La voce dell'agronomo 30/08/2024

Il futuro pensionistico degli agronomi e forestali è già a rischio

Il futuro pensionistico degli agronomi e forestali è già a rischio

I conti della cassa previdenziale Epap, dove confluiscono anche geologi, chimici e attuari, evidenziano un calo preoccupante, in una logica di medio-lungo periodo, del patrimonio netto


L’EPAP, anche nel 2023, ha avuto un risultato positivo di bilancio con un utile di esercizio pari a 5.360.456 euro che, visto quanto riportato nel bilancio di previsione 2023 dell’Ente, non era affatto scontato.

Il Presidente Poeta, nella relazione del Consiglio di Amministrazione, evidenzia - pagina 8 del bilancio Consuntivo 2023 – che: “L’utile di esercizio di circa 5,4 milioni di euro è di gran lunga migliore delle stime di chiusura di fine anno, a maggior evidenza se confrontato con le variazioni al bilancio preventivo 2023 che indicavano un risultato negativo con un disavanzo di circa 1,78 milioni di euro.”

La chiusura positiva del bilancio 2023, se confrontata con il risultato di gestione dello scorso anno, rappresenta una buona notizia per i Dottori Agronomi, i Geologi, i Chimici, i Fisici e gli Attuari.

Infatti, il risultato raggiunto, è di circa nove volte superiore a quello del 2022, pari a 616.855 euro.

Il coefficiente di rivalutazione dei montanti dell’anno 2023, pari al 2,3080%, ha visto soddisfatte le aspettative degli iscritti che hanno potuto osservare, finalmente, un’adeguata rivalutazione dei montanti individuali.

L’incidenza di tale rivalutazione è ben evidenziata nella citata relazione al Bilancio consuntivo, nella quale il Presidente Poeta afferma: “Si tratta di una somma pari a circa 34,3 milioni di euro, in decisa crescita per oltre 12,9 milioni di euro rispetto all’esercizio 2022.L’importo delle rivalutazioni per il solo anno 2023 rappresenta, più del 70% di quanto rivalutato nel triennio 2020-2022.”

Una rivalutazione così elevata ha inciso però, pesantemente, sul Patrimonio Netto dell’EPAP, come ben rilevato a pagina 75 del Bilancio Consuntivo EPAP 2023, ove si legge: “Nel presente esercizio si evidenzia un onere complessivo per rivalutazione per 34.259.111 euro e rendimenti netti degli investimenti per 27.918.744 euro (come rilevabili dal “Prospetto della gestione previdenziale e finanziaria” riportato in Relazione). Preso atto di un fabbisogno di copertura delle rivalutazioni per residui 6.340.367 euro, con la presenza di un risultato d’esercizio positivo di 5.360.456 euro, quale atto conseguente l’approvazione del presente bilancio, si dovrà procedere alle conseguenti movimentazioni delle riserve.”

Il Patrimonio Netto è passato dai 141.998.370 euro del 2022 ai 125.113.826 euro del 2023, con una riduzione di 16.884.544 euro.

La diminuzione del Patrimonio Netto dell’EPAP, in un anno che ha visto l’andamento dei mercati finanziari raggiungere performance estremamente elevate, desta però alcune preoccupazioni.

Infatti, in un contesto in cui:

·  l’indice azionario statunitense S&P 500 ha raggiunto un incremento del 24.2%;

·  i mercati europei hanno avuto un aumento medio del 12.7%;

· l'indice FTSE-MIB della Borsa di Milano ha registrato una crescita del 28%;

· l’indice dei paesi emergenti, pur non raggiungendo i valori statunitensi e europei, ha comunque avuto un valore positivo del 7%;

la diminuzione del Patrimonio Netto non rappresenta un buon segnale per gli anni a venire, considerato che si è manifestata in un anno in cui tutti i mercati azionari hanno visto delle performance estremamente elevate.

Tenendo presente che:

Ø  il meccanismo del calcolo di rivalutazione dei montanti individuali è basato sulla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo (PIL) nominale calcolata dall’Istat, con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare;

Ø  i coefficienti di rivalutazione dei montanti individuali sono stati negli ultimi 5 anni i seguenti:

-  anno 2019  1,8254%

-  anno 2020  1,9199 %

-  anno 2021  0,0000 %

-  anno 2022  0,9756 %.

-  anno 2023  2,3082 %;

Ø  l’automatismo, citato ha prodotto per gli iscritti all’EPAP, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2019, dei rendimenti estremamente bassi o addirittura nulli (anno 2015) e ora, viceversa, produrrà, nei prossimi anni, dei coefficienti di rivalutazione sensibilmente più elevati;

è facilmente intuibile quali valori verranno applicati nei prossimi anni ai coefficienti di rivalutazione dei montanti individuali.

Presumibilmente, quindi, l’EPAP dovrà prevedere un aumento costante delle somme da destinare per la rivalutazione dei montanti individuali e delle pensioni in quanto la media quinquennale del PIL, prevista per gli anni a venire, sarà sensibilmente più elevata rispetto a quella del quinquennio precedente.

Saranno solo i risultati della gestione finanziaria a mantenere in equilibrio i conti dell’Ente non potendo, nel lungo periodo, attingere ogni anno al Patrimonio Netto.

In uno scenario che si prospetta, per i prossimi anni, particolarmente difficile per la remunerazione degli investimenti finanziari, vista l’annunciata politica monetaria della BCE - improntata sulla riduzione dei tassi di interesse - e le irripetibili performance dei mercati finanziari dell’ultimo biennio, quali strategie intende perseguire l’EPAP per reperire le risorse per la rivalutazione dei montanti individuali?

di Roberto Accossu

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