Mondo
A San Casciano Val di Pesa la più bella cantina al mondo

La World’s Best Vineyards 2022, la prestigiosa classifica che raccoglie le cantine più suggestive di tutto il mondo, ha premiato la cantina Antinori progettata dall’architetto fiorentino Marco Casamonti
02 novembre 2022 | C. S.
La più bella cantina del mondo 2022 è italiana. È quella realizzata dai Marchesi Antinori e progettata dall’architetto fiorentino Marco Casamonti a San Casciano Val di Pesa, vicino Firenze. A decretarlo la World’s Best Vineyards 2022, la prestigiosa classifica che raccoglie le cantine più suggestive di tutto il mondo. La cantina è stata costruita in sette anni di lavoro con l’ingegnerizzazione di Hydea, seguendo le indicazioni della famiglia Antinori: è visitabile dal pubblico lungo un percorso enologico, degustativo, architettonico e artistico.
Come si legge nelle motivazioni del premio, "la cantina Antinori è stata progettata per coniugare funzionalità produttiva e bellezza estetica. Ricoperta da vigneti e nascosta tra ulivi e boschi, si distingue per il basso impatto ambientale e l’alto risparmio energetico: essa simboleggia lo storico e profondo legame tra la famiglia Antinori e l’antico territorio vitivinicolo del Chianti Classico che da sempre ha accolto i vigneti della famiglia".
"È un risultato che ci gratifica molto -sottolinea l'amministratore delegato di Antinori Renzo Cotarella-. È il frutto di tanto lavoro: è un premio non solo per Antinori, ma per tutta l'Italia e per il Chianti Classico. Ci fa molto piacere riceverlo perché abbiamo creato questa azienda in un momento difficile, come la crisi finanziaria del 2008. È un riconoscimento a una generazione, quella di Piero Antinori, che lascia un'altra perla al territorio, segno di lungimiranza, attenzione e tanta pazienza, così come i suoi antenati hanno lasciato Palazzo Antinori a Firenze".
Non c'è solo il trionfo di Antinori per il nostro Paese: è italiana, infatti, anche la cantina che ha scalato più posizioni rispetto all'edizione 2021, cioè Ferrari Trento, leader del Trentodoc, della famiglia Lunelli, balzata dalla posizione 61 a quella numero 11. Nella top 50 figura c'è anche una new entry, sempre italiana: alla posizione numero 45 ecco la siciliana Donnafugata, guidata da Antonio e Jose Rallo.
In tutto sono nove le aziende italiane presenti nella "Top 100" del 2022, cosa che pone l’Italia tra i quattro paesi più rappresentati. Le cantine italiane inserite nella World’s Best Vineyards saranno celebrate in occasione della seconda edizione di Wine Destinations Italy, a Livorno il 12 e 13 novembre.
Oltre ad Antinori, Ferrari e Donnafugata ci sono anche due icone del vino piemontese come Ceretto, in 62a posizione, e Gaja, 65a in graduatoria, oltre a Tenuta Cavalier Pepe (posizione n° 74), Marchesi di Barolo (n° 90) e Tenuta San Leonardo (n° 97).
Altra new entry è Villa Sandi, al n° 70 della classifica. "Entrare a far parte di un club globale così prestigioso rappresenta per noi un riconoscimento prezioso che premia anni di lavoro nell’ottica di promuovere il valore dell’accoglienza non solo nella nostra realtà produttiva ma nel territorio che ci ospita", spiega il presidente Giancarlo Moretti Polegato.
"Legati alla storia di queste terre generose ma con lo sguardo rivolto ad orizzonti più ampi -aggiunge il manager-, abbiamo creduto e investito nella valorizzazione del Prosecco promuovendo nel mondo ancor prima di un vino i suoi luoghi, facendone una delle principali mete del turismo del vino. Crediamo che proprio il vino sia un veicolo d’eccellenza per condividere un patrimonio di bellezze, di natura e di sapori che ci impegniamo a custodire attraverso il nostro lavoro quotidiano".
La classifica, stilata da quasi 500 giurati tra giornalisti, sommelier, esperti di viaggi ed enoturismo provenienti da tutto il mondo scelti da William Reed Business Media, mette in evidenza le migliori destinazioni enoturistiche al mondo: il giudizio degli esperti è basato oltreché sul valore architettonico e paesaggistico delle tenute, su una serie di criteri fondamentali come il percorso enoturistico offerto, l'accessibilità degli spazi, l'attenzione all’ambiente, la competenza del personale, la reputazione dell’azienda e la gastronomia.
I giurati, che votano in modo anonimo, sono coordinati da 22 responsabili ciascuno competente rispetto a una macroarea vitivinicola stabilita di anno in anno. Almeno il 25% dei relatori di ciascuna regione cambia ogni anno la zona di riferimento per garantire imparzialità e nuove prospettive.
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