Legislazione 23/09/2016

Più potere alle Regioni per limitare o vietare la coltivazione di OGM

Più potere alle Regioni per limitare o vietare la coltivazione di OGM

Il problema si sposterà dalla coesistenza tra OGM e colture tradizionali alla coesistenza tra Regioni e Ministero delle politiche agricole. Ogni pratica riguardante la direttiva europea 412/2015 che dà agli stati la possibilità di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati dovrà passare dagli uffici regionali


La Conferenza delle Regioni ha dato il via libera all'intesa sul decreto che, attuando la Direttiva europea 412/2015, disciplina la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio.

E' noto infatti che, su insistenza anche italiana, la Commissione europea ha deciso che gli stati membri possano vietare o limitare la coltivazione di OGM per le seguenti ragioni:
a) obiettivi di politica ambientale;
b) pianificazione urbana e territoriale;
c) uso del suolo;
d) impatti socio-economici;
e) esigenza di evitare la presenza di OGM in altri prodotti, fatto salvo quanto disposto in attuazione dell'articolo 26-bis della direttiva 2001/18/CE;
f) obiettivi di politica agricola;
g) ordine pubblico.

Le Regioni hanno elaborato diverse raccomandazioni in un documento, che è stato consegnato al governo nel corso della Conferenza Stato-Regioni del 15 settembre.

Le raccomandazioni mirano a ridurre il potere del Ministero delle politiche agricole, facendo assumere molte più responsabilità agli uffici regionali.

Obbligo per il Ministero delle politiche, prima di limitare o vietare la coltivazione di OGM, sarà di richiedere “alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano la proposta di misure che limitano o vietano, su parte o tutto il rispettivo territorio, la coltivazione di un OGM o di un gruppo di OGM. La proposta è trasmessa entro sessanta giorni corredata da una relazione in cui sono illustrate le motivazioni addotte.”
L'istanza di divieto di coltivazione o limitazione alla coltivazione di OGM dovrà essere inviata a Bruxelles “previa acquisizione del parere tecnico delle Regione e delle Province autonome”.
Il Ministero delle politiche agricole, dunque, dovrà ratificare o meno le decisioni prese presso gli uffici regionali.

Non solo, le Regioni puntano anche a svuotare di competenze il Ministero delle politiche agricole visto che la revisione del provvedimento prevede che il Mipaaf, prima di emanare provvedimenti, acquisisca parere vincolante da parte del Ministero dell'interno per questioni di ordine pubblico (misura già prevista) ma anche, e queste sono le novità, del Ministero dell'ambiente e del Ministero delle infrastrutture e trasporti per questioni inerenti la pianificazione territoriale e urbana e del Ministero dello sviluppo economico per ragioni dovute agli impatti socio economici.
Proprio motivazioni in ordine alla pianificazione territoriale e urbana, tenendo conto della particolare orografia italiana e dell'alta densità abitativa, sono quelle che frequentemente potranno essere adottate, unitamente a quelle relative agli impatti socio-economici, come per esempio in merito concorrenza sleale OGM/convenzionale. In questi casi, secondo le Regioni, il Ministero delle politiche agricole non avrà competenza esclusiva, dovendo acquisire il parere vincolante degli altri Ministeri.

Nel decreto era poi inserita una possibile scappatoia per la coltivazione di OGM prima che il Ministero delle politiche agricole comunicasse alla Commissione europea l'adozione del provvedimento di divieto.
Le Regioni hanno raccomandato la cancellazione di tale comma.

Il Ministero delle politiche agricole, inoltre, diventa un soggetto unicamente informato degli accordi presi tra Regioni in merito ai provvedimenti di coesistenza nelle zone di confine tra aree in cui è vitata la coltivazione di OGM e aree in cui è permessa.
Si legge infatti nel testo modificato dalla Conferenza delle Regioni:
“4. Le regioni e province autonome di Trento e Bolzano in cui si coltivano OGM adottano, nelle rispettive zone di confine, i provvedimenti necessari al fine di evitare contaminazioni nel territorio delle regioni confinanti in cui la coltivazione di tali OGM è vietata, tenendo conto della raccomandazione della Commissione europea del 13 luglio 2010 e, nel rispetto del principio di coesistenza e dandone comunicazione al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e alle regioni confinanti.
5. Se la regione o provincia autonoma in cui si coltivano OGM, ritiene che i provvedimenti di cui al comma 4 siano superflui alla luce delle particolari condizioni geografiche, ne da comunicazione all’autorità nazionale competente previa intesa con le regioni o le province autonome confinanti interessate.”

E' evidente la volontà di togliere dalle mani del Ministero delle politiche agricole la questione degli OGM, affidandola a una pluralità di soggetti, prime tra tutte le Regioni.

di T N