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Un nuovo Piano Olivicolo Nazionale per produrre 600 mila tonnellate di olio di oliva

La CIA punta tutto su un Commissario straordinario per la gestione di Xylella fastidiosa mentre il sottosegretario La Pietra vuole irrigazione e meccanizzazione per l'olivicoltura
22 luglio 2024 | C. S.
Era il 2015/16 quando si varò il Piano Olivicolo Nazionale che prevedeva uno stanziamento di 30 milioni di euro per il comparto e voleva anche coordinare, in un'unica cabina di regia, i fondi a disposizione delle Regioni con i PSR.
L'obiettivo, dichiarato allora nei documenti ufficiali, era di far tornare l'Italia a produrre 500 mila tonnellate di olio di oliva nel giro di un decennio. L'obiettivo non è stato raggiunto e nemmeno si vedono dei progressi nel suo raggiungimento. Da ormai molti anni l'Italia dell'olio di oliva veleggia sulle 250-350 mila tonnellate di produzione, tra anno di carica e di scarica.
Ora il Ministero della sovranità alimentare pensa a un nuovo Piano Olivicolo Nazionale, ancor più ambizioso, per portare la produzione nazionale a 600 mila tonnellate.
Occorre adottare un Piano olivicolo nazionale per dare nuovo slancio all'intero comparto. Un settore questo davvero strategico per l’agroalimentare italiano. Quanto condiviso nel convegno che si è tenuto nella sede di Finoliva Global Service e che ha visto intervenire il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra; il presidente nazionale di Cia nazionale, Cristiano Fini; il presidente di Italia Olivicola nonché presidente regionale e vicepresidente nazionale Cia, Gennaro Sicolo; il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo; il presidente nazionale di Legacoop, Cristian Maretti, il presidente di Finoliva Global Service, Benedetto Fracchiolla, e il direttore del dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone.
"La Puglia è centrale nel percorso che abbiamo avviato -ha dichiarato il sottosegretario La Pietra-. Abbiamo prima convocato un tavolo preliminare di confronto seguito dalla manifestazione internazionale del Coi che dopo tanto tempo si è di nuovo svolta in Italia. Ora abbiamo inviato alle associazioni la richiesta di designare un loro rappresentante nei successivi tavoli tecnici che daranno forma al Piano olivicolo nazionale. In questo contesto verrà affrontato il tema della Xylella".
"Dobbiamo partite dalla Puglia -ha aggiunto il presidente regionale di Cia, Gennaro Sicolo- perché abbiamo tre province bruciate dal batterio. Ci vuole perciò un commissario straordinario che possa coordinare le attività di contenimento della diffusione della Xylella. Oggi invece ognuno fa da sé con risultati per niente affatto non soddisfacenti. Un commissario straordinario dunque e adeguati investimenti nella ricerca scientifica". Inoltre, non solo gli agricoltori ma anche e soprattutto le pubbliche amministrazioni devono adottare le necessarie misure fitosanitarie quali arature, fresature, erpicature e trinciature previste dal Piano d’azione, in ottemperanza anche alle circolari diramate dall’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia".
Anche il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini ha rimarcato l'urgenza di un commissario straordinario per la gestione dell'emergenza Xylella: "Bisogna da un lato procedere con gli espianti delle piante malate che fanno proliferare il batterio e deturpano il paesaggio e dall'altro lato attivare un piano di rilancio del settore attraverso l'ammodernamento dei macchinari e il consumo consapevole a tavola".
Dunque, da parte delle organizzazioni promotrici dell'appuntamento la spinta sulla nomina di un commissario che coordini la ricerca, la quale non può rimanere ristretta a livello regionale, ma deve essere allargata a livello nazionale ed internazionale, che attui con urgenza tutte le pratiche di contenimento nelle aree delimitate, e che snellisca tutte le pratiche burocratiche che interessano i bandi rivolti alle aziende interessate ai fondi per rigenerazione olivicola, sia per i fondi già stanziati e spesi solo in parte (a causa proprio della burocrazia) sia per quelli stanziati nel Dl Agricoltura.
"Dal 2013 ad oggi metà Puglia olivicola è stata distrutta dalla Xylella con 21 milioni di piante ormai secche -ha concluso Gennaro Sicolo-. Di chi la colpa di tutto ciò? Per l'inerzia della pubblica amministrazione? Abbiamo sempre sostenuto che la Xylella non avrebbe atteso i tempi della politica, della burocrazia e della giustizia. E non ci eravamo sbagliati. Non si può continuare ad attendere tempi biblici prima di avere i risultati della ricerca, prima di mettere in campo le azioni di contenimento, prima di erogare i fondi a migliaia di aziende agricole che da diversi anni hanno perso tutto".
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