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Le piccole OP olivicole devono essere riconosciute

Le piccole OP olivicole devono essere riconosciute

In territori difficili spesso le piccole OP fanno da baluardo alla difesa dell'olivicoltura e del territorio. Secondo Unapol va salvato un modello

22 giugno 2024 | C. S.

Nelle prossime settimane andrà in discussione in Conferenza Stato-Regioni il testo di modifica del Decreto Ministeriale n. 617, che dal 2018 stabilisce i requisiti per il riconoscimento delle Organizzazioni di Produttori (O.P.) del settore olio di oliva e olive da mensa, in conformità con il Regolamento UE n. 1308/2013 e successive modifiche.

Nel corso degli anni, la normativa di riferimento è cambiata, così come gli strumenti finanziari messi a disposizione dall’UE tramite i Programmi Operativi. Di conseguenza, è diventato necessario revisionare il Decreto per adeguarlo alla nuova realtà. Il documento attualmente in discussione riprende quasi integralmente le osservazioni della Filiera, già discusse e approvate dalle Regioni, tranne una.

Il 2 dicembre 2021, con il Regolamento UE 2117/2021, il Parlamento e il Consiglio UE hanno introdotto una modifica all’art. 154 del Regolamento UE 1308/13 riguardante i parametri di riconoscimento, stabilendo che “Tali disposizioni non impediscono il riconoscimento delle organizzazioni di produttori dedite a produzioni su piccola scala”. Tuttavia, questa norma non è mai stata recepita dal Decreto, nonostante UNAPOL la stia sollecitando fin dal gennaio 2022.

La problematica legata alle piccole O.P. è stata affrontata anche in termini economici nell’ambito dell’applicazione del taglio lineare nell’assegnazione delle risorse del Programma Operativo (P.O.) OCM Olio 2024. UNAPOL e Confagricoltura hanno proposto, senza successo, un taglio proporzionale a scaglioni di fatturato, sul modello IRPEF, che avrebbe garantito un budget dignitoso alle piccole O.P.

Tutti gli attori della Filiera apparentemente si dichiarano a favore, ma nessuno prende una posizione decisa. C’è chi vuole riflettere meglio, chi vuole aprire nuovi tavoli istituzionali e chi vuole relegare le piccole O.P. a un ruolo marginale e “senza portafoglio”. Questa inerzia rischia di far chiudere le O.P. esistenti e bloccare le nuove richieste.

Ci chiediamo ora quale sia il pericolo che O.P. con produzioni di piccola scala possano rappresentare per il sistema olivicolo italiano e quale interesse ci sia a escluderle dal sistema, nonostante l’obbligo dettato dalla normativa UE.

Queste O.P. rappresentano un baluardo per la biodiversità, uno strumento di valorizzazione delle produzioni rurali e regionali, DOP e IGP, e l’unica forma di assistenza organizzata che può contrastare l’abbandono degli oliveti in zone marginali. Operano in zone montane o disagiate, dove la commercializzazione è orientata al solo confezionato, poiché le produzioni e la morfologia del territorio non permettono di concentrare grandi quantità di prodotto sfuso, che avrebbe peraltro un prezzo “fuori mercato”.

Nonostante l’impegno delle stesse, raggiungere volumi significativi è estremamente difficile. UNAPOL, da sempre al fianco delle O.P. di qualsiasi appartenenza e dimensione che si impegnano nella crescita del comparto olivicolo, chiede pertanto agli Assessori regionali di esprimere il loro favore al riconoscimento delle O.P. con produzioni di piccola scala nel rispetto della normativa UE.

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