Mondo
Il vino italiano si promuove in Cina e Brasile con Veronafiere

L’import di vino made in Italy in Brasile cresciuto del 19,4% sul 2020 superando anche i livelli pre-pandemia. Italia terzo fornitore della Cina
21 settembre 2022 | C. S.
Parlano italiano 2 eventi business del vino mondiale targati Veronafiere con la collaborazione di Ice-Agenzia. Si parte oggi, e fino al 23 settembre, dal Centro fieristico di Bento Goncalves (Brasile) con la terza edizione della Wine South America per approdare, il 24 settembre, all’edizione speciale di Wine to Asia, organizzata a Guangzhou.
Il vino italiano in Brasile
Saranno 360 i brand impegnati all’evento organizzato dalla controllata Veronafiere do Brasil, con 120 marchi internazionali per la maggior parte provenienti da Italia, Argentina, Cile, Francia, Giorgia, Portogallo. Un matching con il sistema vino sudamericano che potrà contare su circa 6mila operatori professionali attesi a Wine South America e sull’Enoteca Italia in rappresentanza di 14 regioni del Belpaese e 194 referenze per incontri b2b, seminari e masterclass.
“Il mercato brasiliano – ha detto l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese – è oggi limitato da pesanti barriere tariffarie che nei prossimi anni registreranno un progressivo alleggerimento grazie all’accordo commerciale Ue-Mercosur. Una piazza di prospettiva senz’altro strategica, anche in virtù di una presenza importante di migranti italiani”.
Lo scorso anno l’import di vino made in Italy ha segnato una crescita del 19,4% (a 43 milioni di dollari) sul 2020 superando anche i livelli pre-pandemia del 2019 (+12,7%). Il Belpaese vanta una quota di mercato del 9% sul prodotto importato, la stessa della Francia e dietro a Portogallo, Argentina e al market leader Cile che grazie a tariffe d’ingresso agevolate vale il 38% del mercato. Negli ultimi 3 anni la domanda enologica brasiliana è cresciuta del 28%, per un controvalore 477 milioni di dollari. Il format dell’evento targato Veronafiere per la fiera nello Stato del Rio Grande è esclusivamente business, con buyer provenienti da più di 20 nazioni e oltre 300 espositori che rappresentano segmenti di mercato ben definiti come vini nazionali e internazionali, distillati, olio extra vergine d’oliva, tecnologie per la viticoltura e la produzione di vino e olio, accessori per il consumo e aziende fornitrici di servizi specializzati.
Il vino italiano in Cina
Un’edizione speciale di Wine to Asia il 24 settembre a Guangzhou, sempre nella Greater Bay Area, una delle aree più importanti per il consumo del vino in Cina. Si presenterà con 130 cantine provenienti da 26 Paesi. Wine to Asia Guangzhou Special Edition presenterà quattro masterclass premium, tra cui una dedicata al vino italiano, supportata da ICE, condotta da Ian D’Agata e una al vino cinese con Grace Vineyard guidata da una delle produttrici più influenti come Judy Chan.
Dal 21 al 24 settembre, in concomitanza con la Special Edition di Guangzhou, farà il suo debutto la Greater Bay Area Wine Week Preview, un’iniziativa che vede Wine to Asia collaborare con le migliori enoteche e wine bar delle città di Guangzhou e di Foshan.
Veronafiere sceglie di mantenere il presidio in Cina anche in regime di “politica zero-Covid”, con una giornata b2b basata su masterclass, tasting e incontri commerciali. Per l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese; “Le politiche anti-Covid hanno fortemente limitato Wine to Asia. Attualmente sono sospesi tutti i grandi eventi, comprese le fiere, ma abbiamo deciso di continuare a dare supporto alle cantine e agli importatori presenti in Cina. L’obiettivo, in attesa di un ritorno alla normalità, è svolgere più eventi finalizzati al business in un formato agile e di taglio professionale”. Per questo dopo Wine to Asia, realizzata assieme a Ice, dal 10 al 14 novembre è confermata anche la quinta edizione del Vinitaly China Roadshow che toccherà le città di Shanghai, Nanning e Shenzhen.
L’epidemia ha fortemente limitato le importazioni di vino dalla Cina, con un calo complessivo in valore nell’ultimo triennio del 31%. Sul pari periodo (2019-2021) però gli ordini di vino tricolore sono cresciuti di quasi il 6% (a 165 milioni di dollari), grazie anche al quasi azzeramento delle importazioni dall’Australia, vittima dei superdazi comminati a partire dal fine 2020. Oggi il Belpaese è il terzo fornitore di vino nel Dragone, dietro a Cile (332 milioni di dollari) e Francia (753 milioni di dollari).
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