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I danni per l'olivo e le olive in Puglia tra storni e grandine

I danni per l'olivo e le olive in Puglia tra storni e grandine

Danni per l'olivicoltura tra il 30 e il 60% nelle province di Bari, Brindisi e sul Gargano, mentre a Taranto si è abbattuta una violenta grandinata. La produzione di olio di oliva è già compromessa?

24 luglio 2024 | C. S.

Bollettino di guerra in campagna dopo l’improvvisa ondata di maltempo che ha sospeso momentaneamente la morsa del caldo con  tempeste di fulmini, violente grandinate e raffiche di vento, che hanno colpito oliveti e campi di ortaggi, agrumeti e vigneti di uva da vino, ma anche i tendoni di uva da tavola hanno ceduto sotto l’attacco della grandine. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione alla ondata di maltempo che si è abbattuta sui campi,  dopo le prime verifiche in campagna in provincia di Taranto, dove nell’epicentro a Castellaneta e Palagiano la violenta grandinata ha piegato i tendoni di uva, ma vento e grandine hanno spazzato via anche le olive dagli alberi.

Sono 52 gli eventi estremi che si sono abbattuti sulla Puglia da gennaio 2024 ad oggi - aggiunge Coldiretti Puglia su dati ESWD - falcidiando le produzioni, con la siccità che ha ridotto allo stremo le campagne in Puglia, facendo perdere in media 1/3 delle produzioni.

La caduta della grandine nelle campagne – sottolinea la Coldiretti regionale – è la più dannosa per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro. La grandine – spiega la Coldiretti – colpisce i frutticini proprio nei primi giorni di formazione in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione.

Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.

Gli storni colpiscono l'olivicoltura pugliese

Contro gli storni che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno è stata autorizzata la caccia in deroga in Puglia, nelle aree olivetate di Bari e Brindisi e sul Gargano nell’epicentro tra San Giovanni Rotondo e Manfredonia, dove il fenomeno delle nubi di uccelli è divenuto quotidiano e pressante.  A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione alla delibera di Giunta regionale che consente il prelievo in deroga degli storni nella piana olivetata litoranea tra le province di Bari e Brindisi e nella fascia pedegarganica della provincia di Foggia dal 10 novembre 2024 al 19 gennaio 2025, quando è in corso la campagna di raccolta e le olive sono a rischio depredazione da parte degli storni.

Il prelievo in deroga della specie “storno” (Sturnus vulgaris) è consentito – aggiunge Coldiretti Puglia - nell’area della “Piana olivetata litoranea tra le province di Bari e Brindisi”, individuata nei territori dei comuni di Polignano a Mare, Castellana Grotte, Monopoli, Conversano, Alberobello, Locorotondo (Bari) e Fasano, Cisternino, Ostuni, Ceglie Messapica, Villa Castelli, Francavilla Fontana, San Michele Salentino, Latiano, Carovigno, San Vito dei Normanni, Mesagne, Oria e Brindisi (Brindisi), e nell’area “Fascia pedegarganica della provincia di Foggia”, individuata nei territori dei comuni di Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Rignano Garganico, Apricena, Poggio Imperiale, Lesina, Sannicandro Garganico e Cagnano Varano (Foggia).

Particolarmente colpito dagli storni il settore olivicolo nelle province di Bari, Brindisi e sul Gargano ed il danno si attesta tra il 30 ed oltre il 60% - spiega Coldiretti Puglia - a carico degli olivi. Oltre al danno diretto, non vanno sottovalutati i danni indiretti. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive – insiste Coldiretti Puglia – e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato. Gli storni trovano ristoro notturno nelle aree protette, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale.

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