Associazioni di idee
L'industria olearia preoccupata per gli approvvigionamenti di olio d'oliva
Alla filiera dell’olio d’oliva, a fronte di un fabbisogno di 1 milione di tonnellate, può contare su circa 300mila tonnellate di materia prima nazionale, quindi ben al di sotto di quanto necessario
28 aprile 2020 | C. S.
In vista della Fase 2, l’Associazione italiana dell’Industria olearia rilancia sulla necessità di garantire gli approvvigionamenti di materie prime, inserendo il tema nell’agenda istituzionale.
Garantire i flussi di materie prime per l’approvvigionamento alimentare deve essere una priorità per il futuro, non soltanto della Fase 2. ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia, pone l’accento sulla “food security”, tema che, a causa dell’emergenza coronavirus, è diventato di estrema importanza per tutto il settore agroalimentare.
“L’esperienza vissuta dalle aziende nelle ultime settimane è una lezione da non dimenticare – sottolinea Marcello Del Ferraro, presidente di ASSITOL – le imprese sono state costrette ad affrontare una serie di ostacoli e barriere nella gestione delle forniture alimentari. Dal blocco delle frontiere e dei porti alle difficoltà logistiche dell’Europa in quarantena, il comparto ha dovuto far fronte a numerose preoccupazioni e l’approvvigionamento dell’industria olearia ha corso diversi rischi. L’Associazione ha sostenuto in tutti i modi le imprese che, con grande impegno e senso di responsabilità, hanno assicurato le forniture, ma ora che si ragiona sulla prossima ripartenza, ritiene urgente inserire la food security nell’agenda istituzionale”.
Al riguardo, l’Associazione esprime il suo apprezzamento per l’iniziativa della ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, che ha lanciato l’allarme sulla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari pochi giorni fa in occasione del G20 sul tema dei flussi alimentari. “L’intervento dell’On. Bellanova ha anticipato le nostre preoccupazioni – osserva Del Ferraro – e conferma la necessità di una strategia comune tra i Paesi europei”.
L’attenzione alla food security si lega al deficit strutturale di produzione delle materie prime di origine agricola tipico del comparto oleario. Basti pensare alla filiera dell’olio d’oliva, che, a fronte di un fabbisogno di 1 milione di tonnellate, può contare, in media, su circa 300mila tonnellate di materia prima, quindi ben al di sotto di quanto richiesto dai consumatori.
Il problema incide anche sul settore dei semi oleosi, che ogni anno trasforma oltre 3 milioni di tonnellate di semi. Questo segmento, del resto, incrocia produzioni e attività molto diverse tra di loro, che vanno dagli oli vegetali per l’alimentazione alle farine, sia quelle proteiche per la zootecnia sia quelle per pane, pasta e pizza, per approdare alle agroenergie e all’oleochimica che sfruttano l’alto potere calorifico degli oli e dei grassi. Una domanda di mercato così ampia ha imposto il ricorso alle importazioni. Anche laddove l’agricoltura nazionale sia in grado di produrre quantitativi importanti, come nel caso della soia, di cui l’Italia è il primo produttore europeo con 1 milione di tonnellate l’anno, l’industria è costretta ad importare oltre il 60% del fabbisogno.
“Il ‘saper fare’ italiano consiste da sempre nella capacità di selezionare le materie prime con attenzione, garantendo prodotti sani, buoni e sicuri – ricorda il presidente – ma se si vuole garantire il regolare rifornimento alimentare, evitando il rischio degli scaffali vuoti nei supermercati, occorre maggiore cooperazione tra Paesi Ue ed il sostegno convinto delle istituzioni, italiane ed europee”. A tale scopo, alcuni giorni fa ASSITOL, in un documento sottoscritto insieme ad Anacer, Assalzoo e Italmopa, ha chiesto al Governo italiano e alla Commissione UE di definire una linea comune per scongiurare blocchi nell’approvvigionamento degli alimenti.
“Abbiamo coinvolto le rispettive Federazioni europee – aggiunge il presidente Del Ferraro – proponendo sulla food security una strategia con una prospettiva più ampia, non soltanto emergenziale, che tenga conto anche dell’export, essenziale per l’andamento della nostra economia”.
Potrebbero interessarti
Associazioni di idee
Cucina Italiana, per i frantoiani è un traguardo storico, l’olio extravergine d'oliva è l’essenza culturale del nostro Paese
Per noi frantoiani rappresenta un riconoscimento doppio: l’olio extravergine d’oliva non è solo un alimento, ma un simbolo identitario, il frutto di una sapienza che unisce territori, famiglie, imprese e paesaggi
14 dicembre 2025 | 16:00
Associazioni di idee
Olivi sradicati e olivicoltori palestinesi ridotti alla fame
Agli olivicoltori palestinesi viene impedito di poter vendere liberamente le proprie olive, come è stato messo in evidenza lucidamente e drammaticamente nella recente audizione dell’imprenditore Ziad Anabtawi, davanti alla Commissione Esteri e Difesa del Senato della Repubblica Italiana.
14 dicembre 2025 | 10:00
Associazioni di idee
Olio a 5 euro o extravergine italiano? Una scelta di cuore
L’acquisto di un extravergine italiano può diventare un momento esso stesso di festa per celebrare il vero spirito del Natale. L'olio di oliva a 5 euro a scaffale non è un affare come può sembrare
12 dicembre 2025 | 08:45
Associazioni di idee
La cucina italiana è Patrimonio dell’Umanità: nell’olio la sua identità più profonda
L’olio extra vergine di oliva, con l’incredibile varietà dei nostri monovarietali, è uno dei pilastri di questo racconto del gusto e dell’identità italiana. L’olio non è un semplice condimento, ma un ingrediente culturale
11 dicembre 2025 | 08:30
Associazioni di idee
Il filo d'olio d'oliva nel piatto è l'essenza della Cucina Italiana oggi patrimonio Unesco
Il filo d’olio a crudo che spopola in televisione non può e non deve essere banalizzato ma, con il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio Unesco, deve diventare esso stesso un momento culturale di gioia
10 dicembre 2025 | 17:30
Associazioni di idee
La pesca italiana sta morendo: L'UE uccide il settore
Pescatori a Tavola sta denunciando una proposta dell’Unione Europea che, se approvata, equivale a “la morte della pesca italiana”. La Commissione propone per il 2026 una riduzione dello sforzo di pesca del 64%
09 dicembre 2025 | 11:30