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Coldiretti si schiera contro la Regione Puglia sul bando per la rigenerazione post Xylella

L'associazione chiede la modifica del bando di rigenerazione agricola da 40 milioni e applaude all'azione del Ministro Bellanova per superare i vincoli paesaggistici sui nuovi impianti

15 settembre 2020 | C. S.

Coldiretti Puglia chiede modifiche al bando regionale del 10 settembre scorso da 39,6 milioni di euro per la rigenerazione olivicola della zona infetta del Salento perché non produce i benefici tanto attesi dagli agricoltori che da sei anni aspettano di ricominciare a lavorare, e a produrre, dopo la grave crisi causata dalla Xylella fastidiosa. 

"Coldiretti Puglia, nel lontano febbraio 2020, in sede di presentazione di una prima bozza embrionale di tale avviso, aveva già evidenziato diverse criticità che non sono state eliminate dal bando, che risulta tuttora privo dei necessari allegati. Aver introdotto delle premialità differenti tra imprenditori agricoli e coltivatori crea una disparità di trattamento inspiegabile e dannosa, tra figure che sostanzialmente sono equivalenti sul piano del ruolo professionale, anche e soprattutto perché il loro reddito, prevalente o esclusivo che sia, è quello agricolo", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

In una lettera all'assessorato all'Agricoltura, Coldiretti Puglia ha spiegato quali sono i punti da modificare. Per l'organizzazione agricola risulta "ancora da chiarire il ruolo di cooperative e Op, anche per non ingenerare problemi futuri nella gestione dei progetti con una prevedibile difficoltà, dopo anni di crisi causata dalla Xylella, di gestire sul piano strettamente economico-finanziario, le anticipazioni, le fidejussioni, le polizze assicurative".

"Evidenziamo, con rammarico, che tali discrepanze, insieme ad altre presenti sul bando, come ad esempio la necessità di chiarimenti sui titoli di conduzione o sull'utilizzo del tipo di firma digitale, potevano e dovevano essere discusse prima della pubblicazione del bando - conclude il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni - con un confronto costruttivo che Coldiretti ha sempre offerto e ricercato".

Contemporaneamente il plauso alla Ministra Bellanova.

Bene l’impegno del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova per un intervento risolutivo d’intesa con il Ministero dei Beni Culturali, in collaborazione con la Regione Puglia, per le necessarie deroghe ai vincoli paesaggistici per l’espianto di ulivi ed il reimpianto di culture arboree diverse dai soli ulivi resistenti. E’ il plauso di Coldiretti Puglia a quanto anticipato dal Ministro Bellanova durante la visita in Salento alla cantina Cantele Vini di Guagnano.

La diversificazione, infatti, è ancora al palo – denuncia Coldiretti Puglia - con le domande di impianto di colture diverse dall’ulivo, come il vigneto, regolarmente bocciate dalle commissioni paesaggistiche per ‘salvaguardare la matrice olivetata’, mentre il Salento muore di burocrazia e arde per gli ulivi secchi e le sterpaglie nei campi ormai abbandonati.

“La liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale – ha ribadito ilpresidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele al Ministro Bellanova - per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio.

“E’ essenziale dopo tanti anni il coordinamento fra le parti dello Stato – ha ribadito il presidente Cantele - perché anche le risorse del Piano di Rigenerazione destinate alla diversificazione risultano così bloccate, con il rischio di andare in fumo senza i necessari provvedimenti ordinamentali nazionali, vanificando progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari”.

Senza deroghe ai vincoli nazionali paesaggisti, idrogeologici e di qualunque altra natura agli espianti per l’area infetta delle zone ormai distrutte dal batterio – aggiunge Coldiretti Puglia – la provincia di Lecce è ingessata e destinata a morire di burocrazia, prima ancora che di Xylella.  

Plauso del presidente Cantele all’accelerata impressa dal Ministro al Piano per la Rigenerazione olivicola da 300 milioni, con l’approvazione dei decreti attuativi, e la necessità di “una stretta al finanziamento per le attività di ricerca dei laboratori, monitoraggio e campionamento grazie ai 10 milioni stanziati dal Piano”, ha chiesto Cantele.

Solo nell’area infetta risultano contaminati 183mila ettari e 21 milioni di alberi e contro il dilagare della Xylella che è arrivata a Locorotondo “i fondi UE per monitoraggi e test di campionamento 3 milioni di euro per tutto il territorio italiano e per altri 7 patogeni della stessa categoria, sono solo briciole. Il monitoraggio visivo non basta certamente, come è ormai evidente, perché serve il campionamento anche di piante malate ma ancora asintomatiche, perché non presentano alcun segno di disseccamento evidente”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Sono saliti a 1,6 miliardi i danni provocati dal diffondersi della Xylella fastidiosa – ricorda Coldiretti Puglia - il batterio che provoca il rapido disseccamento dell'olivo, che avanza inesorabilmente in Puglia dove è comparsa per la prima volta nell’ottobre del 2013, quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo.

“In sei anni si sono susseguiti errori regionali, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio e dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi  - ha consluso il presidente Cantele - ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente in provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione”.

La diffusione della Xylella Fastidiosa potrebbe costare miliardi di euro nei prossimi 50 anni in Europa, mentre in Italia, se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico potrà crescere fino a 5,2 miliardi di euro – conclude Coldiretti Puglia - sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d'America) sulla valutazione dell'impatto di Xylella fastidiosa pauca sull’olivicoltura in Italia, Grecia e Spagna, studio realizzato nell'ambito del Progetto H2020 POnTE da un team multinazionale di ricercatori guidato da economisti dell'Università di Wageningen (Olanda).

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