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AFFARI VISCIDI INTORNO ALL’OLIO DI OLIVA. ECCO L’ENNESIMO SCANDALO TIRATO A LUCIDO
Questa volta a riservare un ampio spazio d’ombre sull’Italia è il “New Yorker”. Sul settimanale americano si delinea un quadro del nostro Paese poco edificante, ma con un occhio che guarda, più che al presente, al passato. Ma la realtà, si sa, è ben più complessa di quel che appare
08 settembre 2007 | Luigi Caricato
Avremmo preferito non scrivere queste righe. Anche perché il giornalista Tom Mueller lo si conosce di persona, e francamente imbarazza leggere un articolo sul cui  taglio câè molto da discutere. I riferimenti riportati sono veritieri, sia ben chiaro, ma la scelta di mettere in grande evidenza le anomalie di un comparto, evidenziando solo gli aspetti scandalistici, non giova né alla verità dei fatti, né al prodotto olio extra vergine di oliva in quanto tale.  
Purtroppo câè una tendenza in corso, nel giornalismo contemporaneo, che punta dritto a creare scandalo, suscitando facili allarmismi senza alcuno scrupolo. 
Pensate per esempio al colossale danno inferto al settore zootecnico con la storia, ingigantita, dellâaviaria. 
O, per ciò che concerne lâolio di oliva, lâinchiesta di âReportâ di qualche anno fa, che causato scombussolamenti sui mercati.
O, quella recentissima, del settimanale âLâEspressoâ sul mondo dellâagricoltura biologica.
Câè troppa smania di protagonismo, e questo, per noi di âTeatro Naturaleâ che lavoriamo seguendo unâetica professionale ferrea, francamente dispiace. Ci sono modi e modi di raccontare la realtà, senza creare sconvolgimenti, ma senza nemmeno tacere nulla di ciò che va denunciato
Non si contesta qui â lo ripeto a scanso di equivoci â la verità dei fatti, ma lâapproccio che si è voluto dare.
Gli affari viscidi non si limitano a quelli denunciati sul âNew Yorkerâ da Mueller, ve ne sono di più oscuri, e con trame oltretutto internazionali. 
Fare chiarezza sui loschi traffici non significa necessariamente entrare in scena come uno tsunami e danneggiare le tante persone, serie, oneste, che intorno allâolio di oliva ci vivono e lavorano  credendoci fermamente, mossi da una passione che non sempre conosce una equa e meritata remunerazione.
Eâ, insomma, la solita storia di chi sceglie il sensazionalismo per farsi largo nel grande magma della comunicazione; e questo, francamente, dispiace. 
Intorno allâolio di oliva ci sono tanti possibili approcci, di grande respiro. E Mueller lo sa bene, non mancando certo di fonti cui prendere notizie e attingere informazioni e saperi. 
Per questo, lâaver scelto di risaltare espressamente le ombre, non è un atteggiamento condivisibile. Non câè tuttavia da illudersi, visto che oggi tutti preferiscono optare per la strada facile: la denuncia sensazionalista, appunto. 
La complessità della realtà interessa ben poco. Affrontare tale complessità con mano ferma ma equilibrata, per non sconvolgere gli equilibri, non è più una preoccupazione del giornalista contemporaneo. Ora per far risaltare la propria denuncia occorre amplificare, senza curarsi dâaltro.
A volte perciò mi dico: âpovero illusoâ. 
Che guaio credere ancora a un approccio sano con la realtà. 
Altra visione del mondo, altro approccio. 
La distanza tra i due modi di guardare alla realtà delle cose è tale da non lasciare più molte speranze. Oggi va così, domani chissà.
AFFARI VISCIDI
Non riportiamo qui di seguito la traduzione italiana, reperibile tra lâaltro su internet, in ottemperanza alla tutela dei diritti dâautore. Vi segnaliamo il link per leggere lâarticolo nella versione originale:
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