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Il Brasile ama il vino. Boom di consumi ma non di quello italiano

Tra aprile e luglio 2020, in tempo di locdown parziale, il consumo pro capite è stato pari a 2,81 litri, cifra in rialzo del 72% rispetto al trimestre precedente. Boon per vini cileni, portoghesi e argentini, in flessione del 14% quelli italiani

27 ottobre 2020 | C. S.

Secondo un sondaggio condotto dalla società Ideal Consulting, il vino è stato la bevanda più consumata in Brasile durante la quarantena.

Stando all'indagine tra aprile e luglio 2020 il consumo pro capite è stato pari a 2,81 litri, cifra in rialzo del 72% rispetto al trimestre precedente.

Tra i vini brasiliani l’incremento registrato è stato pari all’86,4% tra aprile e giugno 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Ciononostante la quota dei vini nazionali sulle vendite totali è stata solo del 16% (percentuale che sale al 27% se si considerano anche i vini da tavola).

Con l’aumento dei consumi, le importazioni tra gennaio e settembre (pari a 101,8 milioni di litri), sono cresciute del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2019: i vini cileni, portoghesi, argentini registrato i maggiori incrementi rispettivamente del 26,9%, 18,4% e 19,2%.

Le importazioni di vini italiani invece hanno registrato una diminuzione del 13,9%. Dunque, con quota 50,2%, i cileni sono i principali fornitori, seguiti dal Portogallo (15,3%), Argentina (13,9%); fanalino di coda l'Italia (7,2%).

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