La voce dell'agronomo

E’ GIA’ FINITA LA LUNA DI MIELE TRA LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA AGRICOLE E IL MINISTRO DE CASTRO

La prima a lanciare l’offensiva è stata Confagricoltura, con la sua battaglia contro la burocrazia, seguita a ruota dalla Cia. Ultima in ordine di tempo la Coldiretti che ha coniato un nuovo slogan “Ministro, giù le mani dalla qualità italiana”

30 giugno 2007 | Alberto Grimelli

L’ingresso di De Castro a via XX settembre è stato salutato con favore da tutte le organizzazioni agricole.
Un’unanimità che non ci stupì, considerando che anche Teatro Naturale reputò De Castro il miglior candidato per il Ministero delle Politiche agricole.
Le prime azioni intraprese da De Castro furono certamente ben indirizzate, energie spese proficuamente e non mancarono gli applausi.
Pur tra mille difficoltà, e qualche sgambetto, va riconosciuto il merito al Ministro di aver varato la tanto sospirata regolarizzazione dei contributi Inps. Un’operazione che Alemanno tentò per tre anni, senza esito positivo. Essere riuscito ad andare a segno al primo colpo, anche se con qualche ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, è comunque un gran bel risultato.
Solo che, dopo questi primi successi, pare che De Castro si sia seduto, prendendosi un bel periodo di pausa, che dura infatti da qualche mese. E questo, né le associazioni di categoria né Teatro Naturale possono permetterlo.
Ministro si è 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno.
Nessuno sostiene che il ruolo e i compiti assegnati a De Castro siano nè semplici né comodi né riposanti, ma, quando ci si offre volontari, non si può poi svolgere il lavoro a metà, anzi a un quarto, considerando che la legislatura dovrebbe durare cinque anni.

Ecco allora che le reazioni del mondo sindacale agricolo e di una parte della stampa specializzata non potevano mancare.
Già da qualche tempo abbiano pubblicato editoriali critici, in alcuni casi caustici, nei confronti dell’immobilismo di De Castro.
Ora tocca alle associazioni di categoria reagire.

Confagricoltura, con stile sobrio ma con parole forti, ha criticato, nel corso della sua assemblea di qualche settimana fa, le scarse iniziative contro l’imperante burocrazia nel sistema agricolo e l’inefficace attuazione di alcune delle norme contenute nella Finanziaria.
Anche la Cia si è mobilitata contro la burocrazia agricola e ha indetto una manifestazione per settembre.
Ultima la Col diretti che, giocando d’anticipo, ha convocato gli agricoltori in piazza l’11 luglio. A Bologna si manifesterà contro il tentativo di standardizzare e omologare verso il basso la qualità dell'agricoltura italiana per asservirla ad un modello di sviluppo produttivistico, contrario all'interesse delle imprese, dell'ambiente e dei consumatori. “Ministro, giù le mani dalla qualità italiana” è lo slogan di una manifestazione necessaria per difendere i primati dell'agroalimentare italiano, e con essi la salute dei cittadini, la qualità dell'ambiente e il reddito delle imprese agricole.
Il maldestro tentativo di cancellare la legge sull'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli alimenti per favorire le importazioni, il via libera all'invecchiamento artificiale del vino con i trucioli e la proposta di sperimentare gli Ogm in prodotti base dell'agroalimentare nazionale, sono solo gli ultimi esempi delle decisioni assunte dal Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro sul quale gravano anche le pesanti responsabilità dei ritardi nell'attuazione di praticamente tutte le misure previste in finanziaria per il settore. Dal decreto per le nuove società agricole a quello per la gestione assicurativa delle calamità atmosferiche e per le crisi di mercato, dalla vendita diretta degli agricoltori alle intese di filiera fino al mancato sviluppo delle energie pulite dalla campagna necessarie per contrastare i cambiamenti climatici, diversificare le fonti di approvvigionamento e alleggerire il peso delle bollette su tutti i cittadini.

Restiamo ora in attesa della reazione di De Castro, sempre che riesca a risvegliarsi dal torpore che l’ha avvinto.

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