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PAC e PSR. Il Trilogo trova la quadra del cerchio

Raggiunto l'accordo a Bruxelles tra Parlamento, Commissione e Consiglio sulla nuova Politica agricola comunitaria. Risolti i temi più spinosi, anche sui Piani di sviluppo rurale

28 settembre 2013 | T N

Una settimana di successi a Bruxelles dove prima si è trovato l'accordo sulla nuova Pac e, poche ore dopo, anche sul futuro dei Psr. Accordo fatto.

“Avendo trovato accordo sulla maggior parte del pacchetto di riforma della PAC a giugno, sono lieto di essere stato in grado di portare a termine la riforma nel suo complesso – ha dichiarato il commissario europeo all’Agricoltura Dacian CioloÅŸ - Vorrei rendere omaggio a ministri e deputati per il modo in cui essi sono stati in grado di trovare un compromesso su questi temi che rispetti il processo di co-decisione. Spero che si possa ora procedere rapidamente ad una votazione formale nel Parlamento europeo e del Consiglio che permetterà di adottare formalmente entro la fine dell’anno i testi legislativi e le disposizioni transitorie così da applicarle dal primo gennaio 2014. Ciò è importante per gli agricoltori europei in quanto fornisce loro una maggiore certezza per il prossimo anno”.

Ecco come sono stati risolti i temi più spinosi della Pac.

Pagamenti diretti

Su capping e degressività l’accordo è stato raggiunto sulla obbligatorietà della “degressività” , e “capping”. L’importo del sostegno diretto pagamento che un’azienda agricola riceve sarà ridotto di almeno il 5% per gli importi superiori a 150 000 euro. Saranno però dedotti i costi salariali dal tetto.

Convergenza esterna

Le dotazioni nazionali per i pagamenti diretti saranno progressivamente regolati in modo che gli Stati membri in cui il pagamento medio (in euro per ettaro) è attualmente inferiore al 90% della media dell’Ue vedrà un graduale aumento. Inoltre, vi è la garanzia che ogni Stato membro dovrà raggiungere un livello minimo entro il 2019.

Il trasferimento di fondi tra i pilastri

Gli Stati membri avranno la possibilità di trasferire fino al 15% dell'importo dei loro pagamenti diretti alla dotazione per lo sviluppo rurale. Questi importi non dovranno essere cofinanziati. Varrà però anche il contrario, ossia gli Stati potranno trasferire il 15% dei fondi dallo sviluppo rurale per inserirlo nel budget dei pagamenti diretti.

Trovato un accordo anche per quanto riguarda i prossimi Piani di sviluppo rurale.

Le assegnazioni allo sviluppo rurale per Stato membro sono incluse nel regolamento di base, ma con la possibilità di regolare questi valori attraverso un atto delegato ove tecnicamente necessario o previsto da un atto legislativo.

I tassi massimi di cofinanziamento dell'Unione europea saranno fino al 8 % nelle regioni meno sviluppate, le regioni ultra periferiche e nelle isole minori del Mar Egeo. Saranno pari al 75% nelle regioni in transizione e del 53% nelle altre regioni. Queste percentuali potranno però essere elevate per le misure di sostegno al trasferimento di conoscenze, la cooperazione, la costituzione di associazioni di produttori e le organizzazioni e la misura di insediamento dei giovani imprenditori agricoli. Dovrebbero godere di un regime agevolato anche i progetti Leader e le spese connesse al contrasto dei fenomeni di cambiamenti climatico e a favore dell'ambiente.

 

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