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La confusione sessuale per combattere la sputacchina, vettore di Xylella fastidiosa

E' tempo di attrezzarsi per la lotta. La sputacchina nasce sana e si infetta con Xylella esclusivamente nutrendosi da pianta infetta, rimane infetta per tutta la sua vita sino alla morte
09 marzo 2021 | C. S.
Disturbare il ‘canto d’amore’ delle sputacchine per controllare la popolazione dell’insetto vettore della Xylella fastidiosa in un periodo preciso, ad agosto quanto le femmine iniziano ad emettere richiami per attirare un partner con cui accoppiarsi, adottando anche la lotta biologica della confusione sessuale contro il dilagare della fitopatia che ha colpito il 40% della regione causando oltre 1,6 miliardi di danni al patrimonio olivicolo della Puglia. E’ quanto rende noto Coldiretti Puglia, dando notizia dello studio di Biotremologia per il futuro controllo sostenibile della sputacchina, vettore di Xylella fastidiosa, frutto di una collaborazione sviluppatasi nell’ambito del progetto XF-ACTORS tra Università di Trento, CIHEAM Bari e Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.
Sono state inizialmente investigate le forme di comunicazione tra le sputacchine usando la biotremologia, branca innovativa dell’entomologia che studia i segnali vibrazionali e il loro effetto sul comportamento degli insetti – spiegano i ricercatori su InfoXylella - permettendo di sviluppare strategie agricole eco-compatibili per il controllo di insetti dannosi. Decodificando i segnali si è scoperto che il maschio emette vibrazioni non appena entrato nella fase adulta in primavera, mentre la femmina aspetta la fine dell’estate per “cantare”. Questo “duetto” è essenziale per la riproduzione della specie, perché permette al maschio di localizzare la posizione della compagna. La femmina, d’altra parte, produce uno specifico segnale di rifiuto se un maschio l’approccia in primavera o se tenta di accoppiarsi senza averla appropriatamente corteggiata in estate. Per comprendere la predisposizione al canto e al “duetto”, alcune femmine sono state sottoposte alla registrazione di un corteggiamento o alla presenza fisica di un maschio, quindi è stato osservato lo sviluppo dei loro ovari, previa dissezione microscopica. Si è scoperto che le femmine cominciano a chiamare, rispondere e riprodursi con il maschio solo quando nei loro ovari sono presenti le prima uova, ovvero a partire dal mese di agosto. Con il progredire della stagione – aggiungono su InfoXylella - la maturazione delle uova aumenta ed un numero sempre maggiore di femmine emette vibrazioni e cerca un compagno con il quale accoppiarsi. Conseguentemente, qualsiasi futura tecnica di confusione sessuale vibrazionale indirizzata a interferire con la comunicazione tra maschio e femmina sarebbe efficace solo se applicata dopo agosto, quando le femmine iniziano ad emettere richiami per attirare un partner con cui accoppiarsi.
“Lo studio è ancora in corso e certamente porterà ad evidenze scientifiche essenziali per la lotta all’insetto vettore. E’ evidente da anni l’importanza della ricerca scientifica nella lotta alla Xylella Fastidiosa che va sostenuta dando una stretta al finanziamento per le attività di ricerca dei laboratori, monitoraggio e campionamento grazie ai 10 milioni stanziati dal Piano per la Rigenerazione olivicola”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Solo nell’area infetta risultano contaminati 183mila ettari e 21 milioni di alberi e contro il dilagare della Xylella che è arrivata a Polignano “i fondi UE per monitoraggi e test di campionamento 3 milioni di euro per tutto il territorio italiano e per altri 7 patogeni della stessa categoria, sono solo briciole”, insiste il presidente Muraglia.
Ricerca, monitoraggio, campionamento, analisi di laboratorio e tempestive pratiche di prevenzione fitosanitaria sono attività cruciali, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione – aggiunge Coldiretti Puglia – su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe, anche puntando sulle tecnologie innovative di monitoraggio remoto.
“Negli anni passati Coldiretti Puglia ha chiamato alle armi anche ANAS, Demanio, Sindaci e Assessori dei Comuni delle aree di contenimento e cuscinetto, perché nelle zone delimitate infetta, cuscinetto e di contenimento sono obbligatorie le pratiche di prevenzione fitosanitaria per la lotta all’insetto vettore, la sputacchina, mentre nella zona indenne sono fortemente raccomandate. La prevenzione non può essere obbligatoria e a carico dei soli agricoltori, rimasti soli dal 2014 a creare un fronte contro l’avanzata della Xylella”, conclude il presidente Muraglia.
Coldiretti Puglia ha scritto nuovamente ai Sindaci dei 258 Comuni pugliesi perché il tempo stringe ed il batterio è trasmesso da insetti (emitteri) che si nutrono succhiando la linfa dei vasi xilematici. In Puglia sono stati accertati 3 insetti vettori Philaenus spumarius, Philaenus italosignus e Neophilaenus campestris. Il più efficace è il Philaenus spumarius (noto come "sputacchina media"). L’insetto si alimenta succhiando la linfa dalla vegetazione tenera della pianta (germogli, polloni), si infetta (acquisisce il batterio) esclusivamente nutrendosi da pianta infetta e trasmette il batterio alle altre piante con le punture di alimentazione (analogamente alle modalità di propagazione della malaria attraverso la zanzara anofele).
La sputacchina nasce sana e si infetta (acquisisce il batterio) esclusivamente nutrendosi da pianta infetta, rimane infetta per tutta la sua vita sino alla morte. La vastità del problema, la rilevanza economica della coltura per l’intero territorio regionale e l’obbligatorietà che impone la normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena, impongono scelte e provvedimenti oltremodo urgenti, anche in considerazione – conclude Coldiretti Puglia - della diffusione della malattia che, dopo aver causato il disseccamento degli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando in provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione.
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