Bio e Natura
La risonanza magnetica nucleare per brevettare miscele di caffè
21 luglio 2014 | C. S.
Il caffè è diffuso in gran parte del mondo e non solo nel Bel Paese, dove la pausa-espresso è un’abitudine. Ma in quanti possono dire di conoscere a fondo questa bevanda? In ambito scientifico alcuni studi sul caffè sono mirati a scoprirne l’origine geografica precisa e classificarne le varie miscele. Tra le tecniche usate, una delle più avanzate è la risonanza magnetica nucleare (Nmr) in alta risoluzione, largamente applicata nello studio di prodotti agroalimentari.
“I dati ottenuti dallo spettrometro vengono analizzati mediante metodi chemiometrici (protocolli di analisi statistica multivariata) per ottenere opportune discriminazioni e classificazioni”, spiega Roberto Consonni, dell’Istituto per lo studio delle macromolecole (Ismac) del Cnr. “La tecnica Nmr permette di analizzare con un solo esperimento più classi di composti chimici (aminoacidi, zuccheri, acidi organici, composti aromatici…) nel loro rapporto naturale, senza bisogno di modificare chimicamente il campione, che viene semplicemente sciolto in un solvente (acqua o solvente organico) in piccolissime quantità”.
L’applicazione della tecnica Nmr allo studio del caffè, sia verde sia tostato, è servita ad analizzare campioni di origine diversa della specie arabica (Coffea arabica L.) con lo scopo di identificarne l’origine geografica - africana, americana e asiatica - così da depositare un brevetto sulla valutazione della percentuale di arabica nelle miscele.
"I vantaggi dell’impiego della tecnica Nmr rispetto ad altre metodologie sono di rapidità dei tempi di indagine, buona sensibilità e di essere la tecnica analitica per elezione nella caratterizzazione strutturale delle molecole”, continua il ricercatore dell’Ismac-Cnr. “Inoltre, l'Nmr ha il vantaggio di non richiedere alcun trattamento chimico del campione e di poter osservare diversi nuclei simultaneamente (1H, 13C, 15N, 31P, etc.) monitorando selettivamente più classi di composti chimici”.
Potrebbero interessarti
Bio e Natura
Il pellet di sansa di oliva per la concimazione del grano

Il trattamento con fertilizzanti minerali ottiene i migliori risultati in termini di produttività e assorbimento dei nutrienti, seguito dal pellet di sansa, che ha ridotto la resa in granella solo del 15%
07 agosto 2025 | 15:00
Bio e Natura
I biostimolanti possono migliorare la resilienza delle colture al calore e allo stress idrico nel Mediterraneo?

Lo stress da calore e siccità riduce significativamente la crescita e la produttività delle piante. L'efficacia dipende dalle colture e dall'ambiente e richiede la standardizzazione. L’integrazione con biopesticidi e soluzioni scalabili è fondamentale
04 agosto 2025 | 15:00
Bio e Natura
Un miele di 2500 anni fa: le caratteristiche e l'uso

Il miele era una sostanza importante nel mondo antico, a volte lasciato nei santuari come offerte agli dei o sepolto accanto ai morti. Impronta chimica quasi identica a quella della cera d'api moderna e del miele moderno, con un livello di acidità più elevato
04 agosto 2025 | 13:00
Bio e Natura
Il basilico naturalmente respinge alcuni parassiti

Alcune piante profumate aiutano a salvare le colture vicine da insetti nocivi che mangiano foglie. Il forte odore di menta contiene composti che attivano indirettamente i geni di autodifesa, lo stesso fa una varietà di basilico
29 luglio 2025 | 15:00
Bio e Natura
Addio all'estate molto precoce

Nelle prossime due settimane, appare possibile il rischio di avere un meteo meno stabile rispetto alla media. La calura sarà intervallata, specie al Nord Italia, da improvvisi temporali
24 luglio 2025 | 09:00
Bio e Natura
Lattura romana contaminata con Escherichia coli: i trucchi per evitarlo

La bagnatura delle foglie con acqua non trattata è un importante fattore di rischio. Inoltre con una migliore conservazione al freddo dal raccolto alla consegna le probabilità di un focolaio dell'agente infettivo precipitano
22 luglio 2025 | 16:00