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Innovazione e tecnologia fondamentali per il frantoio di domani

L'olio artigianale comparirà sugli scaffali ma dovrà essere su standard molto più elevati di quelli del mercato. A Jesi i frantoiani di Aifo si ritrovano per aprire le proprie aziende alla sperimentazione, perchè ricerca e tecnologia sono il binomio inscindibile da cui dipende il successo dell’olio dalle olive made in Italy

09 giugno 2017 | Piero Gonnelli

Quattro anni fa a Sorrento lanciammo la sfida dell’olio dei frantoi artigiani.

A Jesi vogliamo aprire il fronte della ricerca e della innovazione.

AIFO, che rappresenta più di 600 frantoi operanti in tutta Italia, ha posto all’attenzione dei poteri pubblici e degli operatori del mercato la necessità di un segnale forte che valesse ad informare il consumatore delle peculiari caratteristiche dell'olio prodotto dalle imprese olearie artigiane.

Il punto di partenza è stata la valenza attribuita alla locuzione "artigianale", che viene nella comune percezione immediatamente ricondotta ad un ad un processo produttivo non seriale in cui è marcata la presenza del frantoiano che gestisce e controlla ogni momento del processo produttivo utilizzando la flessibilità delle tecnologie estrattive per ottenere il “suo” olio, unico e irripetibile.

L’associazione era ben consapevole di dover percorrere una strada non facile in quanto l'inevitabile punto di arrivo sarebbe stata l'offerta al consumatore di un olio - quello artigianale - fino ad oggi privo di qualunque segno distintivo rispetto a quello ottenuto al termine di un processo standardizzato come avviene per l'olio non prodotto da aziende artigiane.

Pertanto AIFO ha curato gli approfondimenti necessari per fondare su basi concrete ed inoppugnabili la sua iniziativa, prima ottenendo una legge dalla regione Puglia che riconosce il frantoio come unica e sola impresa produttrice di olio dalle olive e che ha istituito l’albo dei mastri oleari e successivamente raccogliendo in un dossier, pubblicato con il contributo del Ministero delle politiche agricole e forestali nel quadro del piano olivicolo nazionale, con l’adesione della Federdop e della Coldiretti, i risultati di questo lavoro.

La fase successiva è stata la messa in opera di strumenti che valessero a confermare nella pratica i risultati raggiunti nell’approccio teorico al problema. È nato così il “Consorzio dei frantoi artigiani & delle piccole imprese”, con un proprio statuto e un disciplinare di produzione, che ha posto in commercio l’olio prodotto dalle aziende aderenti con la indicazione del Consorzio stesso.

Con il congresso di Jesi si apre una fase nuova rispetto alla quale abbiamo il compito di indicare la direzione di marcia. Se l’olio artigianale costituirà la vera novità nel settore oleario è altrettanto vero che avrà successo alla condizione di essere un prodotto molto al di sopra dello standard qualitativo degli altri oli presenti sul mercato. Ma per cogliere questo obiettivo è necessario sviluppare una intensa, continua e coerente attività di ricerca. Un impegno che caratterizzerà le politiche dell’associazione favorendo ogni innovazione tecnologica e iniziando ad aprire le porte delle nostre aziende alla sperimentazione.

Ricerca e tecnologia, un binomio inscindibile da cui dipende il successo dell’olio dalle olive made in Italy perché la qualità è il solo terreno su cui possiamo vincere la competizione sul mercato globale. E questo sarà il vero vantaggio delle imprese italiane perché un olio diverso costituirà un incentivo al consumo ed alla esportazione dell’olio italiano con vantaggi anche per i frantoi che producono e commercializzano olio all’ingrosso e per i coltivatori delle olive in conseguenza della maggiore domanda e quindi del più elevato prezzo di vendita.

Difesa del cibo artigianale tradizionale significa difesa della cultura, delle tradizioni, della storia del nostro Paese che si esprimono anche nella cucina, espressione non secondaria della cultura in senso materiale di un popolo.

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ferdinando de marte

10 giugno 2017 ore 07:55

Mi trovo perfettamente d'accordo con l'articolo di cui sopra, bisogna orientarsi verso mercati ricchi e verso coloro che apprezzano un buon prodotto artigianale , consumatori che sono curiosi della storia, delle tradizioni e delle varie cuture; certo il lavoro è duro perchè in mondo sempre più globalizzato, non certamente voluto dalla gente, ma dalle multinazionali i quali divorano e distruggono l'identità dei popoli, non sarà facile. Forza e coraggio..