'agronomo
Montanti pensionistici più alti per i professionisti italiani
La rivalutazione dei montanti pensionistici dei professionisti sale con l'aumento del PIL. La Cassa di agronomi, geologici, chimici e attuari ha un risultato di gestione modesto nel 2022, senza considerare le perdite per l'investimento in FICO
17 novembre 2023 | Roberto Accossu
Il 2024 si presenta con una buona notizia per i liberi professionisti iscritti all’EPAP.
Dopo molti anni, si avrà finalmente un coefficiente di rivalutazione dei montanti importante.
Infatti, con la nota Protocollo Generale 2302191/23 30/10/2023 P 01 l’ISTAT ha comunicato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il tasso annuo di capitalizzazione per la rivalutazione dei montanti contributivi relativamente all’anno 2023.
La nota riporta: “Ai sensi dell’art. 1, comma 9, della Legge 8 agosto 1995, n. 335 e del Decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 180 e con riferimento alla comunicazione di cui alla nota prot. SP/561.12 del 23 maggio 2012, si comunica il valore del tasso annuo di capitalizzazione ai fini della rivalutazione dei montanti contributivi relativamente all’anno 2023. Il tasso medio annuo composto di variazione del prodotto interno lordo nominale, nei cinque anni precedenti il 2023, risulta pari a 0,023082 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,023082.”
Per trovare un coefficiente di rivalutazione superiore al 2,3082 bisogna tornare indietro nel tempo fino all’anno 2009, quando il coefficiente di rivalutazione dei montanti era stato del 3,3201 %.
Il coefficiente di rivalutazione dei montanti riprende, dunque, a crescere dopo tanti anni in cui la rivalutazione dei montanti era generalmente inferiore all’1%, oppure, com’è accaduto per ben due volte, addirittura negativo.
Peraltro, essendo il coefficiente di rivalutazione basato sulla media quinquennale del PIL, è presumibile che anche nei prossimi anni si abbiano dei coefficienti in linea con quello calcolato per il 2023.
Peraltro, per gli iscritti all’EPAP, dal 2022, viene riversato sul montante individuale anche il 2% del contributo integrativo versato dal cliente al professionista, che contribuisce, con il contribuito soggettivo, ad aumentare il proprio montante.
Nella relazione del Consiglio di Amministrazione al Bilancio Consuntivo EPAP 2022, alla pagina 9, si evidenziano sia i “crescenti oneri di rivalutazione di legge dei fondi previdenziali che, attestandosi a circa 21,4 milioni di euro, si incrementano di circa 17,5 milioni di euro rispetto ai 3,9 milioni di euro circa dell’esercizio 2021. Di particolare rilievo è l’incremento della rivalutazione del fondo pensione che rivalutatosi del 9,6%, per effetto dell’inflazione a livelli che non si vedevano da oltre 40 anni, comporta l’accantonamento di circa 12,7 milioni di euro, in crescita di circa 8,7 milioni di euro rispetto al 2021” sia “la ripresa, in positivo, della rivalutazione di legge del montante previdenziale soggettivo par circa 8,9 milioni di euro (0,9756 %) dopo che il 2021, sulla scia degli effetti negativi generati dall’andamento del PIL, ne aveva comportato l’azzeramento.”
Ciò implica da quest’anno un aumento delle risorse patrimoniali dell’Ente destinate alla remunerazione dei montanti individuali degli iscritti.
E’ fuor di dubbio che per far fronte ai maggiori oneri previsti dai nuovi coefficienti di rivalutazione occorre che il bilancio consuntivo dell’EPAP per il 2023 sia necessariamente migliore del magro risultato riportato nel bilancio 2022, alla pagina 8, nella quale si legge: “restituisce un risultato di gestione positivo, con utile di gestione di circa 617.000 euro”, onde evitare di utilizzare i 141 milioni di euro di riserve patrimoniali dell’Ente.
Infine, sarebbe auspicabile, per trasparenza, conoscere che fine ha fatto l’investimento effettuato dall’EPAP nel fondo specializzato nei parchi agroalimentari italiani (PAI), investimento di cui parlò il Corriere di Bologna il 21 gennaio 2015 (Bologna economia): “L’Epap investirà nel fondo Parco agroalimentari italiani (Pai), gestito da Prelios Sgr, che si occupa dello sviluppo del progetto, 8 milioni così suddivisi: 4,5 nel comparto A per Fico e 3,5 nel comparto B per la nuova area mercatale”. Tanto da far affermare a Fabio Roversi Monaco, allora Presidente di Banca Imi e componente del comitato consultivo di Eatalyworld: «È una dichiarazione di fiducia alla realizzazione di Fico nei tempi stabiliti e alla serietà con cui si è lavorato».
A distanza di otto anni, dopo milioni di euro di perdite, F.I.C.O. il 31 dicembre chiude per far fronte a un nuovo brand chiamato Grand Tour Italia.
La domanda è la seguente: gli 8.000.000 di euro sono da considerarsi come crediti deteriorati (NPL) dell’EPAP?