Mondo
Il falso allarme per l'olio d'oliva tunisino
Praticamente inutilizzato, dopo la furiosa campagna mediatica, lo stock di 70 mila tonnellate a dazio zero autorizzato dall'Unione europea per aiutare la Tunisia. Gli acquisti si concentrano sempre negli stessi periodi e le quantità dipendono dalla produzione europea
10 aprile 2018 | T N
La Tunisia si conferma la ruota di scorta olearia dell'Unione europea, secondo un recente articolo apparso su Challenges.tn che ha analizzato i flussi si olio d'oliva dal Paese africano all'Europa a seguito degli accordi internazionali e dei regolamenti comunitari.
In particolare il regolamento Ue 1918/2006 autorizza l'importazione di 57.600 tonnellate dalla Tunisia a dazio zero. A queste, per le annualità 2015 e 2016, si sono aggiunte altre 70 mila tonnellate totale (35 mila per annualità) con il regolamento comunitario 605/2016.
Le importazioni dalla Tunisia, però, variano molto in ragione della produzione europea con il massimo storico raggiunto nel 2015/16, con importazioni per 57.600 tonnellate, ovvero il totale disponibile, poi praticamente dimezzatesi nel corso del 2017.
Sulla base dei flussi di importazione emerge abbastanza chiaramente che è gennaio il momento in cui si concentrano le importazioni, con quantitativi più modesti durante gli inizi della campagna olearia (ottobre-dicembre) e praticamente nulli nella restante parte dell'anno.

Ora che il regolamento comunitario 605/2016 non è più in vigore, prevedendo l'ulteriore quantitativo solo per due annualità, si possono trarre i bilanci, scoprendo che le industrie olearie europee, nel periodo di riferimento, hanno prenotato poco più di 10 mila tonnellate di olio d'oliva tunisino, ovvero hanno richiesto le licenze per l'importazione a dazio zero, poi però sono state importate effettivamente poco più di 2500 tonnellate.
Il regolamento comunitario 605/2016, quindi, si è rivelato fondamentalmente inutile per l'olivicoltura tunisina, non avendo portato a un incremento dell'export verso l'Europa.
Non è dato sapere la ragione per la quale, a fronte di richieste per più di 10 mila tonnellate, le importazioni si sono fermate a 2500 tonnellate.
Restano alcune domande: la qualità dell'olio tunisino era troppo scandente per il mercato internazionale? Il prezzo era troppo alto? E' calato il commercio oleario internazionale? La campagna mediatica contro l'olio tunisino, in Europa e in Italia, ha sconsigliato l'acquisto da quella regione?
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