Salute

CONSUMO DI VINO E SALUTE, DA BORDEAUX NOVITÀ E CONFERME. È NECESSARIO COMBATTERE L’ABUSO D’ALCOL MA ANCHE DIVULGARE LE RICERCHE SUI BENEFICI EFFETTI DI UN USO MODERATO SUL NOSTRO FISICO

La questione è sempre la stessa, dove finisce l’uso e comincia l’abuso? Quale è la quantità di vino che garantisce positivi effetti sulla nostra salute? In particolare, quali sono i meccanismi, biologici e fisiologici, che consentono di definire il nettare di bacco come un prodotto nutraceutico? Da tre esperti internazionali indicazioni e risposte

09 luglio 2005 | Ernesto Vania

In occasione dell’edizione Vinexpo 2005, l’OIV (Ornanizzazione internazionale della vite e del vino) ha organizzato un convegno scientifico sul consumo del vino e la salute.
Introdotti da Chardonnier, Presidente di Vinexpo e del Prof. Wittkowski, Presidente dell’OIV, alcuni esperti internazionali tra i più competenti in materia hanno esposto i risultati delle recenti ricerche scientifiche sull’argomento, che mettono l’accento sui principali meccanismi d’azione degli effetti protettivi del vino e contribuiscono alla valutazione dei rischi legati all’abuso nel consumo di bevande alcoliche.
Hanno partecipato a questo convegno, moderato dal Prof Alberto Bertelli, Presidente della Sottocommissione “Vino, Alimentazione e Salute” dell’OIV, i Professori Orgogozo (Francia), Andréasson (Svezia) e Leighton (Cile).

Il Professor Jean-Marc Orgogozo, Vice-Presidente del Consiglio Regionale d’Aquitaine incaricato della Ricerca e dell’Istruzione Superiore – Dipartimento di neurologia, Università di Bordeaux (Francia) ha fatto il punto sui risultati dei recenti studi relativi al vino, all’alcol e all’invecchiamento celebrale. Le ricerche hanno riguardato più Paesi, in particolare sono stati coinvolte istituzioni e cittadini canadesi, di Rotterdam e di Copenhagen. L’incidenza della demenza senile o dell’Alzheimer in moderati bevitori di vino (3/4 bicchieri al giorno) è infatti decisamente inferiore rispetto ai non bevitori (consumo occasionale) e anche ai leggeri consumatori (1/2 bicchieri al giorno). Tali risultati epidemiologici, confermati in ognuno dei Paesi coinvolti, identifica il vino come elemento protettivo utile. Ancora non è chiarito se, questo manifesto beneficio salutistico, sia da attribuire al ruolo nella protezione cardiovascolare o all’elevato contenuto in polifenoli.

Il Professor Federico Leighton, Direttore del Laboratorio di Nutrizione Molecolare, Facoltà di Scienze Biologiche, Università Cattolica del Cile, Santiago (Cile) e Vice-Presidente della Sottocommissione “Vino, Alimentazione e Salute” dell’OIV ha spiegato i potenziali effetti protettivi del vino e dell’alimentazione mediterranea contro la sindrome metabolica attraverso la sintesi di ossido nitrico. Per sindrome metabolica si intende quel complesso sistema di cause e fattori che portano a malattie cardiovascolari gravi. Gli studi del Prof. Leighton suggeriscono che alcuni dei fattori di rischio vengono controllati da due principi attivi caratteristici del vino: etanolo e principalmente i polifenoli. I risultati della ricerca sembrano avvalorare l'ipotesi che i fattori di rischio vengono ridotti con l’assunzione di moderate quantità di vino rosso, attraverso la sintesi di ossido nitrico endoteliale (eNOS). I dati sostengono che l'aumento dei eNOS dovrebbe ridurre l'incidenza della sindrome metabolica e le relative conseguenze. Il vino rosso, di conseguenza, poiché aumenta eNOS, dovrebbe essere considerato come mezzo potenziale per il controllo della sindrome metabolica. Questa ipotesi è sostenuta anche dalle osservazioni epidemiologiche, anche se ha bisogno della convalida sperimentale sugli esseri umani.

Dopo aver più volte sottolineato i vantaggi derivati da un consumo moderato di vino, è bene ricordare gli effetti, estremamente negativi, di un suo abuso. Il Dottor Sven Andreasson del Karolinska Institutet di Stoccolma e Direttore della divisione alcol e droghe del “National Institute for Public Health” ha basato la sua presentazione sui rischi potenziali dovuti al consumo di alcol. I rischi connessi al consumo di alcool è più elevato per i giovani ed si riduce con l’avanzare dell’età. I benefici di un consumo moderato, viceversa, sono più evidenti negli uomini di mezza età piuttosto che nei giovani. È inoltre utile ricordare che le donne sono maggiormente sensibili agli effetti dell’alcol rispetto ai maschi, come pure che anche un uso moderato di vino può avere effetti negativi sulla salute, quali danni fetali in gravidanza, ipertensione e affezioni epatiche. Particolarmente interessanti, e allarmanti, anche alcuni studi che indicano proprio l’alcol come fattore di promozione di alcune forme di cancro (oro-faringeali, all’esofago e forse anche al seno, retto e ovaie). I rischio di essere affetti da diabete è inferiore (del 25-30%) nei bevitori moderati piuttosto che nei non bevitori. Tuttavia molti incidenti stradali mortali, soprattutto tra i giovani, e il 48% dei suicidi, in Svezia, sono causati dall’abuso di alcolici. Il Dottor Andreasson, tuttavia, indica che non vi sono motivazioni ragionevoli per scoraggiare un consumo moderato di alcol se si eccettuano le situazioni di rischio, quali gravidanza, utilizzo di macchine o macchinari e assunzione di taluni farmaci che possono addirittura favorire una forma di dipendenza.

Fonte: OIV