Salute

Chi beve birra campa cent'anni: vale davvero per le donne

Analizzat i dati relativi a 1500 donne di mezza età. Se consumare alcol troppo spesso aumenta il rischio d'infarto, un consumo moderato sembra avere un effetto protettivo contro malattie cardiovascolari

29 settembre 2015 | T N

La birra si rivela un'alleata del cuore delle donne. Secondo uno studio sembra, infatti, che bere birra una o due volte a settimana protegge le donne dal rischio infarto.

L'obiettivo dei ricercatori dell’Università di Gothenburg era quello di capire in che modo le diverse quantità di alcol ingerite influiscono su una serie di patologie: infarto, ictus, diabete e cancro.

Gli studiosi, in una ricerca pianificata per durare 50 anni, hanno analizzato i dati raccolti nei primi 32 anni, dal 1968 al 2000, relativi a 1500 donne di mezza età. Le donne selezionate sono state invitate a rispondere a un questionario relativo alla frequenza del consumo di birra, vino o liquori e a vari sintomi fisici.

Lo studio ha mostrato una connessione statisticamente significativa tra un elevato consumo di alcolici e un rischio di quasi il 50% più alto di morte per cancro comparato con chi beveva meno, ma ha evidenziato al tempo stesso che le donne che hanno riferito di aver bevuto birra con una frequenza che andava da una o due volte alla settimana a una o due volte al mese correvano un rischio del 30% più basso di infarto rispetto a quelle che bevevano birra diverse volte o non la bevevano per nulla.

Insomma, un consumo moderato di birra potrebbe avere un effetto protettivo sul cuore delle donne.

"Precedenti ricerche suggerivano che l'alcol in quantità moderata può avere un effetto protettivo - spiega Dominique Hange, fra gli autori del lavoro pubblicato sullo Scandinavian Jounral of Primary Health Care - I nostri risultati tengono conto di altri fattori di rischio cardiovascolare, ma allo stesso tempo non possiamo confermare che il consumo moderato di vino abbia lo stesso effetto. Insomma, i nostri risultati devono essere confermati da studi di follow up".

 

 

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