La voce dei lettori 26/04/2017

Xylella fastidiosa: due aspetti poco chiari

Xylella fastidiosa: due aspetti poco chiari

Due domande da parte di Giorgio Greco: come ha potuto il batterio proliferare a temperature molto al di sotto dei 25 gradi? E come è possibile che i mandorli sono stati risparmiati dalla Xylella? Ecco cosa sta davvero accadendo


Non è il batterio Xylella la causa principale del disseccamento degli ulivi.

I dati ufficiali ci dicono che la Xylella Fastidiosa che ha colpito gli ulivi nel Salento è la subspecie pauca ceppo CoDiRO (ST53). Questo tipo di batterio attacca anche il mandorlo, uno dei pochi alberi presente nella provincia di Lecce oltre all’ulivo. Ci dicono, altresì, che esso si moltiplica quando le temperature sono comprese tra i 25 e i 32 gradi mentre regredisce a temperature inferiori o superiori.

Siamo nelle campagne di Seclì, un piccolo comune, ed ho potuto constatare come da metà gennaio e fino alla seconda decade di marzo la situazione è precipitata con il disseccamento che si è esteso a maccha d’olio, in maniera repentina. Eppure, qui, la temperatura media di gennaio è stata di soli 7 gradi, quella di febbraio di 10 gradi e quella di marzo di 12 gradi. Nel contempo ho osservato i mandorli, ed oggi, con grande sorpresa e gioia, sono di un colore verde brillante in un contesto difficilissimo, nonostante risultino, in genere, abbandonati e senza cure.

Mi domando: come ha potuto il batterio proliferare a temperature molto al di sotto dei 25 gradi? E come è possibile che i mandorli sono stati risparmiati dalla Xylella?

Evidentemente non è il batterio Xylella la causa principale del disseccamento degli ulivi, ci sarebbe qualcos’altro di determinante, qualcosa che non attacca i mandorli, la cui espansione veloce e a tappeto avviene in maggior misura nel periodo dell’anno con temperature medie comprese tra i 7 e i 12 gradi. Dall’ultima decade di marzo, infatti, all’aumento delle temperature al di sopra dei 12 gradi ha fatto seguito una diminuzione dell’effetto della malattia ed ora, ad aprile, la situazione appare visibilmente statica.

Giorgio Greco

 

 

Gentile Sig. Greco,

ben comprendo che la fase iniziale di gestione di Xylella fastidiosa, assai caotica e approssimativa, abbia generato perplessità e dato adito allo sviluppo di teorie alternative fino a vere e proprie leggende metropolitane.

Allo stato attuale della ricerca scientifica possiamo però affermare, con ragionevole certezza, che la causa del disseccamento rapido degli olivi è proprio Xylella fastidiosa.

Le sue domande, però, meritano una risposta, sulla base delle competenze e professionalità in essere.

I freddi di dicembre-gennaio in Salento, ammesso e concesso che fossero sufficienti a compromettere la vitalità di Xylella e non solo a bloccarne o rallentarne lo sviluppo, hanno agito su piante indebolite e compromesse. Xylella fastidiosa, infatti, ostruisce i vasi xilematici, così impedendo l'afflusso di acqua, nutrienti e fitormoni, necessari a reagire a situazioni di stress, come il freddo.

Azzardo un paragone. E' come se un uomo, apparentemente sano, debba fare una corsa a perdifiato (= stress). In caso i vasi sanguigni siano quasi completamente ostruiti, aumenta molto il rischio di infarto.

Le rigide temperature di dicembre e gennaio hanno causato un "infarto" agli olivi compromessi da Xylella fastidiosa. Il danno era già stato compiuto e il freddo l'ha solo reso manifesto.

Come per l'olivo, con la scoperta che Leccino e FS17 sono tolleranti al batterio, vi sono diversi gradi di suscettibilità anche per altre colture agrarie e erbe spontanee.

Chiariamo i termini. Per resistenza si intende la capacità della specie di evitare o bloccare l'infezione. Per tolleranza si intende la capacità della specie di mantenersi asintomatica, o con sintomi lievi, pur in presenza dell'infezione. Una pianta tollerante, quindi, convive col batterio.

Numerosi studi, ultimi quelli della Convenzione internazionale per la protezione delle piante della Fao, hanno dimostrato che i mandorli vengono infettati dal batterio. I mandorli sono malati, quindi, ma la tempistica dell'evidenza dei sintomi può essere molto più lunga rispetto all'olivo o le varietà da lei incrociate sono tolleranti al batterio.

In ultima analisi attenzione a non confondere la malattia con i suoi sintomi. Una pianta infetta può risultare asintomatica molto a lungo o anche per sempre e restare un "portatore sano" del batterio.

Cordiali saluti

Alberto Grimelli

di T N