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Funghi, alghe e microrganismi: i novel food entrano nel mercato europeo
L'Efsa ha pubblicato due documenti in cui si illustrano le linee guida per predisporre richieste di autorizzazione di nuovi alimenti e alimenti tradizionali da Paesi terzi. Il tutto verrà riassunto in un regolamento comunitario che entrerà in vigore dal 2018
22 novembre 2016 | C. S.
L'EFSA ha sviluppato la guida a seguito dell'adozione del nuovo regolamento europeo sui nuovi alimenti a novembre del 2015. Il regolamento, che sostituisce quello del 1997 ed entrerà in vigore a gennaio del 2018, introduce la centralizzazione della procedura di valutazione e autorizzazione. Saranno i gestori del rischio dell'UE, e non gli Stati membri, a decidere se autorizzare o meno la commercializzazione dei nuovi alimenti, chiedendo eventualmente all'EFSA di condurre una valutazione scientifica dei rischi per confermarne la sicurezza.
Cosa s’intende per “nuovi alimenti” e “alimenti tradizionali”?
Per nuovi alimenti s’intendono i cibi che i cittadini europei non hanno consumato in misura significativa prima del maggio 1997, compresi quelli da nuove fonti (ad esempio l’olio ricco di acidi grassi omega-3 derivato dal krill) e quelli ottenuti con nuove tecnologie (ad es. le nanotecnologie) o utilizzando nuove sostanze, ad esempio i fitosteroli (steroli vegetali).
Gli alimenti tradizionali sono un sottoinsieme dei nuovi alimenti. Il termine si riferisce a cibi consumati tradizionalmente in Paesi extraeuropei e comprende alimenti a base di piante, microrganismi, funghi, alghe e animali (ad esempio semi di chia, frutto del baobab, insetti, castagne d'acqua).
Linee guida sui requisiti cui attenersi
Le nuove linee guida spiegano dettagliatamente il tipo di informazioni che i richiedenti devono fornire ai fini della valutazione del rischio. Chiariscono anche come presentare queste informazioni prima che l’EFSA possa valutare la sicurezza dell’alimento nuovo o tradizionale.
I candidati che facciano richiesta di autorizzazione di nuovi alimenti dovranno presentare i dati che descrivono il prodotto. I fascicoli dovranno includere dati sulle caratteristiche compositive, nutrizionali, tossicologiche e allergeniche del nuovo alimento, nonché informazioni sul processo produttivo, gli usi proposti e i livelli di utilizzo.
L'EFSA tratta gli alimenti tradizionali provenienti dai Paesi terzi (Paesi extra-UE) in un documento orientativo distinto. I richiedenti dovranno documentare la sicurezza d’impiego dell’alimento tradizionale in almeno un Paese al di fuori dell'Unione europea per un periodo di almeno 25 anni. L'EFSA e gli Stati membri valuteranno le prove in parallelo.
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