Mondo

L'illusione del libero mercato negli Usa. Il settore vitivinicolo retto da un'oligarchia

Il vino sta prendendo la stessa strada delle birre dove vi è un'altissima concentrazione dell'offerta. Già oggi, comunque, le imprese più rappresentate sugli scaffali non sono più di una ventina

19 gennaio 2013 | Graziano Alderighi

Il rapporto presentato recentemente da Philip Howard della Michigan State University è un colpo al cuore per chi crede che gli Stati Uniti siano il paese della massima espressione liberale.

In realtà, a chi è già noto il settore delle birre e delle bevande analcoliche, sa che si tratta di un sostanziale monopolio, dove due imprese si dividono il 75% del mercato, ma il comparto vitivinicolo sta seguendo la stessa strada.

Ogni anno infatti vi sono sempre più acquisizioni e fusioni. A solo titolo di esempio Howard cita l'acquisto di Mondavi da Constellation Brands (1,3 miliardi dollari nel 2004), Vincor (1,3 miliardi di dollari nel 2006) e di Fortune Brands (885 milioni dollari nel 2007).

A vanificare gli sforzi dei consumatori di comprendere le dinamiche del mercato anche il fatto che la maggioranza delle etichette non riporta la casa madre, ovvero l'azienda a cui fa riferimento, ma satelliti o soltanto brand. Di solito il consumatore americano cerca il vitigno e a fronte di 3600 etichette, si trovano in corrispondenza non più di 1000 brand. Di questi mille brand la maggior parte, però, corrisponde a poche case madri.

Un'equazione, secondo Howard, valida soprattuto nella grande distribuzione. Nelle catene CVS e Rite Aid, a fronte di un centinaio di etichette, corrispondevano non più di 20 aziende, tra cui spiccavano, per numero di referenze, E. & J. Gallo e Constellation Brands. Una concentrazione dell'offerta meno visibile nei piccoli negozi specializzati dove si arrivano ad offrire prodotti anche da 446 aziende diverse, con un tasso di rappresentatività inferiore al 3%.

L'allarme della Michigan State University riguarda dunque soprattutto la GDO americana, rea di creare solo l'illusione della varietà dell'offerta. A titolo di esempio Howard cita il fatto che in oltre la metà dei punti vendita fossero sempre presenti sei etichette:

Constellation Brands

- Blackstone merlot

- Ravenswood zinfandel

- Woodbridge chardonnay

E & J Gallo

- Apothic red

- Barefoot chardonnay

- Ecco Domani pinot grigio

Nel grafico che segue vengono riportati, a solo titolo di esempio, le oltre 200 etichette riferibili direttamente alle sole 5 aziende più importanti degli States.

 

Sebbene la situazione sia già preoccupante, siamo ancora lontani dal registrare il de profundis per una vera e aperta concorrenza sul mercato statunitense. Il 72,8% delle etichette è infatti stato trovato solo in un punto vendita e l'87% in due negozi.

Tutto questo è ancora possibile perchè i rivenditori riescono ancora a mantenere un controllo sulle proprie scelte, al contrario di quanto avviene per birre e bevande dove ormai sono i distributori a pianificare spazi e rotazioni dei prodotti a scaffale.

Altra ragione è la specializzazione del settore vitivinicolo su varie fasce di utenti. Constellation Brands si sta ad esempio specializzando sui vini di alta gamma e la recente vendita dei brand di primo prezzo Almaden, Inglenook e Paul Masson ne è la testimonianza.

Anche se la scelta rimane abbondante, in particolare per coloro che si rivolgono ai piccoli negozi, è sempre più difficile per i consumatori di riconoscere le imprese che stanno dietro alle loro etichette preferite.

Potrebbero interessarti

Mondo

Il prezzo di un ettaro di oliveto in Spagna varia da 3716 a 27052 euro

Aumentano di più i prezzi degli oliveti irrigui piuttosto che in asciutto che mantengono comunque il loro valore. I prezzi più bassi nella Comunità autonoma di Aragona e quelli più alti in Andalusia

13 agosto 2025 | 12:00

Mondo

Calo della produzione di olio di oliva in Spagna del 30-40%

Le temperature estreme sostenute, superiori ai 38 gradi Celsius per diversi giorni consecutivi, rappresentano gravi tensioni termiche nell’oliveto, soprattutto nelle aziende agricole in asciutto, che non hanno irrigazione di supporto

11 agosto 2025 | 11:00

Mondo

Un nuovo gruppo di lavoro europeo per l'olio di oliva tra Italia, Spagna, Portogallo e Grecia

L'Europa deve consolidare sempre di più il proprio primato di grande produttrice ed esportatrice agroalimentare tutelando le filiere di qualità, investendo sulla sostenibilità e l'innovazione tecnologica ma ci troviamo di fronte alla "distruzione della politica agricola comune dopo 50 anni" secondo Dario Nadella, capogruppo S&D alla Commissione agricoltura del Parlamento europeo

06 agosto 2025 | 12:00 | Alberto Grimelli

Mondo

Una campagna di controllo straordinario sull'olio di oliva andaluso

L'obiettivo delle azioni è garantire una concorrenza leale e leale dai mercati e garantire la difesa dei consumatori, verificando che gli oli di oliva analizzati siano conformi alle normative applicabili per la loro commercializzazione

06 agosto 2025 | 10:00

Mondo

Il futuro dell’umanità tra le zampe degli insetti commestibili?

Tenebrio molitor e Alphitobius diaperinus (larva e verme della farina), Locusta migratoria, Acheta domesticus (grillo domestico): gli insetti commestibili sono un concentrato di nutrienti, ricchi di proteine, minerali, acidi grassi buoni (persino l’oleico, oltre il palmitico e il linoleico), vitamine come A, B12, E e fibre (la chitina dell’esoscheletro).

05 agosto 2025 | 14:00

Mondo

Una campagna da 500 mila tonnellate per le olive da tavola spagnole

Buono stato fisiologico degli oliveti e i frutti che sono generalmente a un buon grado di maturazione, con buon calibro e senza parassiti e malattie, quindi gli operatori affrontano il nuovo raccolto con un certo tono di ottimismo.

05 agosto 2025 | 13:00