La voce dei lettori 24/05/2019

Olivi resistenti e tolleranti alla Xylella, è ora di fare chiarezza

Olivi resistenti e tolleranti alla Xylella, è ora di fare chiarezza

Oltre a Leccino e FS17 c'è di più? Un olivo del campo di Giorgio Greco appare indenne, nonostante Cellina di Nardò e Ogliarola Salentina stiano cedendo a Xylella fastidiosa. Il tema dello studio della resistenza appare determinante per dare un futuro all'olivicoltura italiana


Spett. Teatro Naturale,

dei 9 alberi su 34 presenti nel campo sperimentale “La Scelta” che, fino a qualche mese fa,  continuavano a resistere,  

https://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/la-voce-dei-lettori/27057-xylella-in-salento-e-stato-un-errore-ripiantare-l-ogliarola.htm

anche gli 8 appartenenti alla varietà Cellina di Nardò mostrano segni evidenti di cedimento. Credo siano destinati anch’essi al disseccamento, comunque meno rapido di come è avvenuto per la varietà Ogliarola di Lecce; sono trascorsi, infatti, circa 6 anni dai primi segnali della malattia in zona.

L’attenzione, ora, è rivolta all’albero numero 9 che, a tutt’oggi, appare addirittura indenne e sta regolarmente emettendo nuovi germogli e fruttificando in un vasto contesto spettrale. Qui qualcuno lo classifica, genericamente, come olivo barese in quanto produce olive nere e più grosse, ma nessuno sa dirmi esattamente a quale varietà specifica appartiene; chiedo lumi agli esperti in materia attraverso le foto inviate. Sarebbe interessante avere una risposta in quanto rappresenterebbe un’indicazione importante per un futuro reimpianto che dia una certa sicurezza.

https://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/la-voce-dei-lettori/21450-una-nuova-stagione-per-gli-olivi-salentini-e-sia-vera-svolta.htm

Giorgio Greco

Buongiorno Sig. Greco,

al momento, come lei certamente saprà, le uniche varietà considerate tolleranti a Xylella fastidiosa (ovvero capaci di resistere nonostante vengano infettate) sono Leccino e FS17.

La ricerca continua, naturalmente, ma al momento queste due cultivar sono le uniche autorizzate per l'eventuale reimpianto.

E' noto che queste varietà, per le condizioni geopedologiche e ambientali del Salento, possono presentare problemi di fruttificazione e possono ambientarsi con maggiore difficoltà, stando anche alle testimonianze, peraltro piuttosto contradditorie, di chi ha impianti in produzione con Leccino e FS17.

Al momento sono in corso studi per determinare i processi di resistenza messi in atto per contrastare il batterio, verificare i geni coinvolti e così determinare quali altre varietà italiane e internazionali potrebbero essere tolleranti a Xylella.

Al momento non si conoscono invece varietà di olivo immuni, ovvero capaci di resistere all'infezione.

Per quanto riguarda la sua specifica pianta potrebbe trattarsi di Ogliarola barese, appartenente al grande raggruppamento dei Frantoi, a cui appartiene anche l'FS17. L'unico modo per esserne certi sarebbe un'analisi del DNA e, per ulteriore scrupolo, un test Elisa per riscontrare la presenza di Xylella ed eventualmente l'entità dell'infezione.

Cordiali saluti

Alberto Grimelli

di T N

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Commenti 2

Giorgio Greco
Giorgio Greco
06 ottobre 2019 ore 13:51

Dott. Grimelli, pare non si tratti di Ogliarola Barese ma risulterebbe appartente alla famiglia varietale del Leccino. Mi sono state date indicazioni sul posto da parte di una persona competente. Oltre al colore della foglia lo riconoscerebbe anche dal frutto presente in questo periodo, grosso e ricoperto da una patina biancastra.

Un saluto

Giorgio Greco
Giorgio Greco
24 maggio 2019 ore 16:08

Confrontando le notizie relative a questa cultivar, ricavate da internet, con le caratteristiche dell'albero del mio campo è molto probabile che si tratti di Ogliarola Barese. La forma e il colore della foglia corrispondono; anche il frutto appare simile. Un particolare che riscontro è anche quello della corteccia lacerata nei rami e nel tronco dovuto ai repentini sbalzi di temperatura. Questa pianta è particolarmente sensibile al gelo.
La ringrazio, Dott. Grimelli, per il preziosissimo contributo.

Salute

Giorgio Greco