La voce dell'agronomo
E' giusto che gli agronomi si affianchino agli agenti del fisco?
Nell'ambito dell'accordo tra Conaf e Agenzia del Territorio, previsto che la categoria effettui un sopralluogo analogo a quello svolto dai dipendenti dell’Agenzia, a titolo gratuito
07 maggio 2011 | Alberto Grimelli
Il Direttore dell’Agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno, e il Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, dott. Andrea Sisti, hanno firmato un Protocollo d’intesa che disciplina le modalità di collaborazione tra l’Agenzia ed il Consiglio, per lo svolgimento delle attività propedeutiche alla regolarizzazione degli immobili mai dichiarati in catasto, cosiddetti “fabbricati fantasma”.
In particolare, i Dottori Agronomi e Forestali effettueranno un sopralluogo analogo a quello che sarà svolto dai dipendenti dell’Agenzia, provvedendo anche alla compilazione di una scheda tecnica contenente gli elementi utili alla determinazione della rendita presunta.
Tale collaborazione è assicurata dal Consiglio a titolo gratuito, effettuata nell’interesse generale delle Istituzioni coinvolte e della collettività.
Fin qui la notizia.
Il protocollo d'intesa, a livello generale, rappresenta certo una buona notizia e probailmente è destinato a rafforzare l'immagine della categoria in questo particolare settore della pubblica amministrazione, fino ad oggi soprattutto appannaggio di altre figure professionali.
I Dottori Agronomi e Forestali saranno, presumibilmente, più ascoltati, magari convocati a qualche tavolo tecnico e, più in generale, vi sarà maggiore attenzione sulle competenze e le prerogative della nostra categoria.
Si tratta di auspici ma questi documenti rappresentano, usualmente, proprio un punto di partenza per proficue collaborazioni.
Resta però un dubbio, una perplessità e non tanto sul fatto che la categoria debba offrire i propri servigi a titolo gratuito. Qualche sacrificio bisogna pur farlo se si vuole aumentare la visibilità, riconoscibilità e autorevolezza della nostra figura professionale.
La perplessità è se, con questo accordo, la nostra categoria non sconfini in ambiti che non le sono propri, se non si confonda l'attenzione al bene collettivo con il servizio pubblico.
I professionisti, è noto, fanno gli interessi del proprio cliente fintanto che questo legittimo interesse non collida con le normative (sfociando nell'illegalità) oppure non contrasti comunque con l'interesse collettivo. Per questa ragione esistono gli Ordini professionali. Per queste ragioni molte categorie, tra cui quella dei Dottori Agronomi e Forestali, si sono dati codici deontologici.
Il servizio pubblico è invece quanto svolto dalla pubblica amministrazione nell'esclusivo interesse della collettività.
Con il protocollo d'intesa tra l'Agenzia del Territorio e il Conaf i Dottori Agronomi e Forestali "affiancano" gli agenti del fisco in compiti propriamente di pubblica amministrazione che, però, non competono alla categoria in quanto tale.
E' un po' come se l'Ordine nazionale degli avvocati venisse chiamato a dare una mano ai pubblici ministeri per il disbrigo delle pratiche arretrate... sarebbe certamente utile, ma sarebbe anche giusto?
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