La voce dei lettori

Occorre ristabilire un clima di fiducia tra l'olio d'oliva e le famiglie italiane

Ci scrive Pippo Ricciardo dalla Sicilia: “l'approccio all'olivo e all'olio al femminile ha una sua peculiarità: la forte consapevolezza che in campagna ci vuole una gestione diversa da quella del passato e nettamente indirizzata alla imprenditorialità”

11 marzo 2015 | T N

Spett. Redazione,

sono un agronomo, dirigente della regione siciliana, impegnato da tempo in progetti di sviluppo dell'olivicoltura e della filiera portati avanti dalla mia amministrazione. Giusto sabato scorso, abbiamo organizzato in un'azienda del messinese una dimostrazione su come si pota l'olivo, seguita da olivicoltori del luogo, in maggioranza donne. E' infatti in ascesa da queste parti il numero di donne che si avvicinano all'olivicoltura e all’agricoltura in genere con l'intento di prendere le redini delle aziende, anche per trasferire il loro entusiasmo ai figli studenti che non vedono di buon occhio la campagna o sconoscono, per carenza culturale o pregiudizio, le potenzialità attuali. Questo approccio all'olivo e all'olio al femminile ha una sua peculiarità: la forte consapevolezza che in campagna ci vuole una gestione diversa da quella del passato e nettamente indirizzata alla imprenditorialità.

Scrivendovi, infatti, mi volevo collegare al recente articolo apparso su T.N. "Una pessima annata e la forza delle donne" a cui questa mia breve premessa, penso, si rifà per sottolineare quanto vi sia bisogno in agricoltura e nella divulgazione del nostro caro olio di oliva di donne che si sono impegnate e si stanno impegnando per far valere le ragioni della qualità ai fini di una completa affermazione dell'olio di oliva nei consumi quotidiani.

Siamo quindi, a mio parere, in una fase particolare dell'evoluzione di questo prodotto che può diventare decisiva se mettiamo al centro dei processi di sviluppo imprenditoriale anche e soprattutto le donne e le madri che in Sicilia, così come altrove, hanno un ruolo importante e di leadership.

Le annate di crisi purtroppo si verificano, si ha difficoltà a reperire il prodotto o ad onorare gli impegni con i clienti di fiducia, ma c’è anche dell’ottimo olio che rimane invenduto per vari motivi, non ultimi i prezzi elevati, il timore che possa essere non genuino, mescolato con quello dell’anno precedente, ecc..

Di fronte a ciò, notizie ripetute su frodi e su “qualità scadente” degli oli, impongono riflessioni e visioni diverse dei problemi affrontandoli con campagne culturali sull’olio di oliva svolte, perché no?, da donne imprenditrici preparate, anche giovani, meglio se con mezzi di comunicazione moderni ed immediati ovvero con veri e propri “happening” che coinvolgono la gente e i giovani.

Insomma pensiamo positivo e meno enfasi per gli alchil-esteri o gli allergeni e i tecnicismi che causano comunque gran confusione e apprensione nei consumatori che si avvicinano all’olio di oliva.

Si fideranno di più dello zenzero…….

Cordiali saluti

Pippo Ricciardo

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