Salute 15/05/2017

Le patologie legate al consumo eccessivo di carne rossa

Non solo tumori, anche molte altre malattie sono legate a un'assunzione abbondante di carni rosse e in particolare di insaccati, troppo ricchi di ferro eme, nitriti e nitrati. Consumarne allora non più di 10 chili all'anno


Un consumo eccessivo di carni rosse fa male alla salute.

Non aumeenterebbe solo il rischio di cancro, come sottolineato qualche mese fa dall'Organizzazione mondiale della sanità, ma mangiare troppe bistecche e insaccati aumenterebbe il rischio anche di malattie del cuore, ictus, malattie cerebrovascolari, malattie respiratorie, diabete mellito, infezioni, malattie renali e malattie epatiche croniche. Ben 9 classi di patologie di vario tipo, tutte legate a doppio filo al consumo di carne.

E' quanto hanno riscontrato i ricercatori del National Cancer Institute di Bethesda in collaborazione con l'American Society of Human Genetics.

E' stato preso in esame un campione di 536mila americani di età compresa tra i 50 e i 71 anni. Lo studio che è stato condotto in sei stati e due grandi aree metropolitane ha avuto una durata complessiva di 16 anni e si è concluso alla fine del 2016. Dalla ricerca che è stata pubblicata sul British Medical Journal, emerge che l'eccessivo consumo di carni, specie di quelle rosse, è da collegarsi con un aumentato rischio di mortalità del 26%.

I ricercatori hanno quindi calcolato l'assunzione giornaliera di ferro emico sulla base di una varietà di carni fresche e lavorate, moltiplicandolo per il consumo di carne riportato dal questionario. Hanno poi considerato tutte le variabili nutrizionali legate l'assunzione giornaliera di calorie e hanno classificato i valori calorici per l'intera coorte.

Secndo la ricerca, l'assunzione di carne rossa è stata associata ad un aumento del rischio di mortalità durante i 16 anni di follow-up. Non sono state riscontrate sostanziali differenze tra il consumo di carne lavorata e non.

Per i ricercatori, il ferro eme ed in particolare il nitrato o il nitrito aggiunti nella lavorazione sembravano guidare l'associazione tra le malattie e la loro mortalità e il consumo di carni rosse lavorate. Per le carni non lavorate, invece, sul banco degli imputati sono finiti gli agenti carcinogeni che si formano nella cottura.

“Questo è lo studio più grande, finora, che mostra un aumento dei rischi di mortalità per diverse cause associate al consumo di carne rossa trasformata e non trasformata e sottolinea l'importanza del ferro eme, dei nitrati e dei nitriti nella valutazione dei percorsi relativi ai rischi sanitari associati all'assunzione di carni rosse” spiega Arash Etemadi, del National Cancer Institute di Bethesda.

Occorre tornare a essere più ligi ai dettami della Dieta Mediterranea, con un consumo di carne non superiore ai 10 kg/pro capite all'anno.

di T N