Salute

Sì al burro e no all'olio di oliva. Cambio di rotta per gli Stati Uniti?

Rosane Oliveira dell'Università di Davis si scaglia contro l'olio d'oliva, reo di non avere gli effetti benefici per la salute tanto declamati. La Tufts University riabilita il burro che non causerebbe problemi cardiovascolari, anzi aiuterebbe a combattere il diabete. Addio alla Dieta Mediterranea?

01 luglio 2016 | T N

Gli Stati Uniti, per molti anni, hanno progadandato, insieme con le diete povere di carboidrati (low carb) e quelle povere di grassi (lo w fat) anche la Dieta Mediterranea come dieta salutisticamente valida.

La stessa dieta proposta dalla Hearth American Association, con qualche piccola variazione, assomigliava molto alla Dieta Mediterranea.

Ora, forse, gli Stati Uniti pensano di cambiare rotta.

Viva il burro!

Secondo uno studio della Tufts University 14 grammi di burro al giorno, l'equivalente di un cucchiaio, non sono deleteri per la salute, anzi, aiuterebbero a prevenire il diabete.

Lo studio, condotto dai ricercatori della Tufts University, della Stanford School of Medicine, e dell'Università di Sydney in Australia, ha analizzato i dati provenienti da nove studi scientifici. In totale sono stati coinvolti oltre seicentomila (636.151) partecipanti provenienti da quindici nazioni, di età compresa fra 44 e 71 anni.

Durante il periodo nel quale i partecipanti sono stati attentamente seguiti e monitorati dai ricercatori si sono verificati 28.271 decessi, 9.783 casi di malattie cardiovascolari e 23.954 casi di legati al diabete. In tutti i casi di decessi, gli studiosi non hanno riscontrato nessuna correlazione causata dal burro, o quantomeno è stata riscontrata in rari casi, allo stesso modo, anche in questo caso raramente, è stato riscontrato come il burro abbia avuto un effetto protettivo contro il diabete.

"Questi risultati non supportano la necessità di maggiore enfasi nelle linee guida dietetiche sull’aumento o la diminuzione del consumo di burro, in confronto ad altre priorità dietetiche meglio stabilite; pur sottolineando la necessità di ulteriori indagini della salute e gli effetti metabolici di burro e latticini grassi" ha spiegato Dariush Mozaffarian, autore principale dello studio.

Abbasso l'olio di oliva!

Qualche giorno prima della pubblicazione della review della Tufts University una ricercatrice dell'Università di Davis, in California, ha pubblicato sul suo blog, quindi tutt'altro che una rivista scientifica, un pamphlet contro l'olio di oliva.

Secondo Rosane Oliveira, veterinaria brasiliana che lavora presso il Department of Public Health Sciences at the School of Medicine at the University of California Davis, l'olio d'oliva favorirebbe l'aterosclerosi, non sarebbe responsabile della protezione dell'endotelio del nostro apparato cardiovascolare, non avrebbe alcun beneficio per il cuore e le nostre funzioni cardiovascolari.

La giovane ricercatrice, infatti, tirando le conclusioni, consiglia una Dieta Mediterranea senza l'olio d'oliva: "The true heroes of a heart-healthy diet are whole grains, legumes, vegetables, fruits, and nuts, so embrace these foods and enjoy their benefits." (ndr I veri eroi di una dieta benefica per il cuore sono i cereali integrali, i legumi, gli ortaggi, la frutta e le noci, così consumate questi cibi e godetevi i loro benefici per la salute).

Come detto, lo scritto della ricercatrice non ha alcun valore scientifico e a confutarne le tesi, su OliveOilTimes, è una docente della Brown University, Mary Flynn, che smota, pezzo per pezzo, la ricostruzione della veterinaria brasiliana, accusata, tra l'altro di aver menzionato studi clinici poco affidabili, perchè condotti su soli dieci partecipanti, oppure di aver clamorosamente errato nella valutazione di studi scientifici, come nel caso del PrediMed.

Per esempio, al contrario di quanto sostenuto dalla Oliveira, ha dichiarato Mary Flynn, nelle conclusioni dello studio PrediMed viene indicato che, per il gruppo nutrito con olio extra vergine di oliva sono stati riscontrati un 30% in meno di danni cardiovascolari gravi rispetto al gruppo nutrito con la low fat diet.

Insomma Rosane Oliveira ha preso una cantonata enorme ma il suo post continua a campeggiare sotto il logo UC Davis - Integrative Medicine, così dando una parvenza di autorevolezza alle parole di questa ricercatrice.

 

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