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L'olivicoltura spagnola sta rimettendo 2 euro/kg sull'olio di oliva

Il prezzo dell'olio extravergine di oliva spagnolo avrebbe dovuto compreso tra 5,55 e 6,1 euro/kg, a seconda che la produzione finale raggiungesse rispettivamente 1,5 o 1,29 milioni di tonnellate
02 maggio 2025 | 09:00 | C. S.
L'associazione agricola spagnola COAG avverte di un grave divario tra il prezzo all'origine di olio extra vergine di oliva e il valore che, in base alle attuali condizioni di mercato, dovrebbe raggiungere.
In particolare, l’organizzazione agricola assicura che l’attuale prezzo medio, che è di circa 3,5/kg, è di almeno 2 euro al di sotto di quello che lo studio ha prodotto da un gruppo di ricerca composto da esperti dell’Università di Jaén, dell’Università di Cordoba e dell’Istituto per la ricerca e la formazione agricola e della pesca (IFAPA).
La presente relazione, commissionata dal tavolo presieduta dal COAG presso il Consiglio provinciale dell’Olio del Consiglio Provinciale di Jaén, fa parte dello sviluppo di un software specializzato nella rilevazione degli squilibri di mercato nel settore olivicolo.
Sulla base di questo modello di previsione, e considerando i dati di chiusura della campagna 2023/2024 e gli accordi previsti per la campagna di commercializzazione 2024/25, si stima che il prezzo dell'olio alla fonte doveva essere compreso tra 5,55 e 6,1 euro/kg, a seconda che la produzione finale raggiungesse rispettivamente 1,5 o 1,29 milioni di tonnellate.
Analizzando i deflussi di olio al mercato che si sono verificati da ottobre a marzo e il prezzo medio alla fonte in questi mesi (4,49 euro) in cui il petrolio è rimasto un euro al di sotto del prezzo stimato nello studio (5,55 euro), gli olivicoltori non hanno ricevuto 626 milioni di euro, a causa della distorsione del mercato.
Per tutti questi motivi, il 13 maggio l’organizzazione agricola presenterà una denuncia formale alla Commissione nazionale per i mercati e la concorrenza (CNMC) che chiederà un’indagine urgente e approfondita per chiarire se si stanno verificando pratiche per violare la legge sulla catena alimentare e attaccare la redditività economica di migliaia di olivecoltori.