Salute
Le donne più esposte al rischio cardiovascolare
Nonostante il maggior rischio, la prevenzione cardiovascolare nel sesso femminile è minore
02 ottobre 2010 | Graziano Alderighi
Se è vero che la donna in età fertile ha un rischio cardiovascolare inferiore a quello dellâuomo grazie allâombrello estrogenico, cioè agli ormoni femminili che la proteggono, è anche vero che con la menopausa - aumentando il colesterolo dannoso (Ldl) e diminuendo quello protettivo (Hdl) e con il contestuale aumento di peso, ipertensione arteriosa e rischio di sviluppare il diabete â i nuovi casi dâinfarto e di ictus cerebrale nelle donne aumentano progressivamente, fino a raggiungere e, intorno ai 75 anni, superare quelli maschili.
âGli ultimi dati Istat confermano che le malattie cardiovascolari rappresentano ben il 44% delle cause di morti femminili, contro il 33% negli uominiâ, spiega Roberto Volpe, ricercatore presso il Servizio di prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Spp-Cnr). âEppure, sebbene siano oltre 120.000 le donne italiane che muoiono ogni anno per tali patologie, esse sono ancora considerate tipiche del sesso maschileâ.
Da questa necessità di istituire unâefficace strategia di prevenzione è nato un vademecum dedicato alla âPrevenzione dellâinfarto del miocardio nella donnaâ, frutto della collaborazione tra Spp-Cnr e la Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), di cui fanno parte cardiologi e internisti delle principali Università italiane.
âIl documento intende fornire al pubblico e agli operatori sanitari uno strumento completo e pratico e la prevenzione è un obiettivo spesso raggiungibile, poiché la corretta informazione è la base della prevenzioneâ, aggiunge Maria Grazia Modena, direttore di Cardiologia dellâUniversità di Modena-Reggio Emilia e past-president della Società italiana di cardiologia. âUn dato allarmante in tal senso è che le donne colpite da infarto acuto hanno una maggiore mortalità poiché, per via di una sottostima del loro rischio da parte dei medici curanti, ricevono un minor numero di indagini diagnostiche come la coronarografia e vengono trattate meno con farmaci fondamentali per prevenire le recidive come lâaspirina, i betabloccanti e le statine. Senza dimenticare che esistono malattie cardiovascolari tipiche delle donne, come la dissecazione spontanea delle coronarie e delle carotidiâ. âLe donne sono poi svantaggiate nella tutela della loro saluteâ, afferma Massimo Volpe, presidente della Siprec e direttore di Cardiologia del Policlinico SantâAndrea dellâUniversità âLa Sapienzaâ di Roma, âper alcuni fattori sociali, culturali e caratteriali, quali: il doppio lavoro domestico e fuori casa, la propensione a occuparsi prima dei problemi altrui che dei propri, un interesse prevalentemente orientato alla cura degli aspetti riproduttivi, la limitata partecipazione agli studi clinici sui nuovi farmaci, in cui se le donne non sono più escluse come poteva avvenire nelle sperimentazioni condotte negli anni â70-â80, ancora oggi difficilmente rappresentano il 50% delle casistiche â. Il documento, oltre a ribadire lâimportanza di un corretto stile di vita e di una terapia farmacologica mirata in caso di presenza di fattori di rischio cardiovascolare quali ipertensione arteriosa, diabete e ipercolesterolemia, fornisce indicazioni su patologie specifiche da menopausa come le malattie autoimmuni, endocrinologiche o lâipercolesterolemia. âIn questâultima una dieta alimentare a basso contenuto di grassi deve però tenere in conto il fabbisogno di calcio, fondamentale contro lâosteoporosiâ, sottolinea il dottor Roberto Volpe. âLâassunzione di alimenti a ridotto contenuto lipidico ma ad adeguato tenore calcico, un appropriato apporto di vitamina D e una regolare attività fisica possono permettere di prevenire sia le malattie cardiovascolari che lâosteoporosiâ.
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