Mondo
Ci sarà meno olio d'oliva del previsto e i mercati si stabilizzano
Le consuete previsioni di produzione di Teatro Naturale offrono un quadro in chiaroscuro, con la produzione mondiale che dovrebbe scendere sotto le 3 milioni di tonnellate. In ripresa Italia, Grecia e Portogallo, male la Spagna. Sarà boom produttivo per la Tunisia. Stabilità nelle quotazioni degli extra vergini
27 settembre 2019 | Alberto Grimelli, Marcello Scoccia
La situazione olivicolo-olearia non appare rosea visto che, per il secondo anno consecutivo, ci sarà un calo della produzione mondiale dell'olio d'oliva. 
Le prime stime indicano una diminuzione del 5%, identico era stato il calo l'anno scorso, per complessive 2,9 milioni di tonnellate.
A portare a questo risultato soprattutto la campagna olearia in Spagna che, dopo il boom dell'anno passato a 1,78 milioni di tonnellate, vedrà una campagna di scarica, dovuta a condizioni meteo avverse in gran parte delle aree maggiormente produttive. La produzione oscillerà tra i 1,1 e i 1,15 milioni di tonnellate. Discreta la produzione a Jaen, mentre le maggiori difficoltà vengono registrate a Toledo e nella Castilla-Mancha. Situazione in deficit anche a Valencia e nell'area della Murcia. In controtendenza solo l'area di Cordoba.
A sorridere potrebbe allora essere il Portogallo, dove si stima una produzione da 140 mila tonnellate. La campagna olearia è iniziata da qualche giorno, anticipata sui tempi, anche per offrire ai compratori internazionali masse di olio nuovo di buona qualità. Una strategia commerciale possibile grazie alle buone produzioni di Arbequina e Arbosana, cultivar spagnole che in Portogallo, e in particolare in superintensivo, tendono ad anticipare la maturazione.
In Grecia la situazione appare in ripresa dopo l'annus horribilis, con una produzione stimata in 280 mila tonnellate, di cui 70-80 mila solo a Creta. Anche nel Peloponneso si prospetta una buona annata, meno invece nella parte continentale ellenica. La qualità al momento appare eccellente, soprattutto a Creta, dove si aspettano una netta ripresa delle vendite, frenate l'anno scorso da una qualità non all'altezza delle aspettative.
In Italia la produzione oscillerà tra le 280 e le 300 mila tonnellate. Il risultato finale dipenderà molto da eventuali attacchi tardivi di mosca e dalle rese al frantoio. La parte del leone, con la metà della produzione nazionale, la farà la Puglia dove si aspetta una campagna di carica soprattutto nel barese, nella zona di Andria e nel foggiano. Buone prospettive anche per Taranto e Brindisi. Meno per il basso Salento. In Calabria la situazione appare piuttosto frastagliata con scarsa produzione nel reggino e a Gioia Tauro, mentre positiva appare a Lamezia e nel catanzarese. Non si supereranno comunque le 40 mila tonnellate. Altra Regione spezzata a metà sarà la Sicilia, con la parte orientale, il ragusano e l'Etna scarico, mentre appare una discreta e buona annata nella parte occidentale, in particolare trapanese e agrigentino che saranno determinanti per arrivare a una produzione di 35 mila tonnellate. Man mano che ci si sposta verso nord la situazione diviene più critica, con ampie aree prive di produzione. In particolare difficoltà tutto il versante adriatico, ma anche sul Tirreno la situazione appare critica, anche in virtù dei recenti attacchi di mosca delle olive che stanno causando molti problemi. Scarsa la produzione, con una diminuzione del 50% o più, sia in Liguria sia sul Garda dopo la produzione record del 2018.
Guardando all'altra sponda del Mediterraneo si nota l'ottima performance produttiva della Tunisia che dovrebbe registrare il suo anno d'oro, con record produttivo a 350 mila tonnellate. Ottima l'area di Tunisi e tutto il distretto di Cheria. Qui la produzione appare di buona qualità. Se si scende nel sud si nota un'ottima e abbondante produzione, la cui qualità dipenderà molto dal clima in fase di raccolta.
Situazione opposta in Marocco dove, al contrario di quanto avvenuto in Tunisia, le piogge sono state scarse e la produzione non supererà le 100 mila tonnellate.
In Turchia si prospetta una campagna olearia media, con 180 mila tonnellate di produzione. In Siria, invece, non si dovrebbero superare le 100 mila tonnellate.
In conclusione, la debacle spagnola non riuscirà a essere coperta dall'aumento delle produzioni in Grecia, Italia, Portogallo e Tunisia. Una situazione che sta portando a un clima di attesa sui mercati con le quotazioni che rimangono sostanzialmente stabili. Se le previsioni si confermeranno, la tendenza sarà a una stabilità dei prezzi in tutte le regioni produttive. In Spagna si prevede comunque che non salgano, se non sporadicamente, sopra i 2,5 euro/kg, mentre in Italia dovrebbero oscillare tra i 4,5 e i 5 euro/kg, al netto di eventuali tentativi di speculazione a inizio campagna olearia. 
Non mancherà comunque il prodotto per i mercati internazionali, considerando che si stima che le giacenze, tra Spagna, Italia e Grecia ammonteranno a 750 mila tonnellate.
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