Editoriali

Giusto prezzo per l'olio extra vergine di oliva italiano è dignità per olivicoltori e frantoiani

La legge Salva Olio all’articolo 11 ha regolamentato le vendite sottocosto ma non basta, occorrono anche gesti di coraggio come quelli di Giovanni Pomarico che ha sospeso nei supermercati Dok e Famila la promozione dell'olio comunitario

17 gennaio 2020 | Colomba Mongiello

Felice anniversario olio extravergine di oliva. L’architrave della dieta mediterranea, l’evo, cosi come viene identificato nella sua carta di identità’ compie 60 anni e in questi giorni il COI celebra l’eccellenza dell’olio dando grande risalto alla scelta compiuta anni fa dall’Italia con una etichetta che divenne poi universale nel panorama olivicolo mondiale. Ma non sarà una festa per l’oro verde prodotto in tutte le regioni italiane frutto di una cultura millenaria ricco di polifenoli e salute. Attaccato da una concorrenza al ribasso della Spagna che ha scelto di produrre quantità a basso prezzo, dalla peste degli ulivi che ha terrorizzato i produttori del Salento e reso spettrale il loro paesaggio, dalle campagne sottocosto della grande distribuzione che vende un prodotto che non copre neanche il costo della bottiglia senza olio, c’è da chiedersi quale sarà il futuro dell’olio extravergine di oliva italiano. Messo in sicurezza dalla legge ‘salvaolio’ del 14 gennaio 2013 che ha previsto norme sulla commercializzazione e prevenzione contro le frodi, l’evo italiano non riesce ancora ad essere riconosciuto sui mercati e dal consumatore come un prodotto di eccellenza frutto della sapienza degli olivicoltori e della trasformazione dei frantoiani. Lo scorso anno il crollo della produzione olearia italiana determinò l’arrivo di quantità enormi di olio comunitario ed extra UE. Quanto di questo prodotto è stato classificato in maniera corretta o blendizzato per diventare olio italiano ingannando i consumatori!! In Italia la produzione nazionale è insufficiente per coprire il consumo domestico: ci vorrebbe esattamente il doppio per i consumi interni e più del triplo per il mercato estero la cui richiesta di prodotto italiano è sempre in crescita. Quest’anno si è gridato al miracolo della produzione , Il clima ha favorito lo sviluppo dell’olivo: il caldo estivo e la bassa umidità, in particolare, hanno evitato gli attacchi della mosca olearia, e secondo i produttori la qualità dell’olio extravergine d’oliva è eccellente, soprattutto grazie agli interventi e alle spese sostenute dagli agricoltori nei mesi estivi per l’irrigazione dei campi, e l’anticipo della raccolta del prodotto fatto dai produttori. Nonostante l’entusiasmo ci attestiamo sempre su 300/350 mila tonnellate nelle annate migliori. Nello specifico, la produzione italiana di quest’anno è stimata a intorno alle 330 mila tonnellate di olio, quasi il doppio rispetto ai minimi delle 175 mila tonnellate del 2018, ma ancora lontana dalle 428 mila tonnellate del 2017, una delle migliori annate del decennio, inferiore solo al 2015. Nonostante la Xylella la Puglia si conferma la regione guida nella ripresa della produzione di olio grazie soprattutto al recupero dei territori olivicoli delle province di Bari, nella Bat e Foggia, zone falcidiate dalla gelata nel febbraio 2018. Ma non sono i numeri della produzione a fare ricca una filiera ma soprattutto la sua qualità che coinvolge oltre 400 mila aziende agricole specializzate e che può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, un enorme scrigno di biodiversità del mondo che nelle regioni vocate rappresenta il 10% del Pil agricolo. Su questo terreno l’Italia compete con la Spagna che stima per quest’anno una produzione di 1,35 milioni di tonnellate di olio d’oliva e Grecia che, in linea con l’incremento italiano, dovrebbe passare da 185 mila a 300 mila tonnellate.

Ebbene se l’olio italiano è riconosciuto per le sue proprietà ( polifenoli, acido oleico) da essere considerato un vero e proprio toccasana per la salute c’è da chiedersi perché mai è possibile trovare nella grande distribuzione olio a prezzi sottocosto che non coprono neanche i costi di produzione...Eppure la legge salvaolio all’art 11 ha regolamentato le vendite sottocosto: “La vendita dell’olio sottocosto e' soggetta a comunicazione al comune dove e' ubicato l'esercizio commerciale almeno venti giorni prima dell'inizio e puo' essere effettuata solo una volta nel corso dell'anno. E' comunque vietata la vendita sottocosto effettuata da un esercizio commerciale che, da solo o congiuntamente a quelli dello stesso gruppo di cui fa parte, detiene una quota superiore al 10 per cento della superficie di vendita complessiva esistente nel territorio della provincia dove ha sede l'esercizio”. Norme che avevano superato anche la scure dell’antitrust e completamente disattese perché pochi sono i controlli nella rete della distribuzione e l’olio rappresenta insieme alla pasta il prodotto civetta per eccellenza nella gdo e venduto quasi sempre sottocosto. Nei giorni scorsi la professoressa Maria Clodoveo dell’Università di Bari ha organizzato una raccolta firme per una petizione contro l’utilizzo dell'olio extra vergine di oliva come prodotto civetta definito uno “ uno strumento di ‘ disinformazione’ per il consumatore medio che costituisce “ una aggressione per l'economia agroalimentare italiana. La petizione invoca una legge che vieti l’utilizzo dell’olio extravergine sui volantini allo scopo di influenzare il comportamento dei consumatori senza considerare le conseguenze ed i danni arrecati alla filiera olivicola olearia nazionale. La petizione ha creato il logo: No evoo low cost, un motto che sintetizza un concetto semplice: l’olio extra vergine a bassa qualità e a basso prezzo non esiste: o non è olio italiano o semplicemente non è olio extra vergine. Ma il consumatore può fare la differenza? Certo se ha la giusta e corretta informazione e non viene confuso dal prezzo, se riesce a riconoscere un prodotto che non è solo gusto e sapienza ma anche salute e benessere e come tale deve avere il giusto prezzo. Il tentativo coraggioso del presidente pugliese di Megamark , Giovanni Pomarico va in questa direzione. Pomarico ha annunciato con un comunicato volantino apparso su tutte le testate pugliesi una campagna di sostegno all'olio extravergine italiano e pugliese, partendo dalla sospensione nei supermercati DOK e FAMILA della promozione dell'olio comunitario. Il tentativo di Pomarico è di sensibilizzare non solo i consumatori ma anche altre catene di supermercati a seguirlo in questa iniziativa coraggiosa prima nel suo genere.

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