Salute

SOCIETA' DELLA SALUTE. TUTTO BENE NELLE AREE RURALI DELLA TOSCANA, UN MODELLO DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE

Servizi socio-sanitari più snelli ed efficaci, con una razionalizzazione dei costi per gli enti pubblici e meno burocrazia per il cittadino. Dopo due anni di sperimentazione piace questo approccio, tutto toscano, che prossimamente potrebbe trasformarsi in legge regionale

23 giugno 2007 | T N

Più servizi socio sanitari e meno burocrazia per il cittadino e zero costi aggiuntivi. Lo chiedono a gran voce i pensionati della Cia Toscana. Le Società della Salute, che conclude la sua fase sperimentale, si rivelerebbero uno strumento importante e positivo, soprattutto per le aree rurali della Toscana.

Le Società della Salute sperimentali sono attualmente 22, sul territorio toscano, unica regione in Italia ad aver avviato questo modello di gestione socio-sanitaria. Le Società della Salute (SdS), al centro di un convegno che si è tenuto oggi a Montescudaio (Pi), in occasione della quattordicesima edizione della Festa regionale del Pensionato, organizzata dall’Associazione pensionati della Cia Toscana, possono rappresentare una soluzione ai problemi di servizi di assistenza, soprattutto per una certa fascia di età, gli anziani, che vivono in aree “marginali” spesso distanti dalle strutture ospedaliere.

Significative le esperienze delle aree rurali: "Pur con tutti i limiti dovuti alla sperimentazione possiamo però affermare che si tratta di strumenti – ha affermato Enio Niccolini, presidente dell’Associazione pensionati toscani – che possono rispondere positivamente alla domanda di piena integrazione fra le politiche sanitarie e le politiche assistenziali. Nelle aree rurali possono davvero aiutare i Comuni a rispondere meglio ai propri cittadini, in particolare agli anziani, in termini di miglioramento e crescita dei servizi".

Significativa è la testimonianza di Luciano Fedeli, presidente della Sds delle Colline Metallifere (Gr), esistente da 2 anni, che comprende una area di 6 comuni, dalla costa all’interno, per una popolazione di 45mila abitanti. "Il modello è vincente in aree come le nostre – ha detto – e può adattarsi anche ad altri territori, adesso c’è bisogno di una legge regionale per passare da una fase virtuale ad una pienamente operativa".

Ma qualcosa è già stato fatto. "Una nuova organizzazione – ha spiegato Fedeli – e poi abbiamo gestito il fondo per la non autosufficienza; progetti contro la calura estiva e le relative problematiche per alcune fasce di persone; e poi molti progetti con le realtà del volontariato". Importante poi la parte gestionale e dei costi: "Il modello delle Sds – ha aggiunto – non ha costi aggiuntivi per i Comuni e per le Asl: in pratica i comuni riversano le risorse del bilancio comunale per il sociale e sanità dentro il bilancio della Sds, e gli amministratori di quest’ultime non hanno indennità aggiuntive rispetto a quelle di amministratori. Inoltre, aspetto fondamentale, si snelliscono le procedure per il cittadino: ad un unico front office della Sds potrà andare chi ha bisogni assistenziali sanitari, e chi ha necessità di qualunque livello sociale".

"Guardando al futuro della Toscana, ai crescenti bisogni in termini di inclusione, di servizi sociali e sanitari -, ha affermato nell’intervento conclusivo Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana -, è importante riuscire a governare le competenze socio-sanitarie in maniera integrata promuovendone la gestione associata da parte degli Enti locali, anche per questo è opportuna la definizione di un unico piano regionale per la Salute".

"Anche grazie a queste esperienze – ha continuato Pascucci, si sono generate nella società toscana, a partire dalle aree rurali e montane, aspettative di miglioramento del sistema dei servizi territoriali per la salute che dovranno essere tempestivamente soddisfatte definendo un modello unico di gestione delle Sds a livello regionale che valorizzi ulteriormente la partecipazione delle forze sociali e dei cittadini. E noi , continueremo ad impegnarci per evidenziare i fabbisogni e per individuare assieme agli Enti locali le soluzioni più idonee e sostenibili per migliorare la qualità della vita delle comunità rurali".

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