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L'olio vergine di oliva comunitario danneggia l'intera filiera della qualità

Va difeso strenuamente il panel test per la classificazione commerciale degli oli vergini, vero baluardo per difendere il vero extra vergine e i consumatori
03 maggio 2021 | C. S.
La meritoria inchiesta del mensile “Il Salvagente” svela quello che sappiamo già da tempo: la stragrande maggioranza delle miscele di oli Ue ed extra Ue, oltre a svilire il prodotto e a sminuire il valore con prezzi stracciati, non sono nemmeno extravergini, come dichiarato in etichetta, e danneggiano tutta la filiera della qualità.
Con queste parole il Presidente di Italia Olivicola, Fabrizio Pini, commenta i risultati dell’approfondimento del noto mensile leader nella difesa dei consumatori.
Su 15 oli extravergine d’oliva di origine Ue ed extra Ue delle più importanti marche prelevati a scaffale e analizzati da tre laboratori accreditati, infatti, ben 7 prodotti non hanno passato il panel test e sono stati declassati a oli vergini.
“Il panel test, l’analisi organolettica degli oli, resta l’unico strumento in grado di tutelare chi produce e chi vende un olio extravergine d’oliva di qualità e continueremo a difenderlo strenuamente dagli attacchi di chi pensa di poter calpestare il lavoro di migliaia di persone in nome del business - spiega il Presidente Pini -. Inchieste coraggiose come questa del Salvagente inchiodano tutti i protagonisti della filiera alle proprie responsabilità soprattutto nei confronti dei consumatori”.
“L’appello che facciamo a tutti i cittadini è questo: acquistate un olio extravergine d’oliva 100% italiano, tracciato, controllato, anche Dop o Igp, per avere la certezza di un prodotto di qualità che fa bene al gusto e alla salute”, conclude Pini.
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