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Produzione di olive più importante della resa in olio, fatevi due conti

Produzione di olive più importante della resa in olio, fatevi due conti

Raccogliamo la sfida di fare due conti sull’importanza dei fattori produttività e resa nell’economia di un’azienda agricola, poiché le vecchie consuetudini sono dure a morire

25 settembre 2024 | C. S.

Salve, 

Permettetemi di dissentire da quanto voi affermare in questo articolo apparso sulla vostra testata on line. 

Un agricoltore che raccoglie q. li 50, con resa 20%, su un ettaro di terreno ha sicuramente meno spese di un agricoltore che ne raccoglie q. li 80,con resa 14,sullo stesso ettaro. A prescindere dal maggior olio prodotto. 

Fatevi due conti e converrete con me di quanto. 

Calcolate nel conteggio: costo frantoio e costo raccolta olive e poi fate il totale del ricavo dell'olio venduto. 

È poi vediamo chi è l'agricoltore più contento 

Cordialmente, 

Massimo de Marco 

Pozzilli (IS) 

Gentile Sig. de Marco,

accettiamo la sua sfida di fare due conti, partendo proprio dagli esempi descritti nell’articolo che valutano non un aumento di produttività tout court ma un aumento del peso delle olive in ragione di un maggior contenuto in acqua delle stesse. Il numero di frutti ad albero, dunque, è lo stesso. Il costo della raccolta olive è identico. Un operaio non ci metterà di più a raccogliere la stessa oliva che pesa 5 grammi anziché 4.

Poi, se per costo di raccolta, intende contratti di appalto, di compartecipazione o simili (tipo 50 euro per ogni quintale di olive raccolte o 6 kg di olio ogni quintale di olive raccolte…) allora entra in gioco la trattativa tra azienda e fornitore. E’ chiaro che il prezzo non potrà essere uguale tra raccogliere olive avvizzite, o alberi scarichi di frutti, e olive piene di acqua, o oliveto in piena carica. Una simile equivalenza è non solo contro il mercato, e infatti ci risulta che i fornitori tali differenze le facciano, ma anche contro il buon senso.

I generi di conti che si possono fare su una rivista di settore debbono partire da una base standard, che consideri il costo del lavoro di un operaio avventizio assunto dall’azienda per l’operazione colturale e non, evidentemente, il costo personalizzato di un cottimista, tagliato e misurato sulle condizioni aziendali.

Quindi includiamo nei costi indicati quelli di raccolta.

Per raccogliere un ettaro di oliveto di 30-40 anni, 300 piante ad ettaro, una squadra di 3 persone impiega circa 3 giorni con abbacchiatori elettrici/pneumatici. Quindi un totale di 72 ore lavorative. A un costo standard di circa 9 euro/ora, avremo un costo di manodopera di circa 648 euro. Vogliamo venirle incontro e considerare maggiori tempi di raccolta/movimentazione per complessive 10 ore (un’ora in più al giorno per operaio per ognuno dei tre giorni di raccolta). Il costo diventa 738 euro.

Andiamo ai costi di molitura che consideriamo in 20 euro/quintale, come media nord-sud Italia. Per 50 quintali di olive sono 1000 euro e per 80 quintali di olive sono 1600 euro.

Quindi avremo un costo complessivo di 2944 euro per l’ipotesi di 50 quintali di olive ad ettaro e 3634 euro per l’ipotesi di 80 quintali di olive ad ettaro.

Andiamo ai ricavi, ipotizzando una vendita di olio sfuso a 8 euro/kg.

Nel caso di 50 quintali di olive al 20% avremo 1000 kg di olio, ovvero 8000 euro.

Nel caso di 80 quintali di olive al 14% avremo 1120 kg di olio, per 8960 euro.

IPOTESI A) 50 quintali ad ettaro al 20%

Ricavi 8000 euro – Costi 648 euro = Guadagno 7352 euro

IPOTESI B) 80 quintali ad ettaro al 14%

Ricavi 8960 euro – Costi 738 = Guadagno 8222 euro

Ovvio che il lato ricavo, ovvero il prezzo a chilo di olio è determinante. Tanto più sarà basso e più la resa diventerà importante poiché aumenterà l’importanza relativa dei costi rispetto ai ricavi.

Per calcolare il punto di pareggio, ovvero il prezzo minimo dell’olio oltre il quale diventa più importante la produttività rispetto alla resa (ovvero i ricavi rispetto ai costi), si utilizza il metodo del giudizio di convenienza.

Raccolta la sfida le abbiamo dimostrato, conti alla mano, chi è l’olivicoltore più contento.

Cordiali saluti

Graziano Alderighi