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Gli australiani alla conquista del mercato statunitense dell'olio di oliva

Mentre i produttori californiani annunciano strategie commerciali più aggressive in coincidenza con la pessima annata produttiva europea, la Boundary Bend Ltd annuncia l'apertura di un grande frantoio negli Stati Uniti

22 gennaio 2015 | T N

I marchi europei dell'olio di oliva rischieranno di soffrire da sindrome di accerchiamento negli Stati Uniti, con i produttori californiani che non mancano occasione per denigrare l'olio di importazione, oggetto anche di due class action nello Stato americano e gli australiani che, compresa la lezione, scelgono di non investire in una piattaforma commerciale negli Stati Uniti ma di installarsi in California con un frantoio, per produrre extra vergine Made in Usa.

Il 2015 potrebbe rivelarsi l'annus orribilis per i grandi marchi europei dell'olio, alle prese con una produzione molto bassa in tutta l'Unione europea, con l'accresciuta concorrenza da parte di nuovi competitor, come Tunisia e Turchia e la nuova strategia commerciale impostata dai produttori statunitensi, che promette di essere molto aggressiva.

Molto più difficile, negli Usa rispetto all'Italia e all'Europa, difendersi da inchieste giornalistiche e non solo, magari adendo a vie legali. E' per questa ragione che, da qualche anno ormai, la North American Olive Oil Association, che riunisce importatori e distributori tra cui le succursali di molti marchi europei, gioca in difesa, limitandosi a contrastare le tesi dell'Università di Davis, di altri istituti o giornali.

Dopo aver vinto la battaglia per standard californiani sull'olio di oliva, ecco che la vittoria politica si è immediatamente trasformata in un'occasione commerciale con il California Olive Ranch che ha acquisito il marchio Lucini e promette di erodere quote di mercato agli europei, puntando sulla crescita produttiva Usa, del 30% all'anno negli ultimi cinque anni.
Compresa la lezione anche gli australiani si sono gettati a capofitto nell'affare ma, a differenza degli europei, hanno preferito non investire in una piattaforma logistica e di commercializzazione ma in un impianto oleario. La Boundary Bend Ltd, ovvero la più grande azienda produttrice californiana, ha infatti annunciato da 20 milioni di dollari in un frantoio a Woodland per poter lavorare 20 tonnellate di olio all'ora. L'azienda australiana ha anche annunciato di voler assumere 20 persone a tempo pieno e di voler avviare una collaborazione con l'Università di Davis. “Il mercato dell'olio di oliva statunitense sta avendo una rapida crescita – ha commentato Adam Englehardt, amministratore delegato di Boundary Bend Ltd – e si sta abituando a extra vergini di più elevata qualità.”

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