La voce dei lettori
Decreto controlli: nessuno vuole uccidere il biologico
Ci scrive Paolo Carnemolla, Presidente Federbio: " il testo della riforma così com’è scritto non piace affatto, ma non per questo riteniamo che il ministro Martina voglia demolire il settore biologico, né intendiamo certo sottrarci alla discussione sulle criticità di oltre 20 anni di applicazione di un sistema di certificazione che, accanto a indiscussi meriti, ha mostrato evidenti difettosità"
30 agosto 2017 | T N
Spett. Redazione,
in merito a quanto pubblicato dalla vostra testata riguardo alla decisione del consorzio “Il Biologico” di rendere pubbliche le ragioni delle proprie dimissioni da socio di FederBio (ndr Il mondo del biologico si spacca per il decreto controlli), intendiamo precisare quanto segue:
- La Federazione prende atto della decisione ma desidera chiarire che per mesi non ha avuto l’opportunità di un confronto diretto con il consorzio, nemmeno nell’ambito del Consiglio Direttivo e nelle assemblee sociali, nonostante il Presidente Nori e l’AD della controllata CCPB srl Piva ne facessero parte da sempre e anche con ruoli di responsabilità.
- Questo comportamento testimonia il momento di evidente difficoltà in cui il sistema del consorzio e dell’organismo di certificazione CCPB srl attraversano, a fronte di una evidente confusione di ruoli fra proprietà e organismo di certificazione controllato e di una proposta di riforma del sistema di certificazione che certamente richiederà profondi cambiamenti ad un’organizzazione che da tempo ha deciso di non riconoscersi più nemmeno nel Codice etico di FederBio, che vieta tariffari degli organismi di certificazione a percentuale sui fatturati delle imprese, pur di tutelare i propri interessi economici.
- Anche a FederBio il testo della riforma così com’è scritto non piace affatto, ma non per questo riteniamo che il ministro Martina voglia demolire il settore biologico, né intendiamo certo sottrarci alla discussione sulle criticità di oltre 20 anni di applicazione di un sistema di certificazione che, accanto a indiscussi meriti, ha mostrato evidenti difettosità. E’ comprensibile che chi è toccato direttamente nei proprio interessi economici e di relazioni reagisca duramente di fronte a un cambiamento che imporrà di mutare anche profondamente un’organizzazione e un’economia aziendale consolidati in più di un ventennio. Ma non si può pretendere che un’organizzazione come Federbio, che rappresenta tutta la filiera (dalla produzione fino alla distribuzione, passando anche per la certificazione) difenda interessi particolari, assumendo posizioni corporative e “negazioniste”. Il Position Paper di FederBio sulla riforma del sistema di certificazione è frutto di un confronto ampio fra tutte le componenti della federazione, a cui solo il consorzio “Il Biologico” ha voluto sottrarsi.
- La federazione si augura che il sistema delle imprese che fa capo al consorzio Il Biologico comprenda la pretestuosità e pericolosità del comportamento assunto da proprio organo amministrativo in un momento in cui ogni divisione e contrapposizione interna al settore rischia di agevolare soluzioni normative affrettate e di distrarre tutti noi dalla necessità di impegnare il Parlamento per una rapida approvazione del Disegno di legge sull’agricoltura biologica, già votato a larghissima maggioranza dalla Camera e ora in discussione al Senato, e il Governo per una riforma vera e utile del sistema di certificazione.
Distinti saluti,
Paolo Carnemolla - Presidente FederBio
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