Mondo 02/05/2019

Vietati segni o immagini evocativi di territori coperti da denominazione d'origine

Vietati segni o immagini evocativi di territori coperti da denominazione d'origine

La sentenza della Corte di Giustizia europea ha stabilito che segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento all'origine di un prodotto alimentare Dop possono costituire una illegale evocazione del marchio. Più tutele per gli 882 prodotti Dop e Igp italiani dalle contraffazioni


Segni, immagini di paesaggi che fanno riferimento all'origine di un prodotto alimentare Dop possono costituire una illegale evocazione del marchio. Lo ha stabilito la Corte europea di giustizia intervenendo sul ricorso presentato dai produttori del Queso Manchego Dop contro una società spagnola che commercializza formaggi non Dop con etichette che raffigurano un cavaliere somigliante a Don Chisciotte della Mancia su un cavallo magro e paesaggi con mulini a vento e pecore, molto simile al marchio della Fundación Consejo Regulador de la Denominación de Origen Protegida Queso Manchego, incaricata della gestione e della protezione della Dop in questione.

"La tutela dei prodotti di qualità ad Indicazione Geografica, che sono la nostra eredità culturale e una grande risorsa economica da custodire e valorizzare, esce ancora più rafforzata dalla sentenza espressa oggi dai giudici europei contro i 'falsi' nel settore agroalimentare". Così Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del parlamento europeo, commenta la posizione assunta dalla Corte di Giustizia europea secondo cui i segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento all'origine di un prodotto alimentare Dop possono costituire una illegale evocazione del marchio.

"La sentenza porta acqua al mulino del Parlamento europeo - spiega l'eurodeputato PD e candidato alle nuove elezioni - che da sempre si batte affinché le Indicazioni Geografiche siano considerate non solo per le loro qualità e caratteristiche organolettiche uniche, ma anche per la loro capacità di cristallizzare nella memoria e nella cultura, la storia, i simboli, le arti e la letteratura".

"Insomma - dice De Castro - stop al rischio di vedere sull'imballaggio di un formaggio simil Parmigiano Reggiano, l'immagine del Maestro Giuseppe Verdi, o ancora il paesaggio unico delle colline del Prosecco sull'etichetta di uno sconosciuto vino frizzante".

Questo significa "dare un riconoscimento maggiore dell'impegno di chi produce eccellenze, ma soprattutto più trasparenza e più tutela del consumatore".

"Il nostro impegno al Parlamento europeo - conclude De Castro - non è concluso: come richiesto dai produttori, dobbiamo riformare, semplificandolo, il Regolamento Ue sulla protezione delle Dop e Igp (sono oltre 800 solo in Italia) per portare avanti un asset sempre più determinate per lo sviluppo e la sostenibilità dell'agroalimentare italiano".

Con un prodotto alimentare su quattro in vendita sugli scaffali nazionali che richiama spesso a sproposito l’italianità, la sentenza della Corte Ue sulla tutela dei prodotti a denominazione di origine (Dop) rappresenta un precedente storico anche per la tutela del vero Made in Italy a tavola. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il pronunciamento dei giudici europei secondo il quale l'uso di segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento all'origine di un prodotto alimentare Dop possono costituire una illegale evocazione del marchio.

Per fare leva sul patriottismo nei consumi il tricolore sventola sul 14% delle confezioni alimentari ma in ben il 25% dei prodotti sugli scaffali c’è comunque un evidente richiamo all’italianità non sempre giustificato, secondo un’analisi Coldiretti su dati dell’Osservatorio lmmagino. Un grave danno per i produttori agricoli italiani ma anche una beffa per quei 2 consumatori su tre che sono disposti a pagare anche il 20% in più pur di garantirsi l’italianità del prodotto che si portano a tavola. La situazione è ancora piu’ preoccupante all’estero dove – spiega la Coldiretti - si utilizzano impropriamente bandiera, parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.

L’Italia ha il primato europeo nei prodotti a denominazione di origine Dop/Igp con il sistema nazionale di qualità “Food and wine” che conta su 822 specialità riconosciute che – sottolinea la Coldiretti - sviluppano un valore alla produzione di 15,2 miliardi. Per tutelare il vero Made in Italy la Coldiretti ha promosso insieme ad altre nove organizzazioni l’Iniziativa Europea dei Cittadini “EatORIGINal – Unmask your food” per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, Nello specifico – sottolinea la Coldiretti – questa proposta d’iniziativa dei cittadini si prefigge di rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’Ue. La petizione chiede di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell’intera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare.

Confagricoltura ha accolto con soddisfazione la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea secondo la quale i segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento ad un’area geografica a cui è collegata una denominazione d’origine protetta (Dop), possono costituire un una illegale evocazione del marchio.

“Un ulteriore passo avanti nella tutela dei prodotti di qualità ad Indicazione geografica – commenta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – che, oltre che per le loro caratteristiche organolettiche e di qualità, sono riconosciute in tutto il mondo per il loro valore fatto di territori, storia, arte e tradizioni.  Un patrimonio culturale ed economico da valorizzare a livello europeo ed internazionale”.

Confagricoltura sottolinea positivamente l’obiettivo ribadito dalla sentenza della Corte di Giustizia, che è quello di garantire che il consumatore disponga di un’informazione chiara, succinta e credibile sull’origine del prodotto e al tempo stesso quello di dare il giusto riconoscimento all’impegno di chi produce eccellenze.

di C. S.