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Dazio zero per l'olio d'oliva dalla Tunisia, spunta l'ipotesi di una proroga

Il governo tunisino ha fissato in 220 mila tonnellate la disponibilità all'export nel corso del 2018 e punta a una proroga dell'estensione del quantitativo a dazio zero, per ulteriori 35 mila tonnellate, anche per questa campagna olearia

19 gennaio 2018 | T N

Niente è più definitivo del provvisorio e la misura, concessa nel 2016, di un aumento del contingente senza dazio per l'olio d'oliva tunisino in ingresso nell'Unione europea, potrebbe essere replicata.

Nel 2016 il regolamento comunitario, 35 mila tonnellate che si aggiungevano alle 57 mila autorizzate in virtù di vecchi accordi, venne varato con il benestare del Parlamento e tutti si affrettarono a sostenere che si trattava di un provvedimento provvisorio, volto a sostenere l'economia tunisino dopo gli attentati del 2015.

"Con la strategia del Pd abbiamo guadagnato tempo, portato a casa l'obbligo di tracciabilità e il divieto di proroga della misura” spiegò allora Paolo De Castro, annunciando che "in più abbiamo incontrato il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, che ha preso l'impegno di lavorare per la suddivisione mensile del contingente extra, quando la Commissione europea si occuperà del regolamento attuativo".

Oggi, però, è proprio la Tunisia che potrebbe salvare l'economia europea, almeno quella dell'olio di oliva alle prese con una nuova penuria di prodotto.

Non è un caso che, alla luce delle nuove previsioni di produzione della Spagna olearia, in pochi giorni sia andato praticamente esaurito tutto il contingente previsto di 56.700 tonnellate di olio tunisino che può giungere in Europa a dazio zero.

L'anno scorso, quando la produzione iberica era stata sufficiente, non si coprirono neanche i limiti massimi previsti dall'Unione europea ma oggi l'industria olearia, come sottolinea Asaja Jaen, sta già premendo su Bruxelles per un ritorno dell'aumento delle quote, per 35 mila tonnellate, di importazione senza dazio di olio tunisino.

L'ipotesi che viene studiata è una proroga del vecchio regolamento, ovvero utilizzare nel 2018 le 35 mila tonnellate aggiuntive non usufruite nel 2017.

La Commissione europea, ufficialmente, non esprime ancora alcun parere sulla questione anche se l'ipotesi non viene esclusa a priori.

Il problema è tecnico: il regolamento comunitario (2016/605 del 19 aprile 2016) limitava espressamente a due sole annualità, 2016 e 2017, l'importazione senza dazio delle ulteriori 35 mila tonnellate. Si studia, quindi, una via d'uscita, una scappatoia che consenta di sopperire alle esigenze dell'industria olearia, sostenuta da Tunisi.

Con le pressanti previsioni di una campagna olearia iberica sotto il milione di tonnellate, il governo tunisino si è infatti affrettato a mettere nella disponibilità dell'industria olearia internazionale 220 mila tonnellate di olio di oliva, ovvero un quantitativo che potrebbe garantire tranquillità nel soddisfare la domanda mondiale e calmierare i prezzi che, col nuovo anno, sono tornati a salire.

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