Salute

Il formaggio può abbassare il colesterolo. Il paradosso francese si arricchisce di un nuovo tassello

Dopo il vino, alla base del paradosso francese, anche il formaggio entra tra gli alimenti “buoni”, per contenere il colesterolo cattivo. Alcuni ricercatori danesi hanno indagato sul metabolismo digestivo dei prodotti lattiero-caseari e del formaggio in particolare

22 aprile 2015 | T N

Non solo il vino, anche il formaggio dovrebbe far parte del paradosso francese, almeno stando a uno studio danese pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.

Il paradosso francese è un'espressione coniata dal ricercatore Serge Renaud dell'Università di Bordeaux per significare la particolarità dei francesi che pur avendo una dieta ricca di grassi saturi avevano una bassa incidenza di mortalità a causa di malattie cardiovascolari.

Renaud attribuì questa particolarità al vino e in particolare alla molecola del resveratrolo. Il dibattito su questa molecola e, più in generale, sui benefici effetti del vino è viva ancor oggi, a distanza di quasi 40 anni dalla sua enunciazione.

La ricerca di Hanne Bertram, e le sue conclusioni, faranno altrettanto discutere. Infatti è stato messa in dubbio la stretta correlazione tra dieta ricca di grassi saturi e rischi per il cuore.

Lo studio, infatti, ha messo in evidenza come il formaggio possa contribuire a far diminuire il colesterolo cattivo rispetto al burro e a parità di grassi saturi contenuti.

Un'apparente contraddizione che, però, trova spiegazione nel mondo in cui digeriamo il formaggio.

I ricercatori hanno confrontato urine e campioni fecali di 15 uomini sani la cui dieta comprendeva sia formaggio sia latte ma senza, o con poco, burro. Un altro gruppo ha invece seguito una dieta senza altri prodotti lattiero-caseari ad eccezione del burro.

Gli scienziati hanno scoperto che avevano consumato formaggio avevano contenuti più elevati di butirrato nelle feci. Si tratta di un composto prodotto dai batteri intestinali e collegato ad una riduzione del colesterolo.

Vi sarebbe quindi una correlazione tra la capacità di digerire il formaggio da parte della nostra flora intestinale e il successivo metabolismo, ovvero l'equilibrio tra i livelli di colesterolo.

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