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Un suggerimento per aiutare l’olivo durante lo stress idrico

Un suggerimento per aiutare l’olivo durante lo stress idrico

Le piogge, che spesso ricadono a fine luglio, prima decade di agosto, sono una vera "manna dal cielo". Ma si possono utilizzare anche tecniche di agroecologia a costo zero 

28 luglio 2023 | T N

Caro Direttore,
forse non se ne è mai parlato, qui al sud personalmente (sotto la guida di un grande professore di agroecologia dell’Università di Bologna) nel mio oliveto da 30 anni pratichiamo la pacciamatura con le stesse foglie recuperate dalla separazione post-raccolta.

Creiamo così uno strato di circa 10/15 cm che ostacola in primis la crescita di infestanti, non apporta alcun intralcio alle future partitiche agronomiche, rende il suolo più umido e fertile. Basti solo immaginare cosa i microrganismi del suolo facciano in pochi mesi di questa sostanza organica, no?
Certo, l'inerbimento con specie selezionate che riescono anche a tenere lontani parassiti è "storia" più complessa, naturale, ecc.

Inoltre, in riferimento all’articolo La strana relazione tra stress idrico e resa in olio delle olive, una testimonianza.

Altro che "strana relazione". Seppur dotato di grade adattamento l'olivo in funzione delle varietà e la tipologia dei suoli in cui si trova, risente molto dello stress idrico, quindi dell'induzione in olio.
In molte aree e per molte varietà si presenta con grande adattamento, grande chioma, da rendere poco visibili gli effetti.
Vivo nel sud della Calabria, area di grandi olivi mai stati irrigui.
Bene, le piogge, che spesso ricadono a fine luglio, prima decade di agosto, sono una vera "manna dal cielo". L'ho costatato più volte negli anni nel mio oliveto di Ottobratica, situato a Palmi (RC) ad una altitudine di 500 metri sul livello del mare, affacciato sul mare, in direzione sud/ovest ben soleggiato e ventilato.

Quando abbiamo, da oggi al 10 di agosto di queste piogge, la differenza al frantoio si vede per oltre il 30%. Del peso e di resa in olio.

Buon lavoro

Rocco Gaudioso

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