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Vino e salute: torna la polemica tra produttori, istituzioni e scienziati

La polemica sull'etichetta irlandese sulla pericolosità del vino ha portato a visioni diverse anche tra ricercatori e scienziati. La verità è che occorre una chiara distinzione tra consumo responsabile e abuso
27 gennaio 2023 | T N
La decisione dell'Irlanda di applicare un'etichetta salutistica anche sulle bottiglie di vino per scoraggiarne il consumo, indicando le pericolosità della sua assunzione per alcune patologie, come il cancro.
La decisione ha provocato la reazione dell'Italia, che ha protestato anche in sede europea, senza che però la Commissione abbia battuto ciglio.
Lo scontro Commissione europea - Italia sul vino
"Nessuno è contro il vino, penso che un bicchiere di vino piaccia a tutti, ciò di cui si occupa il Piano per battere il cancro è il consumo dannoso di alcol, che è una preoccupazione di salute pubblica". Lo ha ribadito il portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker rispondendo alle domande dei giornalisti sull'etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie. Il Piano Ue, ha ricordato il portavoce, prevede una riduzione del consumo dannoso di alcol "di almeno il 10% entro il 2025".
Unione italiana vini esprime delusione per le dichiarazioni del portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker. “Ci pare – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – che su argomenti di tale importanza siano controproducenti le odierne dichiarazioni cerchiobottiste. Da una parte si afferma che “nessuno è contro il vino”, dall’altra si annuncia una “revisione delle etichette”, oltre a una “riduzione del consumo dannoso di alcol di almeno il 10% entro il 2025". Nel cercare di comprendere – ha aggiunto Castelletti - come un taglio lineare del 10% possa riferirsi ai soli consumi dannosi e a che tipo di revisione si faccia riferimento, chiediamo alla Commissione per quale motivo, anche nel caso irlandese, non si sia tenuto conto del voto dell’Europarlamento che a inizio 2022 aveva espunto l’ipotesi degli health warning dal Cancer Plan. Ci appelliamo infine alle istituzioni italiane, a partire dal ministero della Salute, affinché esprimano la propria posizione su un tema che non deve più originare equivoci”.
Il timore, sempre più fondato, è che ci sia una divaricazione tra le decisioni politiche prese dal Parlamento europeo e l’effettiva attuazione da parte della sua Commissione. Un precedente pericoloso, che mette a rischio gli stessi obiettivi statutari dell’Unione.
La posizione dell'Italia su vino e salute
Intanto una risoluzione impegna il governo ad assumere iniziative a 360 gradi per contrastare l'introduzione nell'etichettatura degli alcolici di indicazioni di rischio per la salute connesso al consumo di alcool. Nel caso, anche facendo ricorso alla Corte di Giustizia dell'Unione europea.
Il ministro delle Politiche Agricole Lollobrigida ha annunciato che il Governo italiano sta lavorando con Spagna e Francia a un documento comune sul tema. "Non è solo, però, la tutela del mercato che ci interessa, perché è nostra intenzione ristabilire la verità - ha dichiarato il ministro Francesco Lollobrigida - la misura irlandese non è giustificata da alcuna evidenza scientifica ed è vero, invece, che i rischi per la salute dei consumatori, termine pessimo, delle persone, dipendono dalle modalità di consumo, dal regime alimentare e dallo stile di vita. È una verità che si sposa con gli insegnamenti che abbiamo ricevuto e che noi riversiamo ai nostri figli, ovvero che è l'abuso di un alimento che reca pregiudizio alla salute, non certo il consumo moderato. Vale naturalmente per il vino, ma anche per qualsiasi altro alimento tra quelli ampiamente presenti anche nella dieta dei Paesi nordici."
La scienza si divide: il vino è pericoloso?
La querelle ha però portato a visioni diverse anche tra ricercatori e scienziati sulla pericolosità del vino.
Oggi il Codice Europeo contro il Cancro recita: “Se bevi alcolici di qualsiasi tipo, limitane il consumo. Per prevenire il cancro è meglio evitare di bere alcolici”.Senza distinguere tra le varie tipologie di alcolici.
Hanno provocato una forte reazione le dichiarazioni dell'immunologa Antonella Viola che ha sostenuto sul Corriere della Sera che le donne che si concendono uno/due bicchieri di vino al giorno, sono più esposte a contrarre il tumore alla mammella. E aggiunge: “è chiaro il legame tra il consumo di alcol, e non solo l’abuso, con i tumori del colon-retto, del fegato, dell’esofago, della bocca e gola”.
“Non si comprende perché voler affrontare il problema della cancerogenicità per l’etanolo e nascondere ipocritamente sotto il tappeto le polveri sottili che popolano la quotidianità delle nostre città - ha dichiarato il presidente di Sima - Società Italiana di Medicina Ambientale, Alessandro Miani - E pensare che il particolato atmosferico (polveri sottili, PM10, PM2.5 e via di seguito) è responsabile secondo l’EEA di oltre 400.000 decessi prematuri ogni anno in Europa, con l’Italia che svetta in classifica con 80.000 decessi annui, oltre 4 volte il numero di decessi correlato al consumo di alcol che provoca, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa 17.000 morti l’anno in Italia tra cirrosi epatica, tumori, malattie cardiovascolari e incidenti stradali correlati al bere."
Le linee guida sulla sana alimentazione definite dal Crea - il principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari con personalità giuridica di diritto pubblico - prevedono chiaramente una chiara distinzione tra consumo responsabile e abuso.
“È necessaria chiarezza e grande precisione – dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini – non accettiamo informazioni superficiali, ambigue e basate su dati non sorretti da metodologie accettate da tutta la comunità scientifica. Il tema degli effetti dell’abuso di alcol è un argomento estremamente serio, che non può essere lasciato ad estemporanee dichiarazioni stampa di chi si improvvisa esperto del tema”.
Nel simposio Assoenologi di Napoli di una settimana fa dedicato al rapporto tra vino e salute, decine di scienziati hanno presentato relazioni che sottolineavano la distinzione tra consumo e abuso di alcol. Eppure, ogni giorno, interventi estemporanei, spesso male informati e svolti usando parole superficiali, creano confusione e allarme; puntano, nei fatti, a demonizzare le bevande alcoliche, accostandole alle sigarette e raccomandando misure di stampo proibizionistico nei confronti dei consumatori, il tutto senza indicare alcuna distinzione tra l’abuso e il tradizionale consumo consapevole, basato sulla convivialità e lo stile mediterraneo che contraddistingue il nostro Paese.
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