Salute 18/12/2017

Il bergamotto, quell'agrume che fa tanto bene al nostro cuore

Nessun agrume è così ricco di flavonoidi. La spremuta di bergamotto consigliata per diverse patologie. Il Consorzio del Bergamotto: ne commercializziamo 22 mila quintali l’anno, ma la crescita è esponenziale


Delle proprietà benefiche del bergamotto si è parlato al 78° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (SIC) conclusosi oggi a Roma, grazie allo stand di “Citrus – L’Orto italiano” che ha incontrato diversi cardiologi presenti. Ricco di flavonoidi, il bergamotto riduce i livelli di colesterolo nel sangue, ed è particolarmente consigliato dai medici.

“Il succo del bergamotto presenta una elevata concentrazione di bioflavonoidi – ha spiegato il prof. Vincenzo Montemurro, membro del Consiglio direttivo del SIC – e dal suo succo sono stati estratte strutture analoghe alle statine, i farmaci inibitori del colesterolo. Dunque consigliamo a chi soffre di ipercolesterolemia di bere quotidianamente una spremuta di bergamotto, eventualmente mescolata con una spremuta di arancia che ne mitiga l’asprezza”.

I flavonoidi possiedono proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie e vasoprotettive.
“Ma nessun agrume ne ha una concentrazione così ricca – ha sottolineato ancora Montemurro – per cui il consumo di bergamotto è consigliato anche a diabetici, obesi, ipertesi, a chi soffre di epatopatie, a fumatori. Si tratta di un ‘farmaco naturale’ ben conosciuto come salva-cuore”.

Il bergamotto è una pianta endemica della Calabria molto utilizzata nell’industria dei profumi, recentemente riscoperta come frutto di consumo. Artefice del rilancio un’azienda di Cesena, Citrus, che da anni commercializza nei supermercati un retino di bergamotti e che ha appena lanciato una confezione premium accompagnata da una ricetta dello chef Davide Oldani.

“Il 90% della produzione va all’industria cosmetica – ha chiarito Ezio Pizzi, Presidente del Consorzio del Bergamotto – e il 10% in frutterie, ma la crescita dei consumi cresce a livelli esponenziali ogni anno. Oggi vengono commercializzati 20 mila quintali annui di frutto fresco per un valore di circa 3 milioni di euro. Oltre che gustato come frutto, viene consumato anche per spremute, infusi, o come aromatizzante o in marinatura in gastronomia. Ricordiamo anche che si tratta di una DOP a filiera controllata O.P. riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura”.

di C. S.