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Gli Stati Uniti restano la meta preferita del nostro export vitivinicolo

Continuano a crescere le importazioni dei nostri migliori vini negli Usa. Abbattuta del miliardo di euro, non bisogna però abbassare la guardia. Australia e Argentina sono concorrenti agguerriti

16 febbraio 2008 | Graziano Alderighi

Sulla base delle proiezioni dell’Italian Wine & Food Institute, basate sui dati dei primi 11 mesi dell’anno, l’Italia ha esportato, nel 2007, negli Usa oltre due milioni e trecentomila ettolitri di vini, per un valore superiore al miliardo e centoventi milioni di dollari.
Un incremento del 9% sia in quantità sia in valore.

Mai comunque abbassare la guardia.
Se l’Australia, dopo il boom degli anni passati, ha fatto registrare una lieve flessione in quantità (-3,5%) è vero che si è registrato un aumento in valore (+3,2%). Questo significa che l’Australia sta cercando di affermare un nuovo modello di prodotto, a più alto valore aggiunto.
Ma la vera sorpresa del 2007 è l’Argentina che ha esportato oltre 600.000 ettolitri di vino, con un aumento del 75,8%, per un valore complessivo di appena 120 milioni di dollari.

I nostri competitor
Oltre all’Australia, la Francia resta la nostra concorrente più forte sul mercato francese con un export di poco più di un milione di ettolitri per un valore di quasi novecento milioni di euro.
Il vino italiano continua a vincere su quello francese.
Il dato non è solo confermato in termini assoluti, ma anche a livello statale.
E’ il caso Florida, dove l'Italia è diventata il principale paese esportatore di vino con un valore di oltre 83 milioni di dollari, superando il dato della Francia che nei primi undici mesi del 2007 ha esportato vino in Florida per circa 79 milioni di dollari.
In generale, le importazioni globali di vino in Florida sono aumentate negli ultimi anni in maniera significativa, passando dal valore di 238 milioni di dollari nel 2004 agli oltre 287 milioni di dollari nel 2006. Nei primi mesi del 2007 il totale delle importazioni di vino in Florida ha raggiunto la cifra record di 288 milioni di dollari, pertanto è facile prevedere che il dato finale del 2007 supererà ampiamente quello del 2006. I principali concorrenti dell'Italia sul mercato del vino della Florida sono la Francia, che nel corso dell'intero 2006 aveva esportato vino nello Stato per un valore di 82 milioni di dollari (a fronte di un valore nello stesso periodo delle esportazioni italiane pari a 81 milioni di dollari). Seguono l'Australia con 49 milioni di dollari, la Spagna con 21 milioni , il Cile con 21 milioni e l'Argentina con 9 milioni.

Il rapporto tra statunitensi e vini sta consolidandosi, e presto, secondo il Washington Post, gli Usa potrebbero diventare i principali consumatori mondiali.
Secondo la ricerca dell'Impact Databank potrebbero presto scavalcare l'Italia nella classifica dei consumi assoluti, non quelli pro capite. L’interesse per questo mercato è ovviamente enorme, la Spagna ha annunciato recentemente di voler investirvi milioni di euro. Il battage pubblicitario è enorme. Sempre più donne, spesso lavoratrici e con disponibilità di reddito medio/alta, bevono vino e i giovani si stanno spostando verso il vino come bevanda preferita. Tra i vini più bevuti, la fa da padrone lo chardonnay, anche se i più giovani si stanno spostando verso vini meno strutturati.

Buone notizie ma attenzione perché la guardia va mantenuta alta.
Australia e Argentina sono concorrenti agguerriti che possono avvantaggiarsi, specie in virtù dell’aria di crisi economica, del cambio sfavorevole euro/dollaro, che potrebbe, nel lungo periodo, condizionare il nostro export.

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