La voce dell'agronomo 12/02/2011

Schiaffo degli agrotecnici agli agronomi che rispondono per le rime

Roberto Orlandi definisce l'albo degli agrotecnici, che presiede, “la vera casa dei laureati triennali dell'agricoltura e dell'ambiente”. L'accusa, per l'ordine degli agronomi, è quella di ghettizzare gli agronomo junior


L'elezione Della Dott.ssa Silvia Madama, laureata triennale, a Presidente del Collegio degli agrotecnici di Bologna, con la quale ci congraturiamo, è stata l'occasione sull'house organ “L'Agrotecnico” di gennaio 2011 per un attacco all'Ordine degli agronomi.

In un box dal titolo “nell'albo degli agronomi non sarebbe mai successo”, prima vengono denunciati i limiti dell'agronomo junior, citando però solo quelli ordinisitici, o meglio ancora correlati con i processi elettivi, e poi affermando che “per l'albo degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati è diverso, in quanto questo si è “aperto” ai laureati di primo livello, senza ghettizzarli in alcun modo ed anzi favorendoli dove possibile.” Netta e ancor più chiara l'affermazione del Presidente degli agrotecnici, Roberto Orlandi:“la vera casa dei laureati triennali dell'agricoltura e dell'ambiente”.

Teatro Naturale aveva già in passato criticato l'uso disinvolto e assai aggressivo che il Collegio degli agrotecnici fa della comunicazione all'unico fine di favorire una massiccia campagna acquisti.
Il pezzo apparso su “L'Agrotecnico” è uno spot, tipo pubblicità comparativa, che conferma la nostra sensazione che gli agrotecnici, stretti da una parte dai periti agrari e dall'altra proprio dagli agronomi, stiano cercando disperatamente spazio e una propria identità storico-culturale in un contesto di mercato e di formazione che è assai mutevole e, probabilmente, a loro sfavorevole.

Le accuse mosse all'Ordine degli agronomi sono tuttavia talmente gravi che ci siamo sentiti in dovere di fornire, su queste pagine, al Presidente del Conaf Andrea Sisti il diritto di replica.

- Come giudica l'uscita de “L'Agrotecnico”?
Non è mia intenzione polemizzare con il Presidente Orlandi. Oltre che di cattivo gusto verrei meno a uno dei miei principi. Credo infatti che il ruolo di Presidente di un albo professionale sia prima di tutto di garanzia, verso gli iscritti e verso la collettività. Motivi di tensione con rappresentanti di altri Ordini e Collegi vi possono essere per iniziative che ledono la dignità o le prerogative professionali della nostra categoria ma non mi sembra questo il caso.

- Eppure “L'Agrotecnico” ha accusato implicitamente l'Ordine degli agronomi di ghettizzare i laureati triennali?
Si tratta evidentemente di una forzatura, tra l'altro unicamente basata su regolamenti elettorali che, per definizione, sono mutevoli. Credo che, allo stato attuale, in seno al nostro Ordine, gli iscritti alla sezione B abbiano tutti gli strumenti per far sentire la loro voce. Le loro istanze sono rappresentante anche nel Consiglio Nazionale. Non vi è alcuna ghettizzazione ma una legittima differenziazione tra diversi livelli formativi tra chi ha raggiunto la laurea magistrale e chi si è fermato a quella di primo livello. Tutto dipende da come si interpreta l'inserimento del giovane laureato triennale all'interno di un albo professionale.

- Come viene interpretato dal Conaf?
Come un momento di maturazione e di passaggio. La tendenza in atto nel mercato del lavoro e anche nell'offerta formativa, con la riforma Gelmini, è quella di considerare la laurea triennale come un gradino verso la successiva necessaria specializzazione. La mancanza di questo gradino, nel passato, aveva spesso precluso un approccio precoce col mercato del lavoro, anche professionale. L'accusa che veniva rivolta dalle aziende era quella di avere giovani ben preparati sotto il piano teorico ma non su quello pratico, rendendo necessario un ulteriore periodo di “tirocinio” dopo la laurea magistrale. Oggi, con le lauree di primo livello, è possibile un inserimento nel mercato del lavoro, per acquisire esperienza e “pratica”, senza precludersi la possibilità di una specializzazione.
La laurea triennale non è un traguardo ma un trampolino di lancio e l'Ordine degli agronomi offre la possibilità, attraverso l'iscrizione alla sezione B, di confrontarsi con le tematiche professionali, scegliendo, magari con maggiore cognizione di causa, il proprio percorso formativo di specializzazione.

- L'agronomo junior come professionista in progress?
Questo dipende anche da scelte individuali, dall'ambizione di ciascuno. Nulla vieta naturalmente di rimanere iscritto alla sezione B. L'Ordine degli agronomi vuole tuttavia favorire un percorso di crescita attraverso un costante aggiornamento professionale regolato e disciplinato. Ricordo poi che, grazie ad accordi con tutti gli Atenei italiani, il giovane iscritto alla sezione B potrà avvantaggiarsi dei corsi organizzati dalle strutture ordinistiche anche in ambito universitario, al fine della maturazione di crediti che davvero laureino l'esperienza.

di Alberto Grimelli