Editoriali
L'olio di Calabria vincente nel mondo. I giovani lo sanno e ci scommettono
12 ottobre 2013 | Rosario Franco
L’eccellenza degli oli calabresi viene ormai riconosciuta da tanti comprese le giurie internazionali, che si occupano di concorsi nel mondo dell’olio.
La regione Calabria, grazie al costante impegno dell’Assessorato all’Agricoltura guidato con sapienza dall’On. Michele Trematerra che è coadiuvato nelle sue funzioni dal Dirigente Generale del Dipartimento Giuseppe Zimbalatti, ha posto in primo piano della sua azione di governo, la valorizzazione di tutto il settore olivicolo oleario regionale, affrontando così, tutte le varie problematiche che riguardano l’intero comparto.
La Calabria ha approvato, l’unica regione in Italia l’elaioteca regionale con lo scopo di dare un impulso innovativo nella valorizzazione dei prodotti oleari.
Altra idea innovativa, è quella di fornire a tutti i ristoranti regionali un cosiddetto “Carrello degli Oli” che appena pronto, sarà distribuito nei trenta migliori ristoranti della regione. Percorso che viene completato dalla stampa di una brochure e di un atlante.
Questa è una grande scommessa per rilanciare adeguatamente tutto il settore considerato che l’olivicoltura oltre ad essere l’attività agricola più interessante e rappresenta per tutti i calabresi un grande patrimonio naturalistico ambientale ed anche economico che per il futuro va gestito adeguatamente.
C’è comunque tra gli olivicoltori una evidente diffidenza, legata per lo più alla difficoltà che hanno gli oli calabresi tipici e di qualità di consacrarsi definitivamente sul mercato nazionali ed internazionale. Le partite d’olio trovano non poche difficoltà ad essere commercializzate tanto da far dubitare che coltiva gli oliveti, sull’effettivo vantaggio di produrre qualità a prezzi sicuramente più elevati.
Gli olivicoltori calabresi mostrano quindi uno scetticismo che a volte può apparire smisurato, pur sapendo che la parte politica sta lavorando solo con l’intento di migliorare e dare un impulso nuovo a tutto il settore.
Siamo comunque convinti che la strada per dare una svolta alla situazione attuale, che si trascina a tutti i livelli da decenni, appare ormai già tracciata.
Anche in Calabria.
Basta saper riconoscere e valutare il lavoro di decine di giovani produttori di olio, in famiglie giunte alla seconda o alla terza generazione d’impegno in questo settore, che hanno dimostrato di aver già cambiato la maniera di veder le cose. Guardano avanti senza condizionamenti, abbandonano le consuetudini e sanno fare impresa. E non solo a livello produttivo, con la raccolta all’invaiatura superficiale e l’estrazione immediata, dettagli centrali, importanti, ma che da soli non risolvono il problema.
I giovani calabresi dell’olio hanno capito bene l’importanza di essere padroni della loro attività, di doversi svincolare dalle consuetudini, di non dover dipendere dall’assistenzialismo fine a se stesso, ma soprattutto di poter disegnare da soli un percorso vincente, costruendone in maniera consapevole le tappe. Responsabilità diretta delle nuove generazioni, quindi, fatte di ragazze e ragazzi che hanno studiato, magari lontano dalla loro terra, hanno formato la loro mente professionale svincolandola dalle consuetudini di famiglia ed al termine del loro percorso sono tornati a casa, per dare da protagonisti un futuro diverso all’azienda di famiglia, diventando cultori e difensori della tipicità reale dell’olio calabrese, delle decine di cultivar che la caratterizzano, affidandosi con fiducia alla certificazione.
La Calabria è una regione a forte vocazione olivicola e non solo. La punta dello stivale infatti è tra le maggiori produttrici di olio di oliva in Italia e, nelle ultime annate contende il primato nazionale ad un altra regione italiane. Le coltivazioni delle olive calabresi incide per il 25% circa sul totale nazionale e le caratteristiche organolettiche dei migliori oli calabresi li pongono al livello dei più conosciuti e pregiati oli mondiali. L’olivicoltura calabrese ha radici storiche antichissime che si spingono nel periodo della Magna Grecia. L’area coltivata ad olivo interessa una superficie di circa 200.000 mila ettari di cui 170.000 ha, in coltura specializzata e il resto in coltura promiscua. Ogni anno in Calabria vengono prodotti circa 10 milioni di quintali di olive da cui si ottengono 2,2 milioni di quintali di olio. Nella regione tutti sono convinti che è questa la strada da percorrere per valorizzare definitivamente da tutti i punti di vista un prodotto d’eccellenza come l’olio, dove non è raro sentire tra i profumi le essenze tipiche della macchia mediterranea.
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