Economia
Il vino biologico conquista il consumatore italiano
U’indagine Nomisma-Ice ha rilevato che il 25% della popolazione 18-65 anni ha avuto almeno un’occasione di consumo di vino biologico nell’ultimo anno. Un trend di consumo che ha fatto crescere del 300% la viticoltura bio europea
13 aprile 2017 | C. S.
Con numeri da record e solidi trend di crescita il vino biologico è sempre più apprezzato dai consumatori e produttori italiani e internazionali. Secondo quanto discusso nel corso del convegno promosso da FederBio, la certificazione biologica è associata ad un incremento statisticamente significativo della valutazione della qualità. In un vigneto senza uso di pesticidi chimici di sintesi aumenta il vigore dei microrganismi che sono la parte vivente della sostanza organica. Le uve che derivano da questi vigneti rappresentano gli interpreti più autentici del terroir.“Da uve di miglior qualità, derivano vini di miglior qualità, il segreto del successo del vino biologico non è poi così misterioso”, commenta Roberto Pinton, consigliere delegato di FederBio, “Per molte cantine biologiche, poi, si tratta quasi di una sfida per dimostrare di essere i più bravi, in grado di produrre vino da uve perfette e senza interventi invasivi in cantina”.
A fronte dell’incremento della qualità del vino sempre più produttori vitivinicoli optano per l’alternativa biologica. Una scelta che si traduce nello sviluppo a tripla cifra della viticoltura, cresciuta del +295% in Europa e del +280% nel mondo, nel periodo 2004-2015 (analisi Wine Monitor Nomisma su dati FIBL). All’interno di questo scenario l’Europa detiene il primato sia per maggior superficie vitata bio del mondo (293 mila ettari pari al 88% della superficie globale), che per l’incidenza delle superfici vitate bio sul totale (che nel 2015 ha superato il 7% a fronte di una quota mondiale inferiore al 5%).
Come nella maggior parte delle statistiche sulla produzione biologica, l’Italia è sul podio. Con 83 mila ettari di vigneto coltivati con metodo biologico, il Bel Paese è leader per incidenza sul totale della vite coltivata (l’11,9% è bio), seguita da Austria con l’11,7% e Spagna con il 10,2%. “Nel nostro Paese da 52mila ettari nel 2010, si è raggiunta quota 83mila ettari nel 2015 sui 332.000 totali a livello mondiale, e si prevede di superare la soglia dei 90 mila per il 2016”, commenta il presidente di FederBio Paolo Carnemolla, “In Sicilia gli ettari sono oltre 32.000, in Toscana sono 11.500, quasi 11mila in Puglia, più di 4mila nelle Marche e nel Veneto e più di 3.500 in Abruzzo: non c’è una denominazione d’origine per la quale non ci sia un’offerta di vino biologico da parte di qualcuna delle 1.500 cantine”.
In Italia a fronte di un tiepido +1% delle vendite di vino in generale, le vendite di vino bio hanno registrato un +53% rispetto al 2015, raggiungendo il valore di 9,6 milioni di euro nella sola GDO. Il grosso delle vendite si registra sui più esigenti mercati esteri (Usa, Giappone; Germania,Gran Bretagna).
Nel momento della scelta il consumatore italiano predilige il vino rosso (69% delle vendite di vino bio in GDO, +42% rispetto al 2015), tuttavia i vini bianchi crescono in maniera più significativa (+93%) assieme ai vini spumanti e frizzanti (+162%). Nello specifico il Montepulciano d’Abruzzo (18% delle vendite 2016 di vino bio a valore), seguito dal Nero d’Avola (9%) e dalle diverse tipologie di Chianti (8%) sono i vini biologici più apprezzati dagli italiani. Naturalità (24%), salubrità (20%) e qualità (17%) sono le tre proprietà distintive che i consumatori attribuiscono al vino bio, e che sono il drive del suo successo.
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