Associazioni di idee
Via libera al Mercosur solo con reciprocità dei sistemi produttivi
L’accordo prevede la liberalizzazione dell’82% delle importazioni di prodotti agricoli dai Paesi Mercosur, aumentando in sei anni i quantitativi importabili in Europa a dazio preferenziale e in alcuni casi azzerando totalmente le tariffe
19 febbraio 2025 | 10:00 | C. S.
“La cooperazione agroalimentare ha sempre accolto con favore gli accordi di libero scambio con i Paesi Terzi, che favoriscono l’accesso ai mercati esteri dei prodotti Made in Italy consentendo alle nostre cooperative di ampliare le destinazioni delle loro vendite: ciò nonostante, siamo contrari all’accordo tra l’Ue e il Mercosur perché non viene garantita alcuna reciprocità per le nostre produzioni”. Lo ha dichiarato il Presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei intervenendo oggi, in rappresentanza anche di Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, in una audizione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati nell’ambito di una indagine conoscitiva sulle ricadute sul sistema agroalimentare italiano dell’Accordo di libero scambio siglato lo scorso dicembre tra l’UE e i quattro paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay).
L’accordo prevede la liberalizzazione dell’82% delle importazioni di prodotti agricoli dai Paesi Mercosur, aumentando in sei anni i quantitativi importabili in Europa a dazio preferenziale e in alcuni casi azzerando totalmente le tariffe.
Il presidente Drei ha fornito nel corso dell’audizione una riflessione sul tema dei dazi che “non vanno visti necessariamente - ha spiegato - come una misura protezionistica, ossia come una mera difesa delle produzioni fatte all’interno dei nostri confini”. “I dazi servono piuttosto – ha dichiarato - a riequilibrare un vero e proprio gap competitivo che si viene a creare tra sistemi produttivi completamente diversi, a tutto discapito delle nostre produzioni. I dazi agiscono quindi per limitare tale deformazione e ad evitare che acquisiscano ulteriori quote di mercato prodotti di Paesi terzi che non rispettano le rigide regole in tema di sostenibilità ambientale, uso di sostanze attive e rispetto delle condizioni di lavoro che invece l’Europa si è imposta da tempo”.
“La reciprocità che noi auspichiamo – ha proseguito Drei – deve riguardare l’intero processo produttivo: non è sufficiente che i prodotti finali presentino requisiti in linea con le norme comunitarie quando vengono sottoposti ai controlli alle dogane”.
“Pur non disconoscendo che l’intesa commerciale soddisfi settori europei che oggi faticano ad esportare nei quattro Paesi Mercosur a causa dei dazi, come il settore lattiero-caseario, il vitivinicolo, e che sia previsto il riconoscimento e la tutela di 348 prodotti a Indicazione Geografica dell’UE, di cui 57 italiane, noi riteniamo tuttavia – ha concluso Drei – che questi elementi positivi vengano offuscati da una sostanziale mancanza di un impegno a garantire condizioni di parità per quanto riguarda gli standard di produzione e la protezione animale e ambientale”.
Il Presidente di Fedagripesca Confcooperative, accompagnato in audizione dal Presidente di Agci Agrital Giampaolo Buonfiglio e dal responsabile ufficio legislativo di Legacoop Agroalimentare Gabriel Cecchini - si è soffermato in particolare sui fitofarmaci, evidenziando come le liste delle sostanze attive ammesse nei Paesi del Mercosur sia più ampia rispetto a quelle ammesse nell’Unione europea. In Brasile il volume dei pesticidi venduti è quadruplicato dal 2000 al 2020. Il 27% dei pesticidi utilizzati nel 2020 sono stati vietati nell'UE. E nel febbraio 2023 il Ministero dell'Agricoltura brasiliano ha rilasciato o rinnovato 42 prodotti agrochimici, tra cui 24 vietati nell'Unione Europea.
“Per evitare che con l’apertura del mercato europeo a operatori che non hanno obblighi equiparabili a quelli UE si vada di fatto configurando uno squilibrio competitivo,– ha concluso il presidente Drei - riteniamo cruciale che nell’addendum sulla sostenibilità previsto si faccia chiarezza circa gli standard e i requisiti in termini di sostenibilità ambientale, benessere animale ai quali anche gli operatori del Mercosur devono adeguarsi”.
Potrebbero interessarti
Associazioni di idee
Cucina Italiana, per i frantoiani è un traguardo storico, l’olio extravergine d'oliva è l’essenza culturale del nostro Paese
Per noi frantoiani rappresenta un riconoscimento doppio: l’olio extravergine d’oliva non è solo un alimento, ma un simbolo identitario, il frutto di una sapienza che unisce territori, famiglie, imprese e paesaggi
14 dicembre 2025 | 16:00
Associazioni di idee
Olivi sradicati e olivicoltori palestinesi ridotti alla fame
Agli olivicoltori palestinesi viene impedito di poter vendere liberamente le proprie olive, come è stato messo in evidenza lucidamente e drammaticamente nella recente audizione dell’imprenditore Ziad Anabtawi, davanti alla Commissione Esteri e Difesa del Senato della Repubblica Italiana.
14 dicembre 2025 | 10:00
Associazioni di idee
Olio a 5 euro o extravergine italiano? Una scelta di cuore
L’acquisto di un extravergine italiano può diventare un momento esso stesso di festa per celebrare il vero spirito del Natale. L'olio di oliva a 5 euro a scaffale non è un affare come può sembrare
12 dicembre 2025 | 08:45
Associazioni di idee
La cucina italiana è Patrimonio dell’Umanità: nell’olio la sua identità più profonda
L’olio extra vergine di oliva, con l’incredibile varietà dei nostri monovarietali, è uno dei pilastri di questo racconto del gusto e dell’identità italiana. L’olio non è un semplice condimento, ma un ingrediente culturale
11 dicembre 2025 | 08:30
Associazioni di idee
Il filo d'olio d'oliva nel piatto è l'essenza della Cucina Italiana oggi patrimonio Unesco
Il filo d’olio a crudo che spopola in televisione non può e non deve essere banalizzato ma, con il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio Unesco, deve diventare esso stesso un momento culturale di gioia
10 dicembre 2025 | 17:30
Associazioni di idee
La pesca italiana sta morendo: L'UE uccide il settore
Pescatori a Tavola sta denunciando una proposta dell’Unione Europea che, se approvata, equivale a “la morte della pesca italiana”. La Commissione propone per il 2026 una riduzione dello sforzo di pesca del 64%
09 dicembre 2025 | 11:30